André Silva: "Difficile il calcio italiano, sono solo e fatico con la lingua. Voglio migliorare il piede sinistro"

André Silva: "Difficile il calcio italiano, sono solo e fatico con la lingua. Voglio migliorare il piede sinistro"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 26 maggio 2018, 16:30Primo Piano
di Daniele Castagna
fonte acmilan.com

André Silva si racconta a «Forza Milan!», soffermandosi sulle origini: "È la prima volta che vivo lontano da casa e dalla spiaggia, sono abituato a «respirare» il sale. Spesso passeggiavo o andavo in bicicletta sul litorale, ma le cose cambiano e bisogna sempre guardare avanti"". Idee chiare sul Mondiale alle porte "Dobbiamo essere convinti delle nostre possibilità, non andremo in Russia solo per divertimento".

Da bambino hai praticato karate, nuoto e hockey su pista, disciplina in cui il Portogallo è molto forte...
"Sì, l'hockey su pista l'ho praticato soprattutto per imparare ad andare sui pattini, inoltre mi piace andare in bicicletta e sul kart. Ma devo andarci con gli amici, da solo non posso".

Che cosa ti manca di più del Portogallo?
"La famiglia. È molto numerosa, sono cresciuto con i miei genitori, con mio fratello e con i miei cugini. In vacanza, se non andavo con i miei amici, stavo con loro. La mia famiglia è molto unita, a ogni compleanno eravamo tutti presenti, ogni domenica ci si ritrovava tutti insieme".

Sogni di vincere il Mondiale?
"Sì, è il sogno di tutti i calciatori. Sappiamo che sarà difficile, tutti pensano a vincere nel nostro girone: Spagna, Iran e Marocco. Ma dobbiamo essere convinti delle nostre possibilità, non andremo in Russia solo per divertimento".

Quanto è stato difficile adattarsi al calcio italiano? È noto per la grande tattica: ti ha disturbato quello o piuttosto la preparazione fisica differente?
"La preparazione fisica diversa non è importante, perché sono forte da quel punto di vista. La difficoltà principale è adattarsi allo stile di vita, al cambiamento di abitudini: la lingua, le persone, la squadra. Non sono italiano e sono qua da solo, parlo solo il portoghese mentre gli altri parlano italiano e molti in spagnolo".

Tuo padre ti ha aiutato nella carriera?
"Sì, mi ha seguito in tutte le partite, da bambino spesso guardava anche gli allenamenti. Comprò anche una videocamera per filmare le gare e poterle ricordare in futuro. Ora purtroppo non riesco più a guardarle, erano in formato VHS".

Cosa pensi ti manchi come giocatore, per migliorare ulteriormente?
"Devo migliorare nell'uso del piede sinistro. Ma non solo, posso migliorare nel dribbling e nel tiro in porta. Si può sempre progredire, non mi pongo limiti".

Qual è il tuo difetto?
"Forse penso troppo al lavoro e poco al riposo. Se ho un traguardo, lo inseguo e non penso ad altro. Se qualcosa mi piace, lo voglio subito".