Perché non pensare in grande? Se a gennaio aiutano Allegri... Il calcetto di Guida. Simulazioni ed esultanze: rossoneri alla gogna. Giornalisti (e opinionisti) tifosi
Lasciamo perdere le discussioni datate sul valore del calcio italiano: da più parti leggo e sento che la classifica così corta in testa è dovuta ad un abbassamento di livello, tesi corroborata dai risultati in Europa di Napoli e Juventus in particolare e dall'assenza del Milan. Penso personalmente che i valori si siano avvicinati proprio grazie ai rossoneri, non così lontani dalle più forti (lo dimostrano la classifica stessa, ma anche i primi risultati negli scontri diretti) e dalla crescita della Roma. Su queste due squadre l'incidenza degli allenatori è forte e chiara.
Sia ad Allegri che a Gasperini manca il centravanti dalla Vlahovic, o alla Lautaro: quelli che ci mettono una pezza, quelli che nascondono le magagne di una partita, quelli che ti danno una mano quando boccheggi. Al momento è difficile immaginare che a gennaio le cose possano sistemarsi, se (tra l'altro) i nomi che leggiamo dovessero davvero essere obiettivi per il Milan, tipo Pellegrino del Parma. Con tutto il rispetto. La Roma non riesce a trovarne uno tra Dovbik e Ferguson, Allegri non riesce a far decollare Gimenez che tra l'altro adesso è parcheggiato per un po'.
Pensare in grande si può, a condizione che la coppia Leao-Pulisic compensi la mancanza di un cannoniere vero e proprio, a condizione che qualcosa in gennaio venga fatto. Fanno sorridere anche le critiche, le perplessità su Nkunku: non è mai stato una prima punta, semmai un'ala destra o un trequartista. Non si può chiedere (proprio a lui di snaturarsi) allo scopo. L'intelaiatura è deficitaria, ma Allegri ha comunque messo in pista un prototipo robusto, affidabile, potente. Serve benzina, servono gol.
A proposito di Gimenez. E' rimasto l'unico simultatore del calcio europeo per aver accentuato la spinta ricevuta da Parisi contro la Fiorentina: tutti gli altri, in serie A come all'estero, fanno sceneggiate teatrali e cinematografiche, ma il cattivone, l'imbroglione, il guitto è solo il messicano. Vale anche per Saelemaekers: non è il romanista Mancini quello che sta sempre 90' borderline o sopra le righe, è il belga rossonero a fomentare la reazione - in alcuni casi decisamente scomposta - dei romanisti (tifosi compresi) e per qualcuno addirittura si meritava il rosso per l'esultanza eccessiva in faccia a Guida.
Credo che quell'episodio circoscritto sia stato assolutamente casuale. Saelemakers ha esultato come un ossesso per un rigore parato che pesa tantissimo sulla classifica e sul cammino della squadra, che ha ritrovato così la vittoria dopo una breve striscia di pareggi, casualmente Guida era proprio lì. Così come personalmente credo che Guida gli abbia dato quel calcetto, in risposta, come una sorta di buffetto basso: se non un gesto affettuso, comunque un implicito monito a non fare il pirla. Non ho visto niente di eclatante né nell'esultanza del primo, né in quel buffetto basso dell'arbitro. Le lenti di ingrandimento scovano il veleno anche dove c'è solo erba.
A proposito di episodi circoscritti. Abbiamo passato metà della settimana ingolfati sui social, sui giornali, sulle emittenti radiotelevisive, al bar, in tram, sui cellulari dall'esultanza di due stagisti al gol dell'Inter in extremis a Verona, in diretta su Sky alle spalle del conduttore Luca Tommasini, sfocati dietro le vetrate annerite che separano lo studio dalla redazione. Fiumi di sdegno e di retorica, compresa una lettera e merà tra il clericale e il militare del direttore Ferri che ha sospeso temporaneamente i due malcapitati.
Le redazioni e le tribune stampa, come le emittenti e i social, sono piene di giornalisti e/o pseudo tali che fanno un tifo sfrenato per questa o per quell'altra squadra, ma anche di giornalisti o pseudo tali che non sanno l'italiano, non conoscono la materia di cui si occupano, non hanno insegnanti, né guide, né vecchi maestri che si occupino di loro. Sarei più disponibile (e casomai feroce nell'apprendimento) con quest'ultima branchia della professione, rispetto alla retorica moralità e severità riservata ai due stagisti. I quali evidentemente, hanno già scoperto (come me ventenne negli anni '80) che tutti, tutti, tutti i loro navigati colleghi sono tifosi. I quali hanno già scoperto (come me ventenne negli anni '80) che gli opinionisti sono sovente faziosi quanto chi paga il biglietto. I quali hanno già scoperto (come me ventenne negli anni '80, cioè più di 40 anni fa) come sia ipocrita il mondo del calcio in campo, fuori dal campo, sui piccoli e sui grandi schermi. E quanto il degrado di questo meravigliosa professiona non sia tanto nei colori del cuore che ogni tanto offuscano il cervello, quanto nell'etica e nella conoscenza. Nell'abnegazione quotidiana. E, possibilmente, nell'obiettività quando i riflettori sono accesi.

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati
Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso ad A.C. Milan
