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Prep. atletico Nicolini: "Infortuni del Milan non da alibi. Magari i carichi sono giusti, ma con lo stress diventano sovraccarichi. Se si cambiasse metodologia..."

ESCLUSIVA MN - Prep. atletico Nicolini: "Infortuni del Milan non da alibi. Magari i carichi sono giusti, ma con lo stress diventano sovraccarichi. Se si cambiasse metodologia..."MilanNews.it
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mercoledì 6 dicembre 2023, 16:00ESCLUSIVE MN
di Antonello Gioia

L'infermeria del Milan, negli ultimi giorni, si sta - fortunatamente - svuotando: Kjaer e Leao vanno verso la convocazione tra Atalanta e Newcastle, Okafor punta a rientrare contro il Monza, mentre per gli altri (lungodegenti) si attendono i recuperi nel 2024. Stefano Pioli ha dichiarato di aver trovato delle migliorie al problema infortuni, probabilmente dopo aver analizzato le possibili cause di un numero così elevato di casi.

Per capirne un po' di più anche noi, la redazione di MilanNews.it ha intervistato Carlo Nicolini, preparatore atletico dello Shakthar Donetsk, il quale ha risposto da esperto ad alcune domande che addetti ai lavori e tifosi rossoneri si pongono sul tema infortuni. È chiaro che, essendo un osservatore esterno a Milanello della situazione, non si possa dare una certezza sulle cause-conseguenze, ma solo una visione generale dedotta dagli episodi di questi mesi di stagione. Lo precisa, ad inizio intervista, lo stesso Nicolini: "Analizzare dall'esterno non è semplice, perché non si sa esattamente come lavorino. Sicuramente 18 infortuni muscolari sono tantissimi, perché una squadra di alto livello come il Milan dovrebbe avere 25 problemi in tutta la stagione e non in tre mesi. È vero che nel calcio di oggi c'è una velocità di gioco e di esecuzione più alta rispetto al passato e che ci sono tanti possibili alibi, ma i numeri del Milan non sono da alibi. 25, tra l'altro, vuol dire che un giocatore è già ricaduto in un problema. Tanti lavorano tantissimo sulla forza. Per me, con questi ritmi, lo stretching è fondamentale: io lo consiglierei e, invece, non lo si considera più per aumentare elasticità e coordinazione e ridurre rischi di problemi".

Può essere che siano eccessivi i carichi di lavoro proposti non siano recuperabili per i tantissimi impegni?

"Sicuramente il numero di partite aumenta il rischio di infortuni, ma sono tante le squadre che giocano quanto il Milan; io guardo la mia: ogni 3-4 giorni facciamo viaggi di 12-13 ore con uno stress e tempi di recupero molto superiori alle squadre italiane e, fino ad ora, ho avuto solo 8 infortuni. Il Milan ha numeri molto superiori alle sue rivali: vuol dire che c'è qualcosa o nel sovraccarico dei lavori o nella prevenzioni, ma qui non posso dire nulla perché non conosco cosa si fa. Evitare gli infortuni, comunque, non si può".

Molti problemi del Milan sono al bicipite femorale o al flessore: cosa si può dedurre?

"Ripeto che è difficile analizzare perché non so come lavorino o quanto tempo il mister dedichi a certi tipi di lavoro... Sicuramente, però, il fatto che ci siano tanti infortuni simili vuol dire che c'è qualcosa di sbagliato nel lavoro; la sfortuna capita e, se si trattasse di quella, sarebbe difficile capire dove andare ad incidere. Sapendo invece che gli infortuni sono sempre molto simili è più semplice andare ad inviduare un rimedio al problema".

C'è anche uno stress mentale che può incidere? Come se i giocatori avessero paura di farsi male...

"Sicuramente lo stress è un fattore. Più che la paura di farsi male, credo che il Milan quest'anno sia sottoposto a più pressioni, come se ogni partita fosse da ultima spiaggia, e quando tu ti alleni in questo stato sei sempre troppo stress e lo stress non aiuta il corpo a rilassarsi, a recuperare quando deve farlo, magari si fanno dei lavori giusti, con carichi giusti, ma poi si rivelano essere comunque dei sovraccarichi perché il tuo fisico stressato non era pronto per lavorare con quei carichi lì. Teoricamente sarebbero lavori giusti, ma se non si considera la parte stress (componente paura, componente tensione) diventano sovraccarichi. Un risultato positivo, per esempio, aiuta a recuperare. Risultati che non arrivano pesano e incidono anche sul rischio infortuni"..

Incide anche il tipo di gioco del Milan?

"Il tipo di gioco del Milan, fatto di tanti scatti, può essere un fattore, ma non è solo il Milan che gioca così. Bisogna capire come si allena questo tipo di gioco: il fisico è molto sollecitato sulle corse, sui massimali, sui cambi di direzioni importanti... In generale, mai lavorare sui massimali: sono più i rischi dei benefici. Andrebbe, quindi, dato molto più spazio allo stretching e al recupero... Può essere che il Milan lo faccia bene eh, ma sono numeri che non possono far credere che ci sia solo una componente sfortuna".

Poniamo che si cambi metodo di lavoro: quanto tempo di vuole per avere risultati positivi?

"Sicuramente il cambio di lavoro non è facile, ma è da accettare per i fisici dei calciatori. Tanti vanno in nazionale: molti si infortunano in nazionale proprio perché cambiano metodologia di lavoro; non è che sbagliato il lavoro nel club o quello in nazionale, ma perché è proprio diverso rispetto a quello a cui sei abituato. Se il Milan dovesse cambiare metodologia di lavoro, sicuramente deve farlo in maniera graduale; ma non credo sia nella logica delle cose, perché se lo hanno fatto fino ad ora è perché hanno studiato che sia quello giusto. Magari c'è una variante extra. Forse è il lavoro in più che si è fatto per poter alzare il livello, forse il fatto che ci siano tanti nuovi calciatori che arrivano da metodologie diverse, con pressioni diverse e tensioni diverse da quelle della Serie A... Ci sono tante tantissime piccole cose che, però, uno staff di alto livello e numeroso come quello del Milan deve avere sotto controllo".