Doppio Nesta...ed è ancora festa!

A questo punto la domanda sorge spontanea: "Ma cosa combina Leonardo nello spogliatoio fra primo e secondo tempo?" Saremmo curiosi di sapere quale sia la formuletta magica che trasforma la squadra, vorremmo scoprire il segreto che gli permette di rimotivare un gruppo che nei primi tempi stenta, soffre e sembra soccombere, poi nei secondi tempi torna in campo aggressivo, grintoso e determinato ribaltando situazioni negative e punteggi. E' accaduto tre volte in otto giorni che il Milan sia andato al riposo sotto di un gol e dopo aver giocato male per quarantacinque minuti, ma poi abbia regolarmente vinto le partite rimontando nella ripresa, quindi non si può più considerare un caso ma una piacevole abitudine, perchè vincere in rimonta è sempre più bello, anche se in qualche occasione preferiremmo soffrire meno e vivere serate più tranquille. Anche a Verona si è visto il Milan a due volti di domenica scorsa contro la Roma e di Madrid, ma l'importante è che sia rimasto costante anche il risultato, perchè con tre vittorie consecutive, due in campionato e una in Champions League, i rossoneri hanno sistemato un po' le classifiche delle due competizioni. La vittoria al Bentegodi, unita ai favorevoli risultati della domenica pomeriggio permette al Milan di sorpassare altre due squadre (Genoa e Parma) di agganciare la Fiorentina e mantenere lo stesso passo del Palermo, raggiungendo il quarto posto e, di conseguenza, la zona Champions, anche se in coabitazione; una prospettiva ben diversa rispetto a soli otto giorni fa, quando alla fine del primo tempo i rossoneri vedevano con il binocolo le zone alte della classifica e stavano precipitando in zona retrocessione. In questa trionfale settimana il Milan ha dimostrato di avere un gran cuore e di essere un gruppo straordinario; certo non tutti i problemi sono risolti, ma partendo da queste basi, ovvero dalla solidità del gruppo, sarà più facile crescere ancora e diventare davvero competitivi e pericolosi per qualunque avversario. Il Chievo ci ha fatto soffrire per tutto il primo tempo, è partito a razzo, è passato in vantaggio e non ha permesso ai rossoneri di ragionare e di organizzare una reazione efficace; ma nelle ripresa sono tornati in campo, come al solito, undici leoni in maglia rossonera, che hanno stretto d'assedio l'area avversaria e sono riusciti con generosità e determinazione a pareggiare prima e a passare in vantaggio poi, grazie a due prodezze di Alessandro Nesta, autore di una prova fantastica, impreziosita da una doppietta insolita per un difensore come lui; un successo giunto in extremis, nei minuti di recupero, ma meritato e molto importante e per questo non possiamo che essere soddisfatti.
Leonardo riparte dal trionfale secondo tempo del Bernabeu e schiera un Milan con tre attaccanti, dando un'altra chance ad Huntelaar e affiancandogli Pato e Ronaldinho; Seedorf viene schierato al fianco di Pirlo e Flamini in un centrocampo in emergenza per le assenze di Gattuso, Ambrosini e Abate, mentre in difesa, accanto ai confermati Oddo, Nesta e Thiago Silva, c'è la sorpresa Antonini terzino sinistro; in porta c'è ancora Dida, perchè Abbiati non è ancora pronto e Storari è infortunato, ma anche perchè il modo migliore per dimenticare clamorosi infortuni come quello di Madrid è giocare subito e possibilmente farlo bene, soprattutto se si ha la fiducia di allenatore e compagni. Lo stadio di Verona non è esaurito nè particolarmente pieno, ma sono tanti i tifosi rossoneri che hanno raggiunto il Bentegodi sull'onda dell'entusiasmo per la bella vittoria di Madrid.
In avvio il Chievo impone ritmi alti e il Milan è sorpreso, perchè soffre l'aggressività degli avversari; la logica conseguenza di tutto ciò è il gol dei clivensi, che arriva dopo pochi minuti e fa capire che anche questa sera ci sarà da penare e soffrire; la solita rete subita in modo banale, lasciando troppa libertà a qualunque avversario, sia sulla fascia, da dove arriva il treversone basso di Mantovani, sia al centro dell'area, dove Bogdani può permettersi la finta per Pinzi che fulmina Dida. Difesa rossonera sorpresa e troppo statica e la sofferenza continua, perchè il gioco in velocità del Chievo crea altri problemi, la reazione dei rossoneri è ben poca cosa e si concretizza in una buona azione Pirlo-Antonini-Seedorf che l'olandese non conclude nel migliore dei modi, sparando su Sorrentino senza angolare il tiro, mentre poco dopo Nesta fa le prove da centravanti, colpendo di testa un pallone proveniente da calcio d'angolo. Il Milan alza il baricentro e disegna un 4-2-3-1 con Seedorf sulla linea degli attaccanti, il Chievo ne approfitta e trova gli spazi per spaventare ancora la difesa rossonera, con un tiro al volo di Pellissier che è l'ultima emozione del primo tempo. I rossoneri vanno ancora al riposo sotto di un gol, ma chissà perchè fra i tifosi c'è un po' meno preoccupazione rispetto alle due occasioni precedenti, sia perchè la squadra ha giocato leggermento meglio che nel primo tempo contro la Roma o di Madrid, sia perchè ormai si è capito come funziona questo Milan e tutti si attendono la riscossa nella ripresa, visto che..."non c'è due senza tre".
Questa volta Leonardo non fa cambi nell'intervallo ma riesce ugulamente a dare la scossa alla squadra: il Milan riparte all'assalto e comprime il Chievo nella sua area, affondando sia sulle fasce che centralmente; i veneti sono in difficoltà, Pato ci prova da sinistra e da destra, in fase di conclusione e offrendo assist e con la sua velocità apre varchi nella retroguardia avversaria. Il Milan va vicinissmo al pareggio con assalti prolungati e concludendo varie volte verso la porta avversaia, ma c'è sempre una deviazione di un difensore o un miracolo di Sorrentino a dire di no e l'urlo del gol rimane strozzato in gola ai tifosi rossoneri che continuano a sostenere e incitare la squadra, consapevoli che il momento buono prima o poi arriverà. Dopo un'ora di gioco Leonardo sostituisce l'impalpabile Huntelaar (ancora negativa la sua prova) con Borriello, sperando che il suo ingresso abbia gli stessi effetti di Madrid e sblocchi la situazione. Intanto il Chievo prova ad interrompere l'assedio con un isolato contropiede di Pellissier, ma poi il Milan riprende a percuotere con un colpo di testa debole di Borriello e un tiro violento di Seedorf parato da Sorrentino. Leonardo rischia il tutto per tutto e inserisce anche Inzaghi al posto di Ronaldinho e due minuti dopo viene premiato, visto che sul delizioso cross di Pirlo, Borriello colpisce la traversa e sulla respinta Nesta insacca di testa, realizzando il pareggio. Il Milan continua a spingere perchè vuole la vittoria e anche i tifosi ci credono, ma Inzaghi non trova la zampata vincente nell'unica occasione buona che gli capita. Nel finale rischia di materializzarsi la beffa, quando il cross di Ariatti viene colpito di testa da Granoche a colpo sicuro da pochi passi: Dida è preso in controtempo ma compie un autentico miracolo deviando d'istinto il pallone e salvando il risultato con una parata che vale come un gol e riscatta la papera di Madrid. In pieno recupero gli sforzi del Milan vengono premiati e sul calcio d'angolo di Seedorf, Nesta è piazzato sul vertice opposto dell'area piccola e infila ancora in rete di testa, realizzando una fantastica doppietta e correndo ad esultare sotto la curva rossonera impazzita di felicità e in delirio.
L'immagine più bella dopo il triplice fischio di Bergonzi è la corsa di tutti i giocatori rossoneri, panchinari compresi, più il tecnico Leonardo ad abbracciare Dida, perchè dopo l'insolito goleador Nesta è lui l'eroe della partita e dopo la serataccia di Madrid si è meritato questa soddisfazione. E' così che si fa gruppo, è così che si costruisce qualcosa di grande, è così che si può rimontare una situazione negativa per tre volte consecutive, perchè chi sbaglia non viene accusato o escluso dal gruppo ma viene perdonato e fatto sentire importante, fino al momento in cui diventa decisivo, come successo proprio a Dida. Il migliore in campo per distacco è, però, Nesta, che sta vivendo una stagione fenomenale: visti i problemi ormai cronici dell'attacco, che fatica terribilmente a fare gol, il prode Sandro non si limita a svolgere egregiamente l suo lavoro di difensore ma s'improvvisa attaccante; a Bergamo era stato uomo assist in occasione del gol del pareggio, contro la Roma si era procurato il rigore del pareggio, questa volta ha esagerato, diventando centravanti di sfondamento e realizzando, non solo il gol del pareggio, ma anche quello della vittoria. Nesta si merita queste soddisfazioni dopo tante sofferenze patite nella scorsa stagione, ma viene da chiedersi cosa sarebbe stato di questo Milan se lui non avesse recuperato miracolosamente proprio nel momento in cui molti (lui comrpeso) cominciavano a dubitare sul fatto che la sua carriera potesse riprendere e continuare. Per fortuna è un problema che non si pone più e Nesta è uno dei trascinatori di questo pazzo Milan che ci fa soffrire ma poi gioire e che si è specilizzato in primi tempi inguardabili e in rimonte eroiche. Forse la colpa (o il merito secondo i punti di vista) sta nel nuovo brano che accoglie in campo i giocatori rossoneri a San Siro per il riscaldamento: per chi non lo sapesse è "Eye of the tiger" colonna sonora di Rocky e come il famoso pugile interpretato da Sylvester Stallone, il Milan sembra quasi fare apposta a farsi riempire di "pugni" fino a sfiorare il K.O., per poi reagire, ribaltare la situazione e mettere al tappeto l'avversario. Metafore cinematografiche a parte, è davvero un mistero questo bizzarro e costante andamento degli incontri che vedono protagonisti i rossoneri, ma finchè si vince va benissimo anche soffrire in questo modo; che sia l'occhio della tigre o che siano gli undici leoni invocati dalla curva quando le cose si mettono male, poco importa, perchè quello che conta non è il tipo di felino in cui si trasformano i ragazzi, ma che si riesca a sbranare gli avversari e farne un sol boccone dopo lunghi e faticosi inseguimenti. Il Milan torna da Verona con una vittoria preziosa, tre punti da aggiungere in classifica e qualche certezza in più, perchè cresce la serenità, la convinzione, la fiducia nei propri mezzi e la voglia di continuare su questa strada, ma un grosso dubbio permane: cosa combina Leonardo nello spogliatoio fra primo e secondo tempo?
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