Pioli, contro il Cagliari ha raggiunto la presenza numero 60 in rossonero: il cammino del “Normal one”

Pioli, contro il Cagliari ha raggiunto la presenza numero 60 in rossonero: il cammino del “Normal one”MilanNews.it
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mercoledì 20 gennaio 2021, 15:59News
di Redazione MilanNews
fonte di Giovanni Picchi

Dategli del “Normal one", a lui non interessa. Ma – come ripete spesso – occhio a non confondere l’educazione con la mancanza di personalità. Pioli è un uomo vecchio stampo, un “signore”, si perdoni la banalità, ma tremendamente efficace. E’ uno che, a 55 anni, ha ancora la bacheca vuota, ma un passato che tanti sognano. Nemmeno troppi anni fa sedeva sulle panchine di Salernitana, Modena, Grosseto. Ha fatto la gavetta, che male c’è, si è distinto ed è arrivato in Serie A, allenando Lazio, Inter, Fiorentina e, adesso, il Milan. Sempre (o quasi) con profitto. Non avrà ancora alzato nessuna coppa, ma quello sta facendo in via Aldo Rossi è qualcosa di formidabile. Appena ha firmato il contratto, già veniva criticato da giornalisti e opinionisti, e l’hashtag #PioliOut era uno dei più condivisi sui social. Ha preso una squadra sfiduciata, ai margini della zona retrocessione, con l’aggravante di una storia alle spalle mica da poco; al primo anno l’ha portata in Europa League e, adesso, giganteggia in campionato, là davanti a tutti. I giornali lo elogiano, gli stessi tifosi che lo contestavano adesso tweettano #Pioliisonfire. Chiamatelo normale...

INGRESSO NON FACILE I primi mesi dopo un cambio alla guida, si sa, non sono mai facili, ma i tifosi del Milan avevano esaurito tutta la pazienza con Giampaolo. L’esordio di Pioli non è stato dei più felici: un 2-2 in casa con il Lecce, con pareggio di Calderoni nei minuti di recupero. Fischi a volontà. Pioli non trovava la chiave in campo, nello spogliatoio le liti (con Kessie e Calabria soprattutto) erano all’ordine del giorno. Nel 2019 la sua squadra ha faticato e non poco, nelle ultime 10 partite dell’anno, anche per un calendario complesso, ha ottenuto appena 3 vittorie, con 3 pareggi e 4 sconfitte. L’ultima gara dell’anno, poi, un disastro totale: un 5-0 preso a Bergamo che ha fatto male, il cammino del mister parmigiano sembrava arrivato al termine. Ma è stata solo un’impressione.

IL LAVORO DELLA DIRIGENZA La svolta è arrivata quando ormai sembrava essere arrivati al punto di non ritorno, tutti davano il Milan per spacciato. Tutti tranne uno. Pioli non si è lasciato abbattere ed ha continuato a lavorare, e la società gli ha dato una mano. Il mercato di gennaio ha portato Ibrahimovic, Kjaer e Saelemaekers, per un dispendio totale di poco più di 10 milioni di euro. Sono arrivati due giocatori dati ormai per finiti e un ragazzino sconosciuto, che faceva panchina all’Anderlecht, ma sono diventati calciatori di grandissimo livello. I manuali del calcio parleranno di tre nuovi innesti, ma in realtà sono stati quattro. Con il 4-2-3-1, il nuovo modulo adottato da Pioli, è esploso anche Ante Rebic, che fino ad allora era stato praticamente nullo: a simboleggiare la sua crescita la doppietta da 3 punti contro l’Udinese. E sono arrivati anche i risultati.

POST LOCK-DOWN DA SOGNO Il 2020 è stato uno degli anni più difficili per tutto il mondo negli ultimi anni, ma Stefano Pioli ne conserverà inevitabilmente ricordi gradevoli. Già da gennaio l’aria era cambiata, ma nel post-lockdown il Milan è esploso. Bel gioco, risultati e tanti gol, a scacciare via i fantasmi della sterilità offensiva degli ultimi anni. Delle stesse 10 partite con cui aveva aperto la sua avventura rossonera, nel girone di ritorno Pioli ne ha vinte 7, battendo, tra le altre, Roma, Lazio e Juventus. Ibra e Rebic facevano faville là davanti, Calhanoglu è sbocciato, nelle retrovie il roccioso Kjaer è diventato leader, ma tutto il Milan è migliorato in modo esponenziale. Dopo il lockdown il Diavolo ha fatto più punti di tutti, chiudendo il campionato al 6° posto. Pioli e Ibra, inevitabilmente, sono stati confermati.

LA NUOVA STAGIONE ED IL PRESENTE Il passato del tecnico rossonero parla chiaro: Pioli alla seconda stagione nello stesso club fatica. Al Milan non è successo, anzi è riuscito addirittura a fare meglio. Il Diavolo ha vinto la classifica per quello che riguarda il 2020, e adesso le ambizioni sono cambiate. Pioli ha portato la squadra ai sedicesimi di Europa League come prima del girone, ai quarti di Coppa Italia ed è primo in campionato in solitaria dalla 4° giornata. Ed il Milan, nonostante le tante assenze, ha vinto anche a Cagliari, laureandosi Campione d’Inverno. Proprio in Sardegna, il “Normal one” ha raggiunto quota 60 panchine in rossonero, alla faccia di chi gli dava del traghettatore. Alla fine, questo soprannome non gli dispiace nemmeno troppo, “se per normale s’intende uno che ha voglia di crescere e migliorarsi sempre”. E allora, evviva la normalità!