VERSO SAMPDORIA-MILAN

VERSO SAMPDORIA-MILANMilanNews.it
sabato 28 febbraio 2009, 15:16Vista dalla Curva
di Davide Bin

L'eliminazione dalla Coppa UEFA ha lasciato il segno in casa rossonera: delusione e amarezza sono i sentimenti comuni a tutte le componenti dell'ambiente milanista, ovvero squadra, società e tifosi; la stagione, però, continua e una grande squadra deve essere brava a voltare pagina immediatamente, sia quando le cose vanno bene, sia quando vanno male, come in questo caso. Giocare ogni tre giorni può essere una fortuna, perchè permette di archiviare in fretta le delusioni e dà la possibilità di riscattarsi; il Milan non ha più veri e propri obiettivi in questa stagione, perchè è indubbio che la squadra più titolata del mondo deve puntare a vincere i trofei e le competizioni alle quali partecipa e non a semplici posizioni di rincalzo; la società, però, pretende almeno il podio in campionato, per qualificarsi alla prossima Champions League, perchè fallire anche questo obiettivo, secondario per i tifosi ma assolutamente primario per la dirigenza, vorrebbe dire finire la stagione in modo davvero disastroso e fallimentare e ridimensionare progetti e ambizioni per il futuro. Rimanere una stagione senza vincere nulla ci può stare, dopo l'abbuffata di trofei di questi anni della gestione Ancelotti, quindi ciò che più importa ora alla gente è vedere una squadra che affronta tutte le partite con il massimo impegno e giocatori che in campo danno tutto quello che hanno, indipendentemente dall'età e dalla condizione fisica. Ci sarà tempo a fine stagione per processi e analisi di ciò che è successo e dei problemi che hanno portato una squadra che doveva lottare fino in fondo in qualunque competizione ad essere fuori dai giochi già a febbraio. In fondo non c’è nulla di nuovo da dire, soprattutto per chi già in estate aveva capito che la campagna acquisti era tutt’altro che imponente, che questo Milan era tutt’altro che stellare e che non poteva bastare il solo Ronaldinho (ricordate il discorso della ciliegina sulla torta?) a risolvere i problemi della scorsa stagione che, ovviamente, si sono drammaticamente riproposti in quella attuale; un anno fa la difesa soffriva sui palloni alti e subiva gol evitabili, nelle amichevoli estive pure e nessuno ha pensato di rinforzarla e di sostituire adeguatamente Nesta (oppure di operarlo già a luglio); in attacco serviva una punta alta e forte fisicamente, sono arrivati Ronaldinho e Shevchenko (per la verità anche Borriello ma in questo caso vale il discorso fatto per Nesta e i suoi infortuni sono stati sottovalutati, forse proprio perché si voleva recuperarlo il più in fretta possibile). Dopo tutti questi errori in fase di costruzione della rosa, dopo la mancata volontà di risolvere i problemi che questa squadra aveva, per puntare su operazioni di marketing e merchandising, qualcuno si illudeva che questo Milan potesse essere davvero competitivo? Certo un Milan con Nesta, Gattuso, Kakà e Borriello forse ora non sarebbe fuori dall’UEFA e così lontano dalla vetta in campionato, ma anche in questo caso gli infortuni andavano messi in preventivo e bisognava costruire un gruppo con valide alternative in ogni reparto, mentre, come al solito, chi faceva notare che ad esempio a centrocampo c’erano pochi elementi non è stato ascoltato, salvo poi avere fantasisti e seconde punte in quantità industriale.

In questo clima depresso e pessimista, il Milan prepara una sfida importante e difficile come quella di Genova contro la Sampdoria: a far notizia sono ancora gli infortuni, perché a quelli già noti e ai mancati recuperi di Kakà (e c’era qualcuno che si illudeva di vederlo in campo nel derby…) e Ronaldinho (ma per una botta al piede si rimane fuori così tanto?) si aggiungono i freschi acciacchi di Ambrosini (sicuro assente) e Seedorf (in forte dubbio); se l’olandese si aggiungesse alla lista degli indisponibili, Ancelotti si ritroverebbe senza fantasisti e sarebbe costretto a tornare al 4-4-2, con Pato e Inzaghi (o Shevchenko) in attacco, Jankulovski avanzato a centrocampo accanto a Flamini, Pirlo e Beckham e Antonini sulla sinistra della linea difensiva accanto a Maldini, Bonera e Zambrotta: Facile fare le scelte quando non si hanno alternative e se non altro sarà l’occasione per vedere all’opera Antonini, che si è sempre comportato bene quando è stato schierato e Flamini, anche lui poco utilizzato nel corso della stagione. In fondo queste ultime partite serviranno sia a centrare l’obiettivo della qualificazione alla prossima Champions League, sia a valutare chi confermare e chi lasciare andare, perché si spera che finalmente sia arrivato il momento della rifondazione; se ne parlava nella scorsa estate e al Milan quasi si sono offesi, dicendo che il gruppo non era finito e non erano necessari stravolgimenti in rosa ma semplici “aggiustamenti”; evidentemente si sbagliavano e così si è perso un anno in cui si sarebbe potuto costruire un gruppo nuovo, che non avrebbe faticato a raggiungere traguardi simili a quelli attuali, se non addirittura a far meglio e si sarebbe presentato al via della prossima stagione già rodato e competitivo. Comunque ormai è inutile piangere sul latte versato: vediamo di chiudere la stagione in modo dignitoso, magari con un finale di campionato ricco di vittorie (come era avvenuto la scorsa stagione, disastro di Napoli a parte) e ottenendo l’unico obiettivo che rimane a disposizione. Anche i tifosi devono fare la loro parte continuando a sostenere la squadra e a stare vicini ai giocatori, per evitare plateali reazioni ai fischi (Seedorf domenica scorsa) o dita alzate verso la bocca a zittire le contestazioni (Maldini alla fine della partita di giovedì); questo gruppo ci ha dato tante soddisfazioni, ci ha fatto vincere e godere in parecchie occasioni e merita il nostro ringraziamento, comunque vadano questi ultimi mesi. In fondo non è nemmeno colpa loro se si è voluto camuffare con paroloni come “sentimentalismo” e “riconoscenza” la scarsa voglia di investire sul mercato per il rinnovamento della rosa, esponendo giocatori che non ce la fanno più, o che sono evidentemente poco motivati dai tanti successi già ottenuti, a brutte figure che non meritano; pensiamo proprio a capitan Maldini, che avrebbe potuto chiudere da trionfatore ad Atene o a Yokohama, ma ha preferito (o è stato convinto a farlo?) continuare un altro anno e ora rischia un finale di carriera senza soddisfazioni; la sua ultima partita europea meritava un altro saluto e non quella polemica con i tifosi e sarebbe brutto che anche la sua ultima partita in assoluto a fine stagione venisse giocata in un clima ostile al termine di una stagione fallimentare; restiamo uniti ancora per tredici partite, salviamo il salvabile a partire dalla partita di Genova, importante proprio in questo senso e poi speriamo che chi di dovere abbia finalmente capito quali sono le esigenze di una squadra che vuole tornare grande e non solo vivere delle glorie del passato.