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Carvalhal: "Leão, giocatore fantastico. Lo preferisco da esterno. 20 gol? Difficile..."

ESCLUSIVA MN - Carvalhal: "Leão, giocatore fantastico. Lo preferisco da esterno. 20 gol? Difficile..."MilanNews.it
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di Redazione MilanNews

Carlos Carvalhal, ex allenatore portoghese di Braga, Sporting Lisbona, Besiktas e Olympiacos ha rilasciato un'intervista esclusiva al giornalista Alessandro Schiavone per MilanNews.it. Queste le sue parole su Rafa Leao.

Sull'idea che si è fatto del Rafael Leão calciatore:

"Per me Rafael Leão è un giocatore fantastico e pericoloso. Uno che ha il gol nelle sue corde. Ma è fondamentale studiarlo come persona e capire che lui non sarà mai il tipo di calciatore che darà una mano al 100% in fase di organizzazione difensiva. Lui dando il minimo alla squadra dà il massimo, punto. Ecco il suo compito. Ma per rendere al massimo ha bisogno della fiducia dell'allenatore, dei colleghi e dell'ambiente. E Rafa quando ha fiducia è uno dei migliori al mondo in quella posizione di esterno d'attacco a sinistra".

I suoi connazionali Fonseca e Conceiçao proprio non riuscivano ad entrare nella sua testa. E a parte qualche eccezione Rafa non dava mai un contributo in fase difensiva. Lei se fosse il suo allenatore lo 'risparmierebbe' senza palla o gli chiederebbe di essere il primo difensore?

"Dipenderebbe dalle dinamiche. Io giocatori come Leão li ho già allenati nella mia carriera. Mi riferisco a Quaresma e a Iago Aspas al Celta Vigo anche se quest'ultimo una mano in difesa la dava...".

Leggendo tra le righe Leão le ricorda Quaresma: un 'maverick', un fuoriclasse individualista non conformista. Ovvero uno che pensa più a se stesso che alla squadra?

"Alcune cose nel loro modo di giocare e pensare sono simili, sì. E gli allenatori con Quaresma avevano questa problema qui: non potevano aspettarsi che desse il 100% senza palla e quindi dovevano trovargli un altra collocazione tattica. Chiedendogli il minimo Quaresma dava il massimo. E con questo cosa vorrei dire? Che la squadra scende a compromessi e accetta un atteggiamento del genere solo se questo calciatore poi ti fa vincere le partite a suon di gol e assist. Per ciò che riguarda Leão è importante dargli un compito preciso e spiegargli esattamente cosa deve fare nel suo' minimo'. In nazionale quando la squadra si abbassa per difendere a lui viene chiesto di rimanere in una posizione più alta per poi sfruttarlo nell'eventuale contropiede. Lo stesso vale per Cristiano Ronaldo. Però giocando così, un suo compagno di squadra deve spostarsi a sinistra per 'coprirlo'. Tutto sommato, una squadra può trarre benefici da un giocatore così. E io un jugador simile, che aiutava pochissimo in fase di non possesso, l'ho allenato al Besiktas. Si chiamava Quaresma...".

Però questo atteggiamento da prima donna va accettato solo se poi contribuisce in fase d'attacco con numeri importanti. Altrimenti se non aiuta in difesa e non fa vincere le sue squadre questo tipo di calciatore diventa una presenza ingombrante? 

"Infatti è questo il mio punto. Se lo lasci libero poi però ti aspetti di ricevere il massimo indietro. I compagni accettano solo di sacrificarsi se poi il giocatore in questione e nel caso dei rossoneri Leão, quando ha la palla fa gol e ti fa vincere le partite da solo. In quel caso l'autostima dei compagni, dello staff e dei tifosi e di tutto l'ambiente crescerebbe grazie a lui. Però se viene a mancare il contributo offensivo questo atteggiamento diventa una grana".

In tanti si chiedono: ma Leão è un grande giocatore o un giocatore dal grande potenziale?

"Io dico sempre che ci sono grandi giocatori che giocano a calcio e grandi giocatori di calcio. Cosa voglio dire? Che esistono giocatori che capiscono il gioco del calcio e quelli che giocano a calcio e basta. Joao Moutinho ad esempio è uno che di calcio ne capisce... e se lo metti a giocare come attaccante lui lo farebbe senza problemi perché conosce a memoria questo sport...".

Mikel Merino dell'Arsenal e della Spagna ne è un altro: 18 gol nell'anno solare da falso nueve.

"Sì, esatto. Ci sono giocatori che hanno queste conoscenze calcistiche mentre altri capiscono solo la loro 'posizione' e se li metti in un altro ruolo per loro diventa tutto più difficile. E Rafael Leão, che io considero un calciatore fantastico, conosce a memoria i principi di gioco della sua posizione di ala sinistra. Quando però ha autostima parliamo di un giocatore di grandissima qualità...".

Dove sarebbe Leão oggi se avesse la fame, l'attitudine al lavoro e la dedizione di Cristiano Ronaldo?

"Eeeh... difficile saperlo (scuote la testa, ndr). Tutto si può dire di Leão ma non che sia un 'fighter'. E quando un giocatore non è un lottatore non aspettarti che lo diventerà in futuro. Può migliorare da questo punto di vista e aiutare... ma non avrà mai queste caratteristiche naturali. In un giocatore come Leão bisogna entrarci dentro. Tocca entrare nella sua testa e capire quali tasti toccare, quali siano suoi valori e di cosa abbia bisogno per entrare in sintonia con sé stesso. Per capirlo come giocatore bisogna prima imparare a conoscerlo come persona... solo facendo così possiamo farlo rendere al massimo in campo. Rafa poi ha un carattere particolare: non puoi buttarlo nella mischia e dirgli 'fai questo'. Insomma è un un pò speciale...".

Allegri si aspetta 20 gol da lui entro fine stagione. Oggi è a quota cinque. Ma da punta centrale, ruolo nuovo per lui. Può farcela?

"Io lo preferisco in transizione e con spazio davanti da attaccare. Il calcio italiano quanto ad organizzazione tattica è di un altro livello. Ma lui con quei pochi spazi da attaccare può sempre fare gol. Detto questo, io per lui la vedo difficile fare la differenza contro difesa chiuse, compatte e blocchi bassi. Perciò lo preferisco da esterno. Ma se Allegri è convinto che possa fare 20 gol da punta chi sono io per contraddirlo?".

Quindi sì o no i 20 gol?

"È una bel sfida... ma perché no?".

Se dovesse ritirarsi domani parleremmo di talento sprecato visto il potenziale a disposizione?

"Bella domanda... il potenziale di Rafa è di un altissimo livello. Ma la cosa più importante è la continuità... e ci sono giocatori come Nani, Quaresma che peccavano in questo. Lo stesso vale per Rafa! Io sono convinto che se Quaresma e Nani si mettessero ad analizzare le loro carriere si direbbero: 'se avessimo avuto un altro atteggiamento e più ambizione avremmo potuto essere come Cristiano Ronaldo o Figo'. Secondo me loro due hanno questo rimpianto e credo che Leão a fine carriera avrà lo stessi rammarico. Si rinfaccerà di non aver avuto un'altra testa, la giusta cattiveria agonistica, continuità di rendimento e fame di migliorare sempre di più, dicendosi che sarebbe potuto diventare uno dei più grandi della storia del calcio. Alla fine l'importante è che giocatori così ti diano il massimo, tenendo conto, come detto, delle loro personalità".

Forse per il suo bene potrebbe essere ora di provare un altro campionato come Premier o Liga per ritrovare nuovi stimoli?

"Per trovare nuove motivazioni, forse. Quando Quaresma andò negli Emirati non era lo stesso giocatore motivato del Besiktas. In Turchia era un giocatore completamente diverso. A volte cambiare ambiente fa miracoli... soprattutto a livello di autostima."

Beh, basta vedere João Felix: da oggetto misterioso all'Atleti, al Chelsea e al Milan a fenomeno in Saudi Pro League: 14 gol in 16 partite all'All Nassr.

"Ottimo esempio: parliamo di un giocatore con grandissime qualità. Ora gioca finalmente in una posizione che piace a lui. Un piccolo dettaglio che fa tutta la differenza del mondo. Essere un'ala sinistra che si accentra è un conto... Giocare da vero 10 è tutta un altra cosa però per lui. Ecco perché João ha finalmente ritrovato fiducia".