Caldara: “La settimana che avrei dovuto giocare mi ruppi il ginocchio. Li ho capito che sarebbe cambiato qualcosa”
Durante l'ultima puntata del podcast Centrocampo, Mattia Caldara, ex difensore di Atalanta, Juve e Milan, è stato protagonsita di una lunga intervista nella quale ha raccontato tutta la sua carriera, dagli inizi fino al suo ritiro, parlando anche degli infortuni che ha subito nel corso della sua carriera. Vediamo le sue parole:
Quando vedi Maldini che guarda la tua caviglia preoccupato cosa hai provato? "Non mi era mai capitato una sensazione interna così. Non ero pronto mentalmente ad affrontare l'infortunio. Però il primo lo supero bene, comunque torno però mi sento come prima. Non ho limitazioni, riesco a spingere bene. Ho detto va bene, mi sono fatto male, ho perso 6-7 mesi però ora sto bene. Ripeto, magari nel finale di stagione faccio bene e poi riparto con la prossima. Quindi quella cosa li mi dava tanta energia mentale. Avevo a disposizione marzo, aprile e maggio per dimostrare, che poi sono i mesi più importanti. Vuoi o non vuoi, gioco la partita di Coppa Italia contro la Lazio, avevamo perso ma io della mia prestazione ero soddisfatto, comunque avevo fatto una buona partita.
Sull'infortunio al ginocchio: "Poi la partita dopo di campionato non la gioco perchè la giocano Romagnoli e Musacchio, poi come dicevo nella partita col Torino Musacchio viene ammonito, era diffidato, e quindi la prossima avrei dovuto giocare io. Quella settimana li è la settimana in cui mi sono fatto male in allenamento. Li è stata difficile, li per la prima volta ho capito che cambiava qualcosa. Se dopo quell'infortunio che ho fatto, quel mese di allenamento che ho fatto, mi sentivo bene, ho detto vabbè quando prendi una buca cadi e ti rialzi. Li ho sentito che quella buca li era più un pozzo, avevo la sensazione brutta, quando ho sentito la botta ho sentito che il ginocchio mi si sgretolava dentro. Li ho sentito subito la gravità dell'infortunio, me ne sono reso conto. Li ho inizato a pensare che magari sbagliavo qualcosa io, vai a pensare di tutto"
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