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Onofri: "Maldini e Leonardo rappresentano il vero Milan: hanno appartenenza rossonera e conoscono il mondo del calcio"

ESCLUSIVA MN - Onofri: "Maldini e Leonardo rappresentano il vero Milan: hanno appartenenza rossonera e conoscono il mondo del calcio"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 9 settembre 2018, 20:00ESCLUSIVE MN
di Fabio Anelli
fonte Intervista di Fabio Anelli

Il Milan ha esordito in Serie A contro il Napoli, rendendosi protagonista di una buona prova, prima di perdersi nell’ultima parte di partita, facendosi così rimontare. Buona prestazione, tuttavia, ripetuta dai rossoneri contro la Roma, nel match che la squadra di Gattuso è riuscita a vincere. Per commentare le prime due uscite del Milan, il mercato e i ritorni di Leonardo e Maldini la redazione di MilanNews.it ha intervistato l’ex calciatore, attuale opinionista, Claudio Onofri.

Che parere si è fatto dopo le prime due partite del Milan? “Un parere piuttosto positivo, come mi aspettavo. Il mercato ha portato benefici con Higuain e Caldara, anche se si è privato di Bonucci. Secondo me c’è stata una risalita che potrebbe continuare con il tempo. Poi ho avuto grandissima fiducia per la guida tecnica. Rino Gattuso mi piace moltissimo sotto il profilo umano, primo, e soprattutto anche perché sa perfettamente che deve crescere, ne è consapevole. È umile al punto di voler migliorare sempre, pur avendo già una linea conduttrice di buon livello. Il giudizio, al di là dei risultati, è molto positivo. Penso che il Milan, piano piano, dovrebbe tornare ad essere quello che tutti in Italia si aspettano che sia, una delle squadre più forti nel nostro campionato e in Europa”

Higuain è rimasto a secco nelle prime due uscite in Serie A, rendendo comunque evidente la propria importanza. Che impressione le ha fatto l’argentino? “Parlare di fuoriclasse, a volte, rischia di far perdere la dimensione, perché ce ne sono due o tre al mondo. Sotto di loro, Messi e Ronaldo, però ci sono tantissimi giocatori di alto livello e Higuain è tra questi. Credo che ha sempre dimostrato un attaccamento al proprio lavoro importante, a Napoli, alla Juve e al Milan. È importante per quanto concede come opportunità alla squadra, andando ad attaccare la profondità e difendendo la palla. È un grande acquisto, al di là dell’età che non è verdissima. Parliamo di un top player, sono convinto che a livello realizzativo concederà grandi soddisfazioni ai tifosi rossoneri. Sta bene fisicamente, si vede, non è moscio. È abituato a giocare in queste squadre, in queste platee. Quando scendi sul campo di San Siro ti rendi conto subito di che maglia indossi”

Lei segue spesso il Genoa, ha quindi avuto modo di osservare la crescita di Laxalt. Che acquisto può essere? “Laxalt per me è un giocatore che è cambiato molto con Gasperini e un po’ con Juric come ruolo. Lui, nell’Uruguay Under 20, nasce come esterno alto. Ha imparato a fare entrambe le fasi giocando da quinto di sinistra, con buona propensione alla velocità, migliorando nei ripieghi e nella fase difensiva nell’ultimo periodo, nonostante non abbia un gran fisico e soffra sui cross provenienti dalla sinistra. Anche a livello tecnico, che è un paradosso perché nasce esterno alto, al Genoa ha ridimensionato le proprie abilità nei dribbling e nei cross precisi però nell’ultimo periodo in rossoblu è cresciuto molto in questo senso. È un buon acquisto con margini di miglioramento ampi, anche per la giovane età. Per me lui è più adatto a giocare da esterno in un centrocampo a cinque, non in una difesa a quattro. Questa è la mia idea anche se nel calcio moderno ci sono talmente tante varianti che uno si può adattare. Tuttavia, con una difesa a tre e un centrocampo a cinque lui è adattissimo a fare avanti e indietro con grande costrutto, non solo come quantità”

In conclusione, quanto possono dare al Milan i ritorni di Leonardo e Maldini in società? “Non ho le parole per descriverne la dimensione. È galattica. Questo è il Milan vero, quello che ora dovrà tornare ad essere. Non solo perché sono stati grandi giocatori, ma anche perché sono appartenuti alla dimensione che il Milan aveva. Sono convintissimo che se uno si chiama anche Maldini ma è scarso e non ne capisce, purtroppo non può avere un grande ruolo in società. In questo caso, però, parliamo di gente come Leonardo, Maldini, Kakà, capace e intelligente per produrre qualcosa di importante, non ho voti per descriverne l’importanza. Ne sono convinto: tutte le società dovrebbero avere questo tipo di intervento con gente capace. Il nome, ripeto, non basta. Questi però sanno anche lavorare, oltre ad avere un incredibile senso di appartenenza rossonera”.