Basta mediocrità: quest'estate il Milan ha bisogno di scelte forti

Il Milan si avvia al finale della sua stagione e la domanda che accompagna l'universo rossonero in questi giorni è una sola: "La Coppa Italia salva o meno la stagione?". La risposta, per quanto visto quest'anno, si può già dare: no, potrebbe al massimo renderla meno amara, non basta una Coppa Italia. Chiaramente è molto importante che i rossoneri facciano di tutto per vincere il trofeo per guadagnarsi l'Europa l'anno prossimo e per tuffarsi nella nuova stagione con la consapevolezza che non si può più sbagliare.
Cosa si è sbagliato
La stagione di quest'anno si è aperta - per il secondo anno consecutivo - senza un direttore sportivo e con una scelta dell'allenatore travagliata e che ha visto la dirigenza tornare sui propri passi sulla prima opzione (Lopetegui) e scegliere un profilo non di grido rispetto a tutti quelli che erano disponibili sulla piazza (Antonio Conte su tutti). Un errore non compreso, come dimostrato qualche mese dopo quando Fonseca è stato sollevato dall'incarico per fare posto a Conceicao. E non sono neanche tanto le scelte in sè ma come la dirigenza (non) le ha difese nel corso dell'anno: due tecnici che sono stati lasciati in troppe occasioni soli. E poi la questione squadra: dal mercato totalmente rivoluzionato a metà anno, fino a una presenza poco incisiva del gruppo di lavoro dirigenziale a Milanello che è progressivamente scomparso con il passare dell'anno.
Scelte forti e mediocrità
La parola d'ordine per la prossima estate, dunque, è una sola: "scelte forti". In tutti questi tre ambiti. Si deve partire dalla testa, dalla dirigenza. La scelta del direttore sportivo è necessario che arrivi il prima possibile, in modo tale che si possa iniziare a programmare l'anno prossimo e non si perda tempo: una squadra che vuole competere su più fronti e con il blasone rossonero, non può non avere un direttore sportivo. E non basta fare una scelta, ma devono essere definite bene le gerarchie interne per evitare il caos di potere che si è verificato quest'anno. Se sarà rispettato questo ordine intrinseco, a quel punto sarà fondamentale scegliere un allenatore di livello, un vincente che possa dare un'identità precisa alla squadra che, a sua volta, dovrà essere costruita con intelligenza. Si deve prendere una decisione al più presto su chi sono i leader, chi trattenere e chi lasciar partire, già pensando a sostituti adeguati. Solo così, solo son scelte forti, il Milan può pensare di risollevarsi dalla mediocrità in cui è finito.

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