Digao racconta l'attesa di Kakà prima di Milan-Real

Digao racconta l'attesa di Kakà prima di Milan-RealMilanNews.it
© foto di Filippo Gabutti
martedì 3 novembre 2009, 12:31News
di Antonio Vitiello
fonte intervista di tuttomercatoweb.com

A poche ore dal ritorno di Kakà a San Siro abbiamo raggiunto il fratello, Digao, che ci racconta tutto su questa sfida.

Come sarà questa vigilia di Milan-Real per Kakà?
"Un po' diversa, di grande attesa, emozioni e pensieri. Credo, però, sia già abituato a queste vigilie importanti".

Che effetto gli farà tornare a San Siro?
"Lì ha vissuto tante emozioni, sarà una cosa diversa dal solito, ma al Real sta vivendo un momento in cui devono fare risultato e le emozioni le lascerà da parte essendo un grande professionista".

Al Real si era parlato anche di Mancini al posto di Pellegrini
"Mancini è un grande allenatore, ha vinto tanto in Italia anche da giocatore, ma credo che rimarrà ancora Pellegrini. Ha cambiato tante cose e non è facile trovare in fretta il gioco, penso avrà ancora un po' di tempo e Mancini rimarrà una scelta importante in caso di cambiamento".

Parte della critica ha detto che i tifosi non dovranno considerare Kakà, tu cosa ti auguri?
"Credo che all'inizio, quando entrerà per il riscaldamento, qualche applauso ci sarà, ma dopo è giusto che i tifosi facciano così. Prima di Kakà tifano Milan ed è giusto che facciano così. Sono d'accordo comunque sul fatto che i tifosi gli riconoscano quanto ha vinto, sono persone intelligenti e penso abbiano capito perché è andato via".

Che partita sarà per il presidente Berlusconi che ha sempre considerato Kakà come un figlio?
"Questo non saprei, bisogna vedere quali sono le sue emozioni".

E invece per Kakà rivedere Berlusconi e Galliani?
"Ha già rivisto la dirigenza a Madrid, ma a San Siro sarà diverso. Il sentimento fuori dal campo rimarrà sempre".

Dopo la partita di Madrid Kakà cosa ti ha raccontato?
"Era dispiaciuto del risultato, è stata una partita molto strana dal punto di vista tattico ed emozionale, ma è abituato a riprendersi velocemente per guardare avanti".

Ti piacerebbe essere a San Siro oggi?
"Molto, anche io sono stato al Milan e so come preparano queste partite e che aria si respira quando c'è la Champions. Sarà sicuramente una partita bellissima, un po' come all'andata. Nel primo tempo poche occasioni, mentre alla fine entrambe cercheranno la vittoria".



Credi che il Milan si carichi davvero con la musichetta della Champions?
"In Coppa hanno una carica diversa. Hanno sempre vissuto questa competizione con emozione e grandi risultati, sanno come devono approcciarla e si caricano di più".

In campionato sono già quarti, ti aspettavi un recupero così?
"Sapevano che all'inizio sarebbe stato un momento difficile, tanto è cambiato a livello di giocatori ed allenatore, ma poi la ripresa doveva esserci prima o dopo. Sono contento che sia successo così in fretta e tifo perché alla fine possano lottare anche per lo scudetto".

Tu per chi tifi oggi?
"Per mio fratello perché oggi non sono al Milan".

Credi possa segnare un gol?
"E' un giocatore che quando entra in campo fa sempre paura e l'occasione gli capita sempre. Ha tanta voglia di far bene e vuol portare la squadra alla vittoria".

Cos'aveva nel cuore quest'estate quando ha preso l'aereo per Madrid?
"Quando si parte ci sono tanti sentimenti, sarebbe bugiardo dire che c'era solo l'allegria del trasferimento a Madrid o la tristezza per lasciare un club come il Milan. Ha vissuto sicuramente molte emozioni quando ha preso quell'aereo, ma era comunque convinto della sua scelta".

I tifosi si ricordano l'episodio in cui si affacciò alla finesta e disse che sarebbe rimasto sempre al Milan quando lo voleva il Manchester City. Tu a quei tifosi cosa dici?
"Dico sempre la stessa cosa, che finchè lui ha potuto scegliere ha scelto il Milan. Quando invece la società ha deciso di cederlo non era più una scelta sua e non aveva nulla da fare".

Ci sveli un segreto di tuo fratello?
"Non ha segreti, è molto trasparente in quello che fa. Un segreto che tutti sanno è la fede, una cosa che fa la differenza nella vita".

Da piccolo si sapeva già che sarebbe diventato così?
"Abbiamo sempre vissuto questo sogno, ma alla fine ha preso proporzioni incredibili. Da quando è diventato professionista abbiamo creduto potesse arrivare a grandi livelli, ma prima era solo un sogno".

Kakà come fratello maggiore chi è?
"Il mio migliore amico. Guardo quello che fa, quello che dice e come risolve le cose. Guardo il modo in cui vive la partita, per me è una persona da seguire".

Ti dà anche consigli?
"Certo. Quelli nel calcio sono i meno importanti, mi ha sempre consigliato su emozioni, vita e tanto altro".