Giampaolo non molla Suso, anzi... Continuità e pericolosità fondamentali per la trequarti del Milan

Il Milan ha perso ai rigori contro il Manchester United, ma se del calcio d'agosto i risultati lasciano il tempo che trovano, è dalla prestazione della squadra, e di alcuni singoli che all'interno di essa hanno spiccato, che si capisce il livello di progressi raggiunto dal nuovo allenatore e dal suo metodo di lavoro.
NEL SISTEMA - Il calcio è uno sport di squadra, lo insegna Arrigo Sacchi da sempre: "è il collettivo ad esaltare il singolo e mai il contrario". Ciò detto, l'immersione di Suso nella posizione e negli schemi di Giampaolo sono stati sorprendenti, anche per il mister stesso. Questo significa una cosa: la squadra ha già assimilato il mantra tattico dell'ex allenatore doriano, permettendo al singolo (in questo caso Suso) di esprimere al meglio le proprie qualità, secondo le proprie caratteristiche. E da quando si è acceso a Cardiff, ha illuminato il Milan in quasi tutte le azioni più pericolose ed importanti.
PROGRESSO - Una prestazione maiuscola quella dello spagnolo contro lo United di Solskjaer, che ha visto nel mancino di Cadice una spina nel fianco per tutta la durata della partita. Se era stato evanescente contro il Benfica, la solidità e la continuità prestazionale nell'arco dei 90 minuti sono state il vero progresso del numero 8 rossonero: "È un fuoriclasse, è un giocatore forte e noi i giocatori forti dobbiamo tenerli. L’ho detto anche alla società e a lui. Non è un problema. Sono innamorato, mi fa impazzire ed è uno che può determinare." La descrizione che ne ha fatto Marco Giampaolo è inequivocabile: fosse per lui, Jesus Fernandez Saez non si tocca.

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