Un pareggio agrodolce

Un pareggio agrodolceMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 15 aprile 2013, 01:29Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan non riesce a battere il Napoli e il secondo posto rimane lontano quattro punti; occasione persa, ma nel finale giocato in inferiorità numerica poteva anche andare peggio...

Giudicare un risultato come questo 1-1 fra Milan e Napoli è sempre arduo: viene in soccorso la teoria del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, nel senso che ci sarà sicuramente qualcuno che rimpiangerà il fatto di non aver vinto, avvicinando il Napoli e il secondo posto, ma non bisogna dimenticare che un finale di partita (un quarto d'ora abbondante) giocato in inferiorità numerica a causa dell'espulsione di Flamini ha esposto il Milan al rischio della sconfitta, che sicuramente avrebbe chiuso ancor di più e in modo definitivo le porte della qualificazione diretta alla prossima Champions, mentre così una piccola speranza rimane, anche perchè se si ritiene la Fiorentina ancora in corsa per il terzo posto occupato dal Milan, non si può definire spacciati i rossoneri in chiave secondo posto, visto che sempre di quattro punti di distacco si parla. Milan e Napoli hanno dato vita ad una sfida intensa e combattuta, magari non spettacolare, ma che ha confermato che si tratta di due ottime squadre che meritano la posizione che occupano; la squadra di Allegri ha provato a sorprendere gli avversari con una formazione riveduta e corretta, soprattutto in attacco e con un avvio di gara veemente, ma il Napoli si è dimostrato squadra tosta, matura e sempre più abituata a queste sfide di vertice, che fino a qualche tempo fa soffriva maggiormente. Si discuterà probabilmente molto della scelta di lasciare El Shaarawy in panchina proprio nell'occasione in cui già mancava Balotelli, ma escludendo categoricamente che Allegri sia improvvisamente impazzito, avrà avuto le sue buone ragioni (magari anche quelle di un ginocchio in disordine) per una decisione che, effettivamente, ha lasciato un po' sconcertati, quando le squadre sono entrate in campo per il riscaldamento e i tifosi già presenti sugli spalti si sono accorti che mancava la cresta più attesa, quella del Faraone, già decisivo all'andata e in molte altre partite di questo campionato. Comunque il Milan ha giocato lo stesso una buona partita e se fosse riuscito a mantenere il vantaggio un po' più a lungo, invece di farsi raggiungere quasi subito, forse ora staremmo facendo altre considerazioni. Dispiace perchè questo secondo pareggio consecutivo in uno scontro diretto frena il Milan nel momento in cui si poteva imprimere l'accelerata decisiva verso il secondo posto blindando il terzo, ma nulla è perduto, anche se ora è aumentata la pendenza della salita verso la Champions.

Allegri rivoluziona a sorpresa l'attacco: scontata la presenza di Pazzini al posto dello squalificato Balotelli, molto più sorprendente il rilancio di Robinho e non al posto di Boateng o Niang, ma addirittura di El Shaarawy; completa il tridente l'ossigenato Boa, con Niang a far compagnia al Faraone in panchina; con Boateng in attacco, tocca ancora a Flamini accanto a Montolivo e Muntari, mentre in difesa torna titolare Constant al posto di De Sciglio. Un Milan improvvisamente meno giovane e sbarazzino, senza creste in attacco e con giocatori forse più esperti di partite decisive come questa contro una squadra forte e solida. San Siro non è tutto esaurito, ma presenta comunque una buonissima cornice di pubblico ed è discretamente pieno; ovviamente sono molti i tifosi napoletani, non solo nel settore ospiti ma anche nel resto dello stadio e, purtroppo, il gol di Pandev lo confermerà. Peccato perchè in una serata importante sarebbe stato auspicabile un maggior coivolgimento dei tifosi rossoneri, mentre molti biglietti sono finiti ai tifosi ospiti e in alcuni frangenti era difficile capire chi giocasse in casa... Gradita sorpresa la presenza in tribuna di un "vecchio amico" come Shevchenko: la Curva Sud se ne accorge e gli dedica i cori che risuonavano a San Siro quando l'ucraino segnava gol numerosi e spettacolari, poi si torna all'attualità e si cerca di sostenere e incitare a dovere la squadra anche con una coreografia all'ingresso della squadre in campo: migliaia di plastiche colorate vanno a comporre un sole con all'interno la sigla ACM, mentre lo striscione srotolato in transenna recita: ANCHE QUANDO IL CIELO E' SCURO SPLENDE IL SOLE SU SAN SIRO. Insomma, c'è l'atmosfera giusta per una grande sfida, che non ha in palio trofei o traguardi eccezionali ma un probabile piazzamento nella prossima Champions senza passare per i preliminari, traguardo molto ambito anche per motivi economici dalle società. Prima dell'inizio, però, con le squadre già in campo, c'è anche l'occasione per rendere omaggio a Claudio Lippi, il giornalista di Milan Channel recentemente scomparso ed è emozionante vedere la commozione sui volti dei giocatori del Milan, che evidentemente hanno davvero perso un amico, salutato dagli applausi di tutto lo stadio, che sicuramente Claudio da lassù avrà apprezzato.

Il Milan inizia con il piglio giusto e prova a sorprendere la difesa avversaria: un velenoso rasoterra di Boateng leggermente deviato fa subito gridare al gol, ma De Sanctis è reattivo e devia. I rossoneri pressano alto nel tentativo di non far avanzare il Napoli ed è così che Muntari recupera un prezioso pallone che spedisce al centro per una deviazione volante, ancora di Boateng, che esce di poco. Il Milan spinge, il Napoli si difende e riparte con poca convinzione, anche se reclama un rigore per un braccio largo di Flamini che intercetta il pallone in area, ma Rocchi lascia correre. L'emblema della serata di scarsa vena della squadra di Mazzarri e della sua stella più luminosa è un tiraccio alle stelle di Cavani, bravo a pressare Montolivo rubandogli palla, un po' meno nella conclusione. L'episodio che sblocca la partita arriva intorno alla mezz'ora: bella azione palla a terra e in velocità dei rossoneri, iniziata da una verticalizzazione di Constant per la prima sponda di Boateng che favorisce l'accelerazione di Robinho verso l'area; la seconda sponda di Pazzini fa giungere il pallone a Flamini che dal limite dell'area indirizza un rasoterra chirurgico all'angolino basso che fa esplodere San Siro. Secondo gol consecutivo di Flamini dopo quello di Firenze, ma la gioia, personale e di tutta la squadra, dura poco, visto che il pareggio arriva dopo soli tre minuti; anche in questo caso è una veloce azione palla a terra, che si sviluppa sulla fascia sinistra e viene conclusa in gol da Pandev, lasciato troppo libero davanti alla porta dalla distratta retroguardia rossonera e che può tirare un autentico rigore in movimento. Tutto da rifare per il Milan e i problemi per Allegri vengono anche dagli infortuni: Boateng non ce la fa e deve lasciare il posto a Niang. La difesa del Milan è tutt'altro che ermetica e lo conferma facendosi sorprendere da un lunghissimo rilancio di Cannavaro che Cavani stoppa con maestria e tenta di concludere in rete con un delizioso pallonetto, ma Abbiati sfodera una parata simile ad una stoppata da giocatore di basket e salva il Milan. Il primo tempo è tutto quì, senza tante occasioni ma molto combattuto e, soprattutto, con quel botta e risposta che ha prima illuso e poi deluso il popolo rossonero.

I due marcatori dei gol si sfidano anche nella ripresa con tiri in porta dalla distanza simili ma che non creano eccessivi problemi ai rispettivi portieri avversari. Intanto Pazzini continua a fare a sportellate con i difensori avversari, commette e subisce falli, sgomita, cerca di farsi spazio, ma raramente ha palloni giocabili davanti alla porta e ciò è l'emblema del fatto che la sfida è diventata ancor più nervosa in questo secondo tempo e si gioca più a calci che a calcio, visto che in qualche occasione si sfiora anche la rissa. Il Napoli controlla la partita e dà l'impressione di gradire il pareggio, rallentando il ritmo e perdendo tempo con De Sancits (giustamente ammonito) ad ogni rinvio dal fondo. E' ancora Flamini il protagonista dell'episodio che potrebbe rompere l'equilibrio, ma questa volta in negativo: entra a piedi uniti su Zuniga e viene espulso da Rocchi. In dieci si fa dura per il Milan, ma Allegri non modifica i suoi piani e manda comunque (e finalmente) in campo El Shaarawy al posto di Robinho, che spesso ha indispettito il pubblico con i suoi errori. Il Napoli cambia improvvisamente atteggiamento, non si accontenta più del pareggio e capisce che si può fare il colpaccio e, infatti, Mazzarri inserisce la terza punta (Calaiò); per fortuna Cavani ha le polveri bagnate e conclude sempre malamente. Il Milan prova generosamente a spingere e cercare comunque la vittoria, ma non riesce praticamente mai a rendersi pericoloso, mentre Abbiati deve disinnescare con un'efficace deviazione un insidioso tiro di Armero e sul proseguimento dell'azione Calaiò manda sul fondo di testa. Nel finale i cuori rossoneri tremano e per questo al triplice fischio di Rocchi le sensazioni sono opposte e discordanti: rammarico per la mancata vittoria che sarebbe stata fondamentale, ma anche sollievo perchè nel finale poteva andare peggio, vista l'inferiorità numerica. Il secondo posto rimane lontano e il Napoli esce indenne da San Siro, il Milan si consola prolungando un'imbattibilità casalinga contro i partenopei che dura da ventisette anni, ma ora rischia lo strabismo: il Napoli è quattro punti più su, quattro punti più giù c'è la Fiorentina, graziata domenica scorsa e ora tornata minacciosa. Puntare ancora in alto o guardarsi alle spalle? Entrambe le cose, naturalmente, ma per alimentare le speranze serve tornare a vincere, impresa non facile visto il nome del prossimo avversario, ovvero Juventus; ecco perchè, forse, alla fine il rammarico prevale sul sollievo e, improvvisamente, scopriamo che il bicchiere è più vuoto di quanto sembri e che questo pareggio agrodolce lascia molto amaro in bocca.