Un anno e mezzo di attesa per un sorprendente no: tutte le tappe che hanno portato al triplo rifiuto della UEFA

Un anno e mezzo di attesa per un sorprendente no: tutte le tappe che hanno portato al triplo rifiuto della UEFAMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 23 maggio 2018, 19:00Primo Piano
di Thomas Rolfi

La risposta della UEFA era attesa con grande trepidazione da tutto l'ambiente Milan ed è arrivata nella serata di ieri. Il contenuto del dispositivo, però, ha spiazzato tutti e gettato nello sconforto l'intero ambiente rossonero. Nessuno, infatti, fino a poche ore prima, pensava che il massimo organo calcistico europeo potesse respingere anche la richiesta di Settlement Agreement - dopo aver già detto dato parere negativo al Voluntary Agreement - da parte del club di via Aldo Rossi. Il Milan, dunque, a metà giugno verrà giudicato dalla Camera Giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA e. tra le sanzioni a disposizione della commissione, c'è anche la squalifica dalle coppe europee. Ripercorriamo, dunque, le tappe che hanno portato a questa decisione clamorosa.

IL DOPPIO NO AL VOLUNTARY AGREEMENT - Tutto ha inizio nel dicembre del 2016, quando il closing per la cessione del Milan, pur con continui rimandi, sembra in procinto di essere celebrato. Il club rossonero può presentare, dunque, la prima domanda di Voluntary Agreement alla UEFA, primo caso nella storia calcistica. Il passaggio di proprietà, però, avviene solamente a metà aprile del 2017 e il 21 aprile il nuovo amministratore delegato Marco Fassone si reca a Nyon per integrare la domanda presentata precedentemente. Nonostante l'ottimismo interno al club, però, arriva il primo no da parte della UEFA il 9 giugno, che costringe il Milan a ritirare la richiesta, annunciando contemporaneamente una nuova domanda in autunno. La nuova domanda viene presentata il 9 novembre, ma dieci giorni prima di Natale arriva il definitivo no dalla UEFA: bocciato il Voluntary Agreement. Si dovrà ricorrere al Settlement Agreement.

IL RIFIUTO DEL SETTLEMENT AGREEMENT - A questo punto il Milan non ha scelte: dovrà ricorrere al Settlement Agreement, una sorta di patteggiamento delle sanzioni, a cui si sono già dovute sottoporre Roma e Inter, per citare due club italiani. Dopo aver preparato tutta la documentazione necessaria, dunque, la delegazione del Milan composta da Marco Fassone, dal direttore esecutivo David Han Li, dalla Chief Financial Officer Valentina Montanari, dal Group Financial Director Alessandro Baj Badino e dal Chief Communication Officer, Fabio Guadagnini si reca il 20 aprile 2018 a Nyon per discutere con la UEFA della situazione del club in vista della decisione dell'organo giudicante. Il 22 maggio, però, come un fulmine a ciel sereno, arriva la bocciatura anche del Settlement Agreement, primo caso oltre a un club russo non di primissima fascia. La palla, ora, passa nelle mani della Camera Giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA. La prossima tappa è fissata per giugno.