Questione Curva, parlano gli esponenti del tifo: "Se c'è volontà di trovare una soluzione, il Milan si faccia avanti"

Per la sfida di Coppa Italia contro il Bari, a San Siro c'erano 71mila spettatori. Eppure il fattore campo non si è avvertito per nulla, anzi. Niente di sorprendente, la Curva Sud lo aveva già annunciato con un comunicato alla vigilia della partita (LEGGI QUI).
Ma davvero in questa stagione il Milan si priverà del calore della sua tifoseria? Il collega Luca Serafini, nel corso di una diretta sul canale YouTube Milan Community, ha approfondito la questione proprio con due esponenti del tifo rossonero: Marco "Pacio" Pacini della Curva Sud e Massimo Elice dell'Old Clan. Che rispondono ad alcune domande?
Sulla nomea della Curva Sud e sul fatto che per molti è un sollievo che sia stata svuotata, ritenuta un ricettacolo di delinquenza e anarchia.
Risponde Pacio: "Questo è un luogo comune che molte persone hanno in testa. La violenza nella società è ovunque: dal bar, alla discoteca, alla strada. In merito al processo 'Doppia curva' è bene precisare che attività legate ai parcheggi, ai biglietti, bar, baracchini, concerti e altro non riguardavano la curva del Milan. Riguardava la Curva del Milan degli episodi di violenza innegabili che sono andati a costituire questa associazione a delinquere di cui noi facciamo fatica ad accettare l'esistenza. In primo grado è stata riconosciuta anche se è vero che uno è innocente fino a che non si va alla sentenza definitiva. Ma è innegabile che sarebbe opportuno che certe cose non accadessero. Episodi di violenza legati a contorni extra-stadio, legati alla vita privata di alcuni componenti della curva che sono stati ricondotti al contesto curva".
Sulla gestione della Curva
Pacio: "Da quando è nata Curva Sud nel 2010 abbiamo costruito un percorso insieme per portare la tifoseria del Milan a quella che è arrivata negli ultimi anni: compatta, unita, che quando gli avversari vengono a giocare a Milano riconoscono un fattore campo. Questa è una cosa che non può andar persa e non può essere un'indagine che riguarda 8 persone a portare dei provvedimenti che penalizzano tutto lo stadio, tutto il tifo. Robe che non sono corrette".
Perché la Curva Sud col Bari non c'era?
"L'ha deciso la società nel momento in cui ha mandato delle lettere di blacklist. A fine luglio, a campagna abbonamenti ampiamente conclusa per quel che riguarda i rinnovi, riceviamo comunicazione ufficiale di questa blacklist. Si fa leva su tre episodi distinti: la contestazione a Casa Milan, il corteo prima della finale di Coppa Italia a Roma e il presidio fuori dal carcere di San Vittore, regolarmente autorizzati dove noi, io in primis, abbiamo esposto un pensiero che era lecito nel rispetto di tutte le opinioni, nel rispetto delle sentenze arrivate successivamente. A seguito di ciò c'è il divieto di abbonarsi al secondo blu per motivi di ordine pubblico. La possibilità di abbonarti in altri settori dello stadio. E qualora mi capitasse la fortuna di trovare un biglietto al secondo blu posso comprarlo. Io come tanti altri ragazzi, la maggior parte incensurati. Mia moglie stessa ha ricevuto una lettera dal Milan, che dice testualmente: "Abbiamo ricevuto una segnalazione dalle Forze dell'Ordine che hai tenuto comportamenti contrari all'Ordine pubblico nel corso del presidio a San Vittore". Ma la polizia rileva una condotta non corretta viene da me e non va a denunciare il fatto al Milan. E sfido chiunque che ci siano stati momenti di tensione e violenza. Lo stesso a Casa Milan, dove c'erano bambini di 4 anni sulle spalle dei papà a vivere una giornata di milanismo. Ora siamo arrivati a un punto dove io non posso dire un'opinione lecita, non posso essere libero di contestare in maniera pacifica una squadra arrivata fuori dalle coppe. Non son libero di andare a Roma dove, dall'altra parte abbiamo visto tifo, striscioni e bandiere e dall'altro il niente. Non per nostra volontà ma perché ce l'hanno imposto. Non posso ritrovarmi al 19 di agosto la comunicazione che certi striscioni non entrano più, altri vedremo, la bandiera di Kilpin non entra perché legato a Curva Sud. Tutta una serie di cose che non ci consentono di fare il tifo".
Sul contenuto degli striscioni
"Sul contenuto degli striscioni mette becco la Questura, ma su Kilpin il Milan poteva alzare la mano e contestare la cosa: Kilpin è il fondatore del Milan, cosa c'entra col divieto? Che motivo hai? Tutta una serie di repressioni aggiuntive e che valgono anche per le trasferte"
Perché prendere il biglietto sì ma non abbonarsi?
"Concetto che sfugge anche a noi, ma anche a loro. La risposta è: 'Non vi abbonate al secondo blu'. Punto. Mi sono rivolto a un legale, la risposta del Milan è: 'È così punto e basta'".
C'era stato qualche segnale precedente?
"Le avvisaglie erano arrivate nel momento in cui c'è stato il fatto di non poter rinnovare gli abbonamenti. Si pensava di prendere un'ammonizione, loro hanno fatto l'espulsione diretta. C'erano dei provvedimenti che posso ritenere logici a fronte di un'inchiesta che c'è stata, ma altri no".
Rivedremo la Curva a San Siro e in trasferta?
"Non dipende da noi. La volontà della Curva di esserci è lampante nel momento in cui rinnova gli abbonamenti. Ma se la gente storica non la vuoi in Curva, mi stai dicendo che non vuoi proprio la Curva. È un controsenso della società. In trasferta dove la blacklist non c'è sarà molto più facile vedere una Curva che canta, una Curva colorata. In casa a oggi non ci sono le condizioni".
Una Curva con altri esponenti è possibile?
"È una questione di principio: se non hai il diritto di contestare siamo in Corea del Nord. Poi, noi siamo aperti al dialogo, non abbiamo preclusioni. Vogliamo rapporti corretti".
Restrizioni che non hanno riguardato solamente la Curva, ma anche i club. Nella fattispecie, Massimo Elice di Old Clan spiega:
"Siamo un Milan Club e ci viene negato l'ingresso dello striscione. Ci è stato comunicato questo senza dare spiegazioni. Eppure siamo un Milan Club composto da gente di oltre 60 anni. Abbiamo avuto tutti un passato in curva, oggi siamo altro. Nonostante ciò viene negato l'ingresso dello striscione. Per me è assurdo, surreale. Veniamo colpiti anche noi, indiscriminatamente".
Sull'atmosfera in Milan-Bari
Elice: "Una cosa agghiacciante, lo stadio era agghiacciante. Davvero il Milan vuole avere tutto l'anno i tifosi in silenzio, lo stadio in mano ai tifosi ospiti? Rischi di avere partite in casa con tifo contro".
Quanto c'è di scorie dell'inchiesta e quanto di volontà di marketing sociatario?
Elice: "C'è anche incompetenza e stupidità in società. Non si rendono conto che un San Siro silente è anche contrario al marketing. San Siro è bello quando è San Siro, quando pulsa, c'è tifo. Domenica San Siro era un posto orrendo. Io straniero che vado a San Siro quando torno a casa dico: 'Che schifo'. Il Milan è altro"
Pacio: "Uno può fare ricavi senza fare cose che fanno vomitare: i lanci di maglietta a fine primo tempo, roba da tifosotti. La kiss cam con i cuoricini non sono robe da stadio, robe da Milan. Abbiamo l'esempio del Como, che arriva il punto di dire: i popolari li lascio popolari, monetizzo dove poso monetizzare. Abbiamo pagato delle curve l'anno scorso 125 euro, per Milan-Juve. E poi parlano di portare le famiglie allo stadio. Le famiglie sono costrette ad andare contro le piccole, altrimenti quanto pagano? E poi dicono che il problema sono gli ultras. Poi, per me il Milan ci ha marciato per americanizzare la gestione dello stadio. Lo stai svuotando dell'anima, di questo passo verrà il giapponese con la maglia di Honda, quello con la maglia del Liverpool o di McTominay. Ma chi tifa Milan?"
Soluzioni?
Elice: "L'unica idea è fare un tavolo con tutte le componenti: Procura, Questura, Società e Curva. Questo tavolo deve essere chiesto pubblicamente dal Milan però, per far vedere che ci tiene. Ma il Milan si nasconde, prende i provvedimenti consigliati in modo acritico, senza porsi il problema se ha senso o meno".
Pacio: "Ci sono stati altri tipi di incontri alla presenza dello SLO, dedicato ai rapporti con la tifoseria. Le cose le abbiamo fatte sempre alla regola. Ma si ragiona compartimenti stagni senza avere una logica, senza analizzare i problemi. Si parla del problema del bagarinaggio, io un suggerimento l'ho dato: fate la tessera, fidelizzate il tifoso. Ma il Milan per una ragione di ritorno economico suo non vuole risolvere una tipologia di problema".
Elice: "Soluzione ce n'è una: il Milan deve dire ufficialmente che non può affrontare un anno con uno stadio in silenzio. E dire che deve recuperare il rapporto con i tifosi e proporre un tavolo di dialogo con tutte le componenti per trovare una soluzione condivisa. Altrimenti che il Milan lo dica, tutti devono sapere che vogliono uno stadio in silenzio"
E adesso?
Elice: "Aspettiamo".
Pacio: "Da noi dipende ben poco. Abbiamo fatto i passi che dovevamo fare. Se c'è una volontà di avere il tifo organizzato ci sediamo a tavolino e siamo disposti a capire quali sono le strade. Ma se è no a tutto allora la società non vuole la curva".

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