Gazzetta - Due anni fa nasceva il Milan di Pioli post lockdown. Ora la chiusura del cerchio

La Gazzetta dello Sport oggi in edicola ricorda un anniversario particolare. Due anni fa esatti, il 7 maggio 2020, il Milan di Stefano Pioli si ritrovava dopo i due mesi di lockdown e videochiamate. La ripartenza del calcio italiano che è coincisa con la rinascita vera e propria dei rossoneri. Il tecnico emiliano ha sempre sottolineato quanto anche la quarantena forza di due anni fa abbia aiutato a creare un gruppo che, pur essendo cambiato negli elementi, da quel momento è rimasto unito e più forte che mai. Ora va chiuso il cerchio.
I numeri post pandemia
Da quell'inizio di maggio 2020 pieno di incertezze, soprattutto fuori dal campo da gioco, è passato oramai tanto tempo ma ciò che si è creato in quel mini ritiro lascia i suoi segni ancora oggi sulla squadra rossonera. Da dopo il lockdown il rendimento del Milan è migliorato e i rossoneri sono tornati ai vertici del calcio italiano. Merito di Stefano Pioli che, dal 2020 in poi, è l'allenatore che conserva la migliore media punti a partita di tutta la Serie A: 2,19. Nessuno ha fatto meglio di lui. Da quel momento il Milan ha trovato una continuità che mancava da tempo e che nessun altro club di vertice ha mantenuto: tutte le grandi squadre del calcio nostrano, fatta eccezione per l'Atalanta, hanno cambiato allenatore rispetto a maggio 2020. In quei mesi estivi in cui si portò a termine il campionato il Milan di Pioli non perse mai e acquisì una consapevolezza della quale i semi sono sbocciati in questa stagione.
Il cerchio da chiudere
Il lavoro post lockdown ha la stessa valenza della prima pietra di una nuova costruzione. Da quel momento è ufficialmente partito il nuovo corso rossonero che ci porta fino a oggi. In due stagioni il Milan ha lavorato dure per avvicinarsi alla Juve, all'Inter e al Napoli. In questa stagione questo gap non esiste più, nonostante in molti cerchino di screditare la rosa e i meriti del Milan. Il progetto rossonero si sta rivelando vincente, indipendetemente da come finirà la corsa verso il titolo: un mix di calciatori esperti e giovani talenti. Soprattutto un gruppo unito e variegato in cui è difficile indicarne uno che spicca più degli altri, perché tutti sono protagonisti in egual misura. Testimonianza di ciò è il fatto che quest'anno il Milan ha mandato in go 16 calciatori diversi. Dopo due anni di lavoro umile, spesso sotto traccia e ingiustamente sottovalutato, il Milan si gioca le sue carte in queste ultime 3 gare, consapevole che i margini di miglioramento sono ancora ampi e prevedono anche l'Europa come orizzonte.

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