Gazzetta - Due anni fa nasceva il Milan di Pioli post lockdown. Ora la chiusura del cerchio

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© foto di DANIELE MASCOLO
sabato 7 maggio 2022, 12:00Primo Piano
di Francesco Finulli

La Gazzetta dello Sport oggi in edicola ricorda un anniversario particolare. Due anni fa esatti, il 7 maggio 2020, il Milan di Stefano Pioli si ritrovava dopo i due mesi di lockdown e videochiamate. La ripartenza del calcio italiano che è coincisa con la rinascita vera e propria dei rossoneri. Il tecnico emiliano ha sempre sottolineato quanto anche la quarantena forza di due anni fa abbia aiutato a creare un gruppo che, pur essendo cambiato negli elementi, da quel momento è rimasto unito e più forte che mai. Ora va chiuso il cerchio.

I numeri post pandemia

Da quell'inizio di maggio 2020 pieno di incertezze, soprattutto fuori dal campo da gioco, è passato oramai tanto tempo ma ciò che si è creato in quel mini ritiro lascia i suoi segni ancora oggi sulla squadra rossonera. Da dopo il lockdown il rendimento del Milan è migliorato e i rossoneri sono tornati ai vertici del calcio italiano. Merito di Stefano Pioli che, dal 2020 in poi, è l'allenatore che conserva la migliore media punti a partita di tutta la Serie A: 2,19. Nessuno ha fatto meglio di lui. Da quel momento il Milan ha trovato una continuità che mancava da tempo e che nessun altro club di vertice ha mantenuto: tutte le grandi squadre del calcio nostrano, fatta eccezione per l'Atalanta, hanno cambiato allenatore rispetto a maggio 2020. In quei mesi estivi in cui si portò a termine il campionato il Milan di Pioli non perse mai e acquisì una consapevolezza della quale i semi sono sbocciati in questa stagione.

Il cerchio da chiudere

Il lavoro post lockdown ha la stessa valenza della prima pietra di una nuova costruzione. Da quel momento è ufficialmente partito il nuovo corso rossonero che ci porta fino a oggi. In due stagioni il Milan ha lavorato dure per avvicinarsi alla Juve, all'Inter e al Napoli. In questa stagione questo gap non esiste più, nonostante in molti cerchino di screditare la rosa e i meriti del Milan. Il progetto rossonero si sta rivelando vincente, indipendetemente da come finirà la corsa verso il titolo: un mix di calciatori esperti e giovani talenti. Soprattutto un gruppo unito e variegato in cui è difficile indicarne uno che spicca più degli altri, perché tutti sono protagonisti in egual misura. Testimonianza di ciò è il fatto che quest'anno il Milan ha mandato in go 16 calciatori diversi. Dopo due anni di lavoro umile, spesso sotto traccia e ingiustamente sottovalutato, il Milan si gioca le sue carte in queste ultime 3 gare, consapevole che i margini di miglioramento sono ancora ampi e prevedono anche l'Europa come orizzonte.