Incompleti, con poca qualità e disorientati: al 27 di agosto il Milan si riassume così

Con la fine della trattativa per Conrad Harder, il Milan torna – di nuovo – al punto di partenza in questo Monopoly del calciomercato dove gli imprevisti capitano solo ai rossoneri che, va detto, ci si sono ficcati dentro una situazione magmatica a livello ambientale. Non c’è un singolo tifoso che sia contento di quello vede e legge e non è nemmeno facile raccontare quello che sta succedendo e la sensazione è che o all’improvviso le cose cambino oppure si andrà verso la lapide del depauperamento tecnico della squadra. Perché la rosa attualmente a disposizione di Massimiliano Allegri è meno forte rispetto a quella dello scorso anno e tra 48 ore il Milan giocherà a Lecce con un reparto offensivo ridotto all’osso, incompleto e senza il suo uomo di punta, ovvero Rafael Leao.
La campagna acquisti e cessioni condotta da Giorgio Furlani e Igli Tare sta lasciando molte perplessità. La piazza è in ebollizione sui social, lo stadio è una tomba per turisti e non c’è un minimo sussulto d’entusiasmo nemmeno in questi ultimi giorni di calciomercato nei quali ci si attendeva – tra il legittimo e l’illusorio – dei sussulti di un certo tipo. Colpi in entrata che avrebbero dovuto accontentare in primis l’allenatore, che è non di certo Fonseca o Conceiçao che si fa andar bene la qualunque e nel summit d’emergenza e di mercato di domenica a Casa Milan lo ha fatto presente. A questa squadra mancano elementi di personalità, che sappiano prendersi determinate responsabilità in campo e che leggano le situazioni. In poche parole, a questa squadra mancano i giocatori decisivi e di talento, fatta eccezione per Leao, Pulisic e Modric. Le cessioni di Theo Hernandez e Tijjani Reijnders, arrivate per motivi diversi ma con lo stesso fine, ha demineralizzato ulteriormente una rosa fatta di tanti mestieranti ma ormai spoglia di qualità, gol, personalità e imprevedibilità. Perché i giocatori che hanno queste doti costano e sono forti.
Adrien Rabiot e Dusan Vlahovic sono due nomi sui quali si sarebbe dovuto puntare forte, anche perché le risorse economiche per farli ci sono anche al netto del tappo fatto al buco di bilancio causato dai mancati proventi della prossima Champions League, anche questa figlia di errori gestionali e di scelte rivelatesi sbagliate. Le ultime notizie relative ad un ritorno di Kolo Muani alla Juventus magari daranno il via all’effetto domino con Vlahovic, o magari no. Di certo c’è che il Milan e il suo allenatore non meritavano di arrivare al 27 di agosto in queste condizioni.
Una grande società avrebbe agito diversamente. Ma a chi detiene il Milan, tutto questo, va bene?

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