Pagni: "Giampaolo cambia subito il Milan: non è confusione, ma un segnale di forza e di intelligenza"

Non è tanto la sconfitta. Ma per come è arrivata. Senza un tiro in porta, subendo la fisicità e la corsa dell’Udinese per lunghi tratti della partita. E’ questo che ha colpito negativamente i tifosi milanisti. Era preventivabile, perché l’infortunio di Lucas Biglia ha costretto Hakan Calhanoglu a improvvisarsi regista davanti alla difesa. Mentre la posizione intransigente di Marco Giampaolo, che non ha voluto schierare gli ultimi arrivati per i pochi allenamenti alle spalle, ha portato l’allenatore rossonero a schierare solo giocatori della stagione scorsa. Ne è uscita una formazione che dopo nemmeno 20 minuti è andata in confusione, mettendo in evidenza giocatori fuori ruolo e non abbastanza convinti di poter giocare in determinate posizioni.
Ma non è solo questo. Era prevedibile che la partenza sarebbe stata difficile, perché Giampaolo cerca la perfezione nei meccanismi di gioco. E i giocatori troppo preoccupati a seguire i movimenti imparati in allenamento hanno finito “per perdere i tempi di gioco”, come ha detto Giovanni Galeone, ex allenatore di Udinese, Pescara e Napoli nonché mentore di Giampaolo. In pratica, i giocatori del Milan erano troppo impegnati a pensare a come eseguire al meglio gli schemi assimilati durante la preparazione a Milanello che a inseguire gli avversari o trovare il modo di rendersi pericolosi in attacco. Un errore da matita rossa, perchè – sempre citando Galeone – nel calcio “il pensiero è pericoloso”.
Ma quanto accaduto è apparso subito chiaro a Marco Giampaolo mentre avveniva sotto ai suoi occhi. Così come le difficoltà di Suso a giocare da trequartista. Così come il lavoro sfiancante di Piatek che lo ha di fatto disinnescato, Non ha perso tempo a riflettere durante la settimana, non ha avuto bisogno di rivedere la partita. Così come ha sbagliato l’approccio alla gara, nel pos partita ha subito capito dove correggersi.
Molti lo hanno contestato perché avrebbe dovuto difendere la squadra e trovare giustificazioni e trincerarsi dietro frasi di circostanza Il Bollettino, invece, lo ha apprezzato molto. E’ sintomo di intelligenza e anche di forza non arroccarsi nelle proprie convinzioni, non insistere davanti all’evidenza e ammettere gli errori. Ma Giampaolo ha dimostrato anche grade lucidità e prepatazione tattica, presentandosi – di fatto – alle telecamere sapendo già come intervenire.
Guardando i movimenti di Piatek nella prima partita “vera” ha capito che deve giocare da prima punta, con alle spalle due tre quartisti. Contro il Brescia saranno Suso e Calhanoglu, in attesa del pieno recupero di Bonaventura. Ma non è detto che poi non lo sia anche Paquetà. Il quale, per il momento, giocherà mezz’ala con Kessie. In regia, ci sarà l’esordio dall’inizio di Ismael Bennacer: del resto, è stato ingaggiato proprio per questo.
Con sano spirito pratico, Giampaolo sa che non può sbagliare la prima partita in casa, dove si potrebbe arrivare a 60mila spettatori, tenendo conto che ieri è stata aperta la prevendita al terzo anello. Poi ci saranno due settimane di allenamenti per recuperare gli infortunati (in primis Hernandez) e preparare i nuovi. E magari, chissà, anche gli ingaggi last minute.

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