Conquistare Milano e il Milan in una notte: la personalità straripante di Mike Maignan

Conquistare Milano e il Milan in una notte: la personalità straripante di Mike MaignanMilanNews.it
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domenica 6 febbraio 2022, 16:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

A volte per vincere un derby non bastano solo qualità, tecnica, idee di gioco o schemi ben collaudati: è la personalità a fare la differenza. Ed andando a spulciare il vocabolario calcistico, alla voce “Personalità”, tra i sinonimi troviamo “Mike Maignan”.

Qualche mese fa, quando ancora il futuro di Donnarumma era nebuloso e iniziavano ad arrivare le prime voci sul portiere ex Lille, il giornalista de L’Equipe Valentin Pauluzzi ce lo raccontava così (se siete curiosi trovate qui l’intervista integrale): “Maignan lo vidi a San Siro nel match di Europa League fra Milan e Lille. Nel silenzio dello stadio si sentiva solo lui. Urlava, guidava i compagni anche sul 3-0. Lì mi sono accorto che ha personalità e carattere, oltre ad avere qualità tecniche. Questa cosa qua mi è rimasta impressa, può sicuramente essere un portiere da grande squadra. Poi lui da giovane è cresciuto nel Paris Saint-Germain e in allenamento aveva contro Ibrahimovic, Cavani e Lavezzi. Sa già che cos’è il contesto di un grande club”. Una considerazione che rispecchia appieno quello che è e che offre il portierone francese: ieri l’ennesima dimostrazione in stagione.

Scrivo “ennesima” perché Maignan ha dimostrato già dal giorno 1 in rossonero di saper sopportare senza problemi sulle sue larghe spalle il peso importante della divisa rossonera e quello, soprattutto a livello mediatico, dell’eredità di un gran portiere come Donnarumma. In Samp-Milan, prima di campionato, si presenta con degli ottimi interventi e soprattutto mettendo in mostra i suoi piedi da regista: un suo lancio per poco non porta direttamente ad un gol di Leao. Da lì in avanti Maignan diventa protagonista di una statistica molto particolare: l’indice di verticalità. Il sito ufficiale della Lega Serie A, che dopo ogni partita raccoglie dati e stats varie, spiega così questo parametro: “Numero di giocatori avversari superati da un passaggio verticale. Calcolato solo se il passaggio è andato a buon fine. Dà idea di quanto un giocatore tenda a superare le linee di pressione avversarie”. Il numero 16 rossonero è sempre presente, spesso nelle prime posizioni, in questa particolare classifica di ogni match disputato in campionato. Per soli tredici milioni più bonus il Milan si è portato a casa non solo un portiere molto abile tra i pali, ma anche un regista arretrato aggiunto: sono i dati a parlare.

Continuando a parlare di personalità, è giusto ripercorrere questi primi mesi all’ombra della Madonnina di Maignan, talmente pregni di avvenimenti in un lasso temporale abbastanza ristretto a tal punto che sembra che l’estremo difensore vesta i colori del club di via Aldo rossi da tantissimo tempo. Eppure sono passati poco meno di 4 mesi da quando il Milan comunicava che “Mike Maignan si è sottoposto ad un esame artroscopico che ha evidenziato la lesione di un legamento del polso sinistro che è stata riparata. È stata inoltre posizionata una vite percutanea nello scafoide per una sofferenza vascolare”, aggiungendo inoltre che “Seguirà una immobilizzazione di sei settimane e successivamente si procederà con il protocollo riabilitativo. Il rientro di Maignan in campo è previsto tra 10 settimane”. In quei giorni sembrava che il giocatore sarebbe potuto tornare in campo solo nel 2022, ma è evidente che non stiamo parlando di un atleta che rientra nei canoni dell’ordinario: Maignan è palesemente nella categoria dello straordinario. L’estremo difensore, dopo ore di duro lavoro e sudore a Milanello, recupera ben prima del previsto: il 28 novembre torna a calcare il prato verde di San Siro da titolare (qui la nostra anticipazione del 22 novembre), dopo aver praticamente dimezzato i tempi di recupero previsti.

Volendo riassumere in poche righe questi “pazzi” mesi: Maignan arriva al Milan per raccogliere la pesante eredità di Donnarumma, si presenta ai tifosi rossoneri e al mondo intero parando un rigore a Salah ad Anfield (!!), si fa male (e che male) al polso, si opera, fa un recupero lampo e torna con ancora più voglia ed efficacia di prima, fino ad arrivare alla strabiliante prestazione di ieri sera, nel suo primo derby di Milano. Oltre agli interventi, fondamentali ed esaltanti, sul tiro deviato di Brozovic e alla botta a colpo sicuro a tu per tu di Dumfries, quello che ha impressionato è la sicurezza e la capacità di tenere in piedi tutto il reparto difensivo mentre l’Inter proseguiva con le sue sfuriate. Ci sono altre due episodi che fotografano la serata praticamente perfetta di Magic Mike: la lucida follia nell’uscita sulla trequarti, a pochi minuti dalla fine del primo tempo, per togliere palla in scivolata a Calhangolu innescato benissimo da Brozovic; il tutto condito da un colpo di tacco per dribblare i due avversari nerazzurri arrivati a pressare il portiere fuori dall’area. Gran parte del popolo rossonero avrà saltato un paio di battiti cardiaci, ma la scelta si è rivelata più che efficace. La seconda giocata arriva ad inizio ripresa, quando Lautaro serve Dumfries sulla destra, l’olandese riesce ad arrivare sul fondo e mettere in mezzo uno di quei cross bassi e tesi velenosi, uno di quei palloni che basta davvero sfiorare per farli finire in rete. Il bersaglio del passaggio era Perisic, che si era liberato della marcatura di Calabria e aveva tagliato in modo efficace verso il centro: Maignan sbatte la porta in faccia al croato con un’uscita bassa coraggiosissima, la sua testa arriva a pochi centimetri dai piedi dell’attaccante, e che denota una lettura di gioco eccellente. Un intervento magari poco appariscente, ma di una difficoltà notevole.

In realtà c’è anche un terza giocata da segnalare, ma questa è postuma alla partita e Mike la fa sui social: "Ieri quando ho voluto, come al solito, parcheggiare la macchina allo stadio, il parcheggiatore mi ha detto: 'Scusa, ma oggi la tua macchina deve stare fuori! Questa è la casa dell'Inter in questo fine settimana'. Io gli ho risposto: 'Hai appena cambiato l'arredamento senza il mio permesso! San Siro mi è stata presentato come la casa del Milan”. Questa mattina il portierone ha voluto infiammare ancora di più l’ambiente, già indiavolato dopo la doppietta decisiva di Giroud di ieri sera. E anche in questo caso, la personalità non gli è mancata. Milano è tornata rossonera, e dopo qualche tempo i tifosi sono tornati ad avere un campione tra i pali da amare senza paura.