LA VITTORIA DEL VECCHIO CUORE ROSSONERO
Ora tutto il mondo calcistico avrà capito cosa vuol dire avere un "cuore rossonero": non è solo il sentimentale nome dato alla tessera del tifoso milanista, ma significa amare la propria squadra, la maglia e i suoi colori in modo viscerale, speciale e, forse, unico. Lo ha detto Ancelotti, ringraziando i tifosi perchè sono stati fantastici nel far capire quanto Kakà fosse importante per il Milan e hanno messo in scena sabato sera a San Siro una manifestazione d'affetto toccante che resterà nella storia di questa società e non verrà facilmente dimenticata; lo ha confermato un dipendente di Via Turati, dicendo che in trent'anni di lavoro nella sede del Milan non aveva mai visto una cosa simile sotto le sue finestre, riferendosi alla manifestazione che la Curva Sud ha inscenato nella centralissima via milanese. Il popolo rossonero ha vinto, il cuore rossonero ha vinto, perchè Kakà ha deciso di rimanere al Milan, ha rinunciato a molti soldi e lo ha fatto per una questione di cuore e di affetti, come gli chiedeva lo striscione mostrato ieri pomeriggio alle sei in Via Turati; anche la società ha rinunciato a molti milioni di euro ma va bene così, per bocca del tifoso rossonero n°1, ovvero il Presidente Silvio Berlusconi, che per primo ha dato la notizia che tutti i tifosi rossoneri attendevano e che sembrava ormai non potesse più arrivare, perchè la trattativa pareva ormai conclusa. Il colpo di scena è stato incredibile e qualcuno magari ora penserà in modo maligno che è stato studiato ad arte per fare bella figura davanti al mondo che attendeva la chiusura dell'affare del secolo; potrebbe essere anche così e i retroscena li sapremo chissà quando, però in realtà in questo momento interessano poco, perchè la cosa più importante è che Kakà sia rimasto al Milan e lo abbia fatto anche e soprattutto perchè ha capito in questi giorni quanto è amato dai tifosi rossoneri e cosa rappresenta per loro. Ora più che mai Ricky è il simbolo di questo Milan che si appresta a dire addio alla sua ultraventennale bandiera Paolo Maldini ed è insieme a Gattuso, uno dei trascinatori della squadra: uno con la classe, l'altro con la grinta, ma entrambi con in petto lo stesso nostro cuore rossonero e questo ci rende ancor più orgogliosi di sostenere questa squadra magica, nelle vittorie come nei momenti difficili. Anche Ringhio alla fine del campionato scorso ha avuto la tentazione di lasciare il Milan, poi ha riflettuto, ha capito e ha deciso di restare; da quel momento in poi è iniziata per lui la migliore stagione da quando è al Milan, purtroppo bruscamente e sfortunatamente interrotta da un grave e lungo infortunio che lo terrà lontano dai campi per molti mesi. Ora è toccato a Kakà vivere la stessa vicenda con lo stesso emozionante finale e speriamo che anche lui trovi rinnovati stimoli che gli consentano di essere ancor più grande e decisivo di quanto già non sia stato in passato e non sia ora, cosa francamente difficile ma non impossibile, perchè vicende come queste danno ulteriore carica e responsabilità anche a chi è già un immenso campione.
Storie simili con lo stesso filo conduttore, ovvero quel pressante dubbio che si è insinuato nella mente di Gattuso prima e di Kakà poi, convincendoli a restare: "Dove lo trovo un altro ambiente così? Dove li trovo altri tifosi così? Dove la trovo un'altra squadra così?" La risposta è: da nessuna parte, quindi meglio restare, perchè finalmente al cuor non si comanda nemmeno con i soldi e questa è una lezione per tutti, soprattutto in un mondo come quello del calcio in cui ormai sembra prevalere solo il lato economico, in qualunque decisione, mortificando sempre sentimenti e passione dei tifosi, che sono e restano la componente fondamentale di questo ambiente, perchè senza tifosi il calcio non esisterebbe e questo non andrebbe mai dimenticato. La straziante litania NON SI VENDE KAKA' cantata per ore, per giorni interi dai tifosi rossoneri allo stadio, in Via Turati e sotto casa di Ricky ha infine portato al miracolo che tutti attendevano e la gioia, per non dire la commozione, che mostrano ora i tifosi rossoneri è proporzionale alla tensione, all'ansia e alla paura che li ha attanagliati in questi giorni. Il Milan ha battuto la Fiorentina e quasi non ce ne siamo accorti; l'Inter ha perso a Bergamo e non ne abbiamo goduto più di tanto, ma la notizia tanto attesa e ormai insperata che Kakà aveva deciso di restare ci ha fatto esultare come per un gol in una finale di Champions. Poche ore fa ho ricevuto una mail da un tifoso rossonero che vive in Danimarca e non si è vergognato di confessare che questa notte ha pianto dalla gioia e che solo il matrimonio e la nascita del figlio gli hanno dato più soddisfazione nella sua vita; chi non è tifoso potrà pensare che sono reazioni assurde, esagerate e incomprensibili, ma la magia del calcio sta tutta qui e chi dirige questo sport dovrebbe leggere lettere come questa e capire l'importanza che squadre e giocatori possono avere nella vita della gente. Il calcio riesce ad emozionare, a far gioire, a far soffrire, a far piangere la gente; sarà anche folle e inspiegabile ma solo chi ha provato certe emozioni sa di cosa sto parlando e capisce che ha un senso anche e soprattutto restare per ore al freddo e sotto la pioggia davanti alle finestre di un campione che molti considerano viziato e strapagato per convincerlo a non cambiare squadra e non abbandonare una tifoseria che gli vuole bene. Per questo è bello sapere che per una volta il cuore e il sentimento hanno prevalso sulla ragione e sul lato economico, ma è ancor più appagante accorgersi che non è la prima volta che accade al Milan, che ha confermato di essere una famiglia ancor prima che una squadra e un gruppo d'acciaio (come ha dichiarato l'allenatore Carlo Ancelotti) con valori che vanno oltre l'aspetto tecnico: i giocatori del Milan sono amici ancor prima che colleghi di lavoro e questo permette di ottenere risultati straordinari tramite l'impegno, la serietà ma anche e soprattutto una strordinaria unità d'intenti. E se poi qualcuno avesse ancora la tentazione di cambiare aria, chiedete ad uno come Shevchenko quali siano le deleterie conseguenze; il Milan è un ambiente unico e solo chi lo lascia sa cosa ha perso; mi piace pensare che quello rossonero sia un "mondo" speciale perchè ci sono tifosi speciali, capaci di sostenere la squadra anche e soprattutto nei momenti difficili e delicati, capaci di amare e farsi amare, di emozionarsi e di far emozionare gli altri, perchè nel loro petto batte un cuore enorme, il VECCHIO CUORE ROSSONERO!
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