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Gazidis: "Ibra rimane? Perché no. Fiducioso sui rinnovi di Calha e Gigio. Elliott vuole un Milan al top"

LIVE MN - Gazidis: "Ibra rimane? Perché no. Fiducioso sui rinnovi di Calha e Gigio. Elliott vuole un Milan al top"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 10 febbraio 2021, 23:44Primo Piano
di Pietro Mazzara

Il CEO del Milan, Ivan Gazidis, ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a Peppe Di Stefano di Sky Sport nella quale racconta a 360 gradi la sua visione sul mondo rossonero. Il colloquio, registrato presso i nuovi “studios” di Casa Milan, seguitelo con noi live qui su MilanNews.it:

Esordisce Gazidis: “Grazie per essere qui, benvenuti nel nuovo ‘studios’ del Milan. Siamo orgogliosi. E’ la prima volta che parlo in italiano. Proviamo”

Su Milano: “Sono innamorato di Milano. Città speciale. Durante il lockdown, ho visto la forza ed i sentimenti degli italiani, dopo questa fase mi sento davvero ‘milanese’. Città e gente simpatica. Il mondo è cambiato ma adesso siamo tutti più forti Milano è una città internazionale, ma con storia e cultura profonda. E’ una città che guarda avanti. È una città che vive”.

E’ vero che passeggiava con il suo insegnante in giro per Milano per imparare la nostra lingua?
“E’ vero! Il mio insegnante un giorno mi disse: ‘ho una sfida da proporti: devi trovare San Siro’. Il primo giorno a Milano, camminai dai Navigli fino a San Siro, a piedi: ci misi 3 ore”.

Quali sono le differenze tra fare l’AD in Inghilterra e farlo in Italia?
“E’ differente. Ho vissuto tre carriere. La prima negli Stati Uniti: avevamo l’idea di creare una nuova Lega, ovvero la MLS. Era una grande sfida. Poi ho fatto il direttore tecnico per la lega. In MLS, i giocatori firmano per la lega ed era un ruolo tecnico. Poi sono andato all’Arsenal con Wenger: un grande allenatore ed anche un direttore tecnico oltre ad essere un grande uomo, ma li lavoravo per il ‘fuori campo’. Mi occupavo dello sviluppo della parte commerciale. Adesso al Milan serve visione totale, campo e fuori. Una visione chiara, condivisa da tutti”.

Come sta vivendo questo momento?
“E’ come se fossimo in un sogno, ma non abbiamo vinto nulla. Siamo sulla strada giusta. Noi lavoriamo ogni giorno. Il focus è La Spezia. Di notte sogno come i tifosi, ma di mattina lavoro, questa è la nostra attitudine”.

Qual è la sua idea su Stefano Pioli?
“Pioli è un uomo intelligente. E’ una persona semplice ma profonda. Stefano ha capito subito che qui c’è pressione. È arrivato in un momento duro. La cosa impressionante è che si è focalizzato sul lavoro, non con le parole, ma con i fatti. Non ha mai badato alle voci. Ha provato a tutti che ha la capacità per gestire un club così grande. Per questo sono ‘innamorato’ di Stefano”.

Ci chiarisce come andò la vicenda Rangnick?
“Per me la scelta va fatta per merito sportivo. L'ho sempre detto a Stefano e lui lo ha capito. La cosa che mi ha sorpreso è stata l’attitudine sul campo di Pioli. Un approccio moderno, che abbraccia i talenti giovani che noi abbiamo portato in rosa. Stefano usa dati, analisi, video, e capisce che i 5 secondi di transizione sono i momenti più importanti del calcio. Un anno fa esatto, abbiamo perso contro l’Inter… Ma da lì capimmo che c’era qualcosa. Abbiamo visto un modo di gioco che ci ha dato consapevolezza nel suo lavoro. Da lì abbiamo capito che Stefano era la scelta giusta”.

C'è un momento in cui ha pensato che "stiamo diventando una grande squadra"?
“Se tu mi dici è merito di Pioli, io ti dico di sì. Se mi dici che è merito è di Maldini e Massara, io ti dico di sì. Se mi dici che merito di Ibra, io ti dico di sì. E’ una somma di storie e tutte queste storie, tutti questi punti sono veri”.

Che rapporto ha adesso con Paolo Maldini?
“All’inizio avevamo lingue e culture differenti. Ma adesso stiamo crescendo insieme. Adesso la nostra relazione è forte. E si vede, c'è unità nella squadra e nella società. Ma è anche importante che non sempre si sia d’accordo, ed è normale che sia così. Paolo, per me, rappresenta il club, la storia. Ma non l’ho scelto per questo. Vedevo in lui qualcosa di speciale. Un uomo umile e di valori, con voglia di imparare. Pensa alla squadra, è onesto, ha qualità. E’ un uomo che si distingue anche nei momenti difficili. Io spero che Paolo resti qui a lungo, non vedo un limite per Paolo qui. E’ da Milan, è speciale”.

E Ibrahimovic?
“E’ l’eccezione a tutte le regole. Ibra è speciale, ha qualità personale e tecnica. E' incredibile anche a livello fisico. E' fantastico".

C’è la possibilità che Ibra resti qui?
"Assolutamente tutto è possibile. La realtà è che questa sfida, per Ibra è la sfida più grande, bella e romantica della sua carriera. Sente emozione per questo club. Lui potrebbe ritirarsi domani, avrebbe già fatto tutto. Ma questa sfida è speciale: guidare un gruppo verso nuove frontiere. E credo lui senta questa sfida”.

Ibra può rinnovare?
“Perche no…”.

Ci fa un aggiornamento sui rinnovi di Calhanoglu e Donnarumma? 
“Vogliamo che restino qui. Sono importanti per questa squadra. Stiamo facendo di tutto per arrivare ai rinnovi. Gigio e Hakan son grandi persone e grandi professionisti. Faremo tutto il possibile, ma sarà anche una scelta dei giocatori che rispetteremo. Ma ho fiducia sul fatto che troveremo un accordo”.

Che calcio si aspetta dopo il covid?
"Questo periodo di Covid ha dimostrato che il calcio non può andare avanti in questo modo. Il Milan ha passato un momento duro. I ricavi erano pochi. La coperta era corta e le spese tante. Era dura avere un bilancio sano e migliorare le prestazioni della squadra. Ma la sfida è grande ed è in corso. Questo club non deve dipendere da una persona. Stiamo facendo di tutto per riportare il Milan in alto, non è facile, non abbiamo vinto nulla, ma la sfida è ancora in corso”.

Qual è la visione di Elliott per il Milan?
“Ha una visione chiara. Vuole un Milan in alto, con valori locali, vincente. Vuole il Milan in uno stadio nuovo, il più bello del mondo. Elliott ha sempre detto che non c’è una scadenza. La proprietà ha supportato il club in maniera davvero forte. Adesso questo club può guardare con fiducia al futuro. Io voglio far parte di questo club e voglio contribuire a riportarlo tra le grandi squadre internazionali. Sono orgoglioso, mi sento tifoso, oggi mi sento davvero milanista. Ho un sentimento molto forte per questa società. Non è una sfida finanziaria, ma la sfida della mia vita. Amo il calcio sin da piccolino. Il Milan per me rappresenta qualcosa di speciale. Una chance unica al mondo per me. Abbiamo vissuto dei momenti duro, ma adesso siamo qui. Sono orgoglioso e mi sento privilegiato”.

Sogna anche lei?
“Si, assolutamente. Ma i sogni devono essere accompagnati dal lavoro. Noi siamo un club inclusivo, progressista, ecco perché era ed è importante avere la squadra femminile. Così come il lavoro che facciamo nell’area razzismo, Questo non è solo un club di calcio, è molto di più”.

Qual è la posizione sul razzismo?
“Tutti abbiamo il pregiudizio. Nessuno è perfetto e questo problema lo si trova ovunque nel calcio. Il calcio riflette la società. Ma il calcio guida la società”.

Calcio femminile?
“Anche qui c’era del pregiudizio”.

E il progetto stadio?
“Gli stadi sono la base dello sport moderno. E' un dovere pensare ai tifosi del futuro, che meritano un club con uno stadio moderno, con tutto ciò che serve. Serve uno stadio che ci renda orgogliosi. il nostro impegno è quello di creare uno stadio per Milano e per i tifosi del Milan".

Il Derby sarà la partita-scudetto?
“Siamo all’inizio del percorso, non alla fine. Il nostro progetto è a lungo termine, non è solo legato a questa stagione. Ho fatto e farò errori, ma prometto che faccio e farò tutto per gli interessi del club. Sono arrivato qui perché ho un sogno per il club, un sogno calcistico, ma diventerà realtà solo attraverso il lavoro”.