Pagni: "Molto rosso (costi) e poco nero (ricavi): ecco il bilancio del Milan"

Questo il pensiero di Luca Pagni sul proprio blog personale:
"Una traversata nel deserto: il ritorno del Milan tra i grandi d’Europa sarà un percorso lungo e per nulla comodo. Perché il fondo Elliott, da poco più di un anno proprietario a tutti gli effetti del club rossonero, ha scelto la strada che nel medio periodo dovrà portare a una gestione economicamente sana, con la società in grado ai autofinanziarsi, ma che nel breve periodo non consente immediati sogni di gloria. Una politica di piccoli passi che – come il Bollettino ha sottolineato più di una volta – ha come punti fondamentali la costruzione di una squadra a partire da un gruppo di giovani di qualità da ingaggiare quando le valutazioni sono ancora basse, un allenatore che porti una idea di gioco che appassioni i tifosi e l’avvio del progetto per un nuovo stadio con il quale far decollare i ricavi. Giusto per dare una idea: dalla vendita di biglietti ora il Milan arriva a 35 milioni all’anno, il Barcellona (anche grazie agli accordi con gli abbonamenti corporate) arriva a 135 milioni.
Di tutto questo si è avuta conferma nella riunione del consiglio di amministrazione del Milan che si è tenuto ieri. Di cosa si è parlato? Dei conti del primo semestre dell’anno, che portano alla chiusura dell’esercizio 2018-2019 che verrà presentato a ottobre. Il bilancio presenta un risultato negativo per quasi 90 milioni, che fa seguito al “rosso” per 122 milioni dell’anno prima. Nonostante i numeri per nulla brillanti, la situazione finanziaria è sotto controllo: perché tra luglio e agosto 2018 sono stati versati nelle casse del club rossonero 170,5 milioni. Sono serviti per finanziarie la gestione corrente e rimborsare i due bond emessi della società sulla Borsa di Vienna per un ammontare totale di 123 milioni. Grazie a questa iniezione di fondi, non è stato necessario ricorrere a un nuovo aumento di capitali.
E’ un fatto positivo o negativo? Dal punto di vista finanziario significa che i conti sono sotto controllo, nonostante il passivo. Ma la situazione rimane comunque difficile. Per un semplice motivo: Elliott deve confrontarsi con l’eredità dalla situazione precedente, con un costo della rosa (tra ingaggi e ammortamento) che supera i ricavi. A cui vanno aggiunte tutte le altre uscite. In pratica, il Milan spende molto più di quanto incassa.
Boban e Maldini hanno provato a ridurre la spesa per gli ingaggi, acquisendo le prestazioni di una serie di giovani che non prendono più di 1,5 milioni all’anno e cercando di liberarsi di giocatori che ne predono 2 o anche di più. Ma proprio l’ingaggio eccessivo è stato l’ostacolo che ha impedito il concretizzarsi di una serie di trasferimenti (Silva, Rodriguez, Laxalt, Conti). In qualche altro caso, non sono arrivare le offerte economiche che il Milan si aspettava di ricevere (Suso, Donnarumma). Risultato: a parte i giocatori arrivati a fine contratto (Abate, Mauri, Bertolacci, Montolivo), sono usciti solo Cutrone (che partiva da un ingaggio basso) e Strinic.
In pratica: il Milan deve aspettare che alcuni contratti arrivino a scadenza per limitare i costi. Se non ci sarà un aumento consistente di entrate (per esempio la qualificazione in Champions per la prossima edizione) o nuove iniziative commerciali, Elliott dovrà intervenire con nuovi capitali. Ai tifosi che contestano a Elliott di non investire abbastanza, la società ricorda che è stato stretto un accordo con l’Uefa per il rispetto delle regole del fair play finanziario e che intende rispettarlo per non incorrere in nuove possibili sanzioni.
Riassumendo: la traversata sarà lunga. Ma se uno va a vedere anche la Juventus dopo la retrocessione e ancora di più l’Inter dopo l’addio di Moratti hanno impiegato tempo prima di tornare protagonisti".

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