...Kakà e il Milan: il ritorno del "campion prodigo" o bidone da evitare?

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sabato 23 giugno 2012, 20:40Focus On...
di Emiliano Cuppone

La voce è di quelle che dividono, da un lato entusiasmano e dall’altro irritano, il nome resta di una levatura unica, l’affidabilità è tutta da testare: Kakà al Milan fra affare e bidone.
Sono giorni ormai che la voce continua a rimbalzare fra la Spagna e l’Italia (in realtà sono anni che l’ex bimbo d’oro viene indicato come possibile cavallo di ritorno), Adriano Galliani smentisce categoricamente facendo leva sull’entità dell’ingaggio del brasiliano (e come dargli torto) guarda caso lo stesso motivo per cui il Real vorrebbe “liberarsi” dell’ex pallone d’oro. In Spagna continuano a ribadire, infatti, che i blancos hanno necessità di sfoltire la rosa, Mourinho non gradisce un gruppo di giocatori troppo ampio (più difficile da gestire e foriero di dinamiche passibili di rompere la “magia” psicologica dello Special One), la situazione economica (ed in particolare bancaria) nella penisola iberica è disastrosa quanto quella italiana, se non di più, e Florentino Perez ha la necessità di sgravare il bilancio da ingaggi oltremodo onerosi per giocatori ritenuti non fondamentali dal tecnico portoghese. Sulla lista nera dei dirigenti spagnoli ci sono Kakà, Diarra, Carvalho ed Altintop, tutti abbondantemente remunerati e non più funzionali al progetto mourinhano. Secondo quanto riferiscono i media spagnoli (in particolare “As” da sempre molto vicino alle vicende della casa blanca), per gli ultimi due i contatti sarebbero ben avviati con diverse società ed a breve si potrebbe giungere alla cessione. Per i primi (ambedue accostati al Milan) la situazione sarebbe più complicata, il francese non avrebbe alcuna intenzione di lasciare Madrid, potendo contare su uno stipendio faraonico (4,5 milioni netti all’anno) che vorrebbe percepire fino in fondo per scegliere con libertà la sua destinazione fra un anno ed ottenere lo stipendio più alto possibile.
La situazione di Ricardo Kakà, se possibile, è ancor più complicata, il Real (sempre secondo fonti iberiche) lo valuta almeno 25 milioni, cifra che nessuno (Psg a parte probabilmente) sarebbe disposto a versare per arrivare ad un giocatore che da 3 anni ormai conosce più l’infermeria e la panchina che il manto erboso. A complicare la situazione in maniera decisiva, al di là del costo del cartellino che appare più che trattabile, c’è l’ingaggio da top player assoluto (9 milioni netti a stagione), divenuto sin troppo oneroso anche per il Real dei galacticos nonostante la tanto decantata fiscalità agevolata.
In Italia si continua a sostenere che il diavolo stia lavorando per riportare il ragazzo in rossonero, i rapporti con i vertici di via Turati sono ottimi, Galliani ha sempre ribadito che si sente periodicamente con il giocatore, il padre/agente recentemente è stato in visita negli uffici della dirigenza (secondo i “maligni” proprio per sondare il terreno), lo stesso giocatore ha sempre rimarcato il suo affetto per la maglia del diavolo e per coloro i quali ne gestiscono le sorti.
L’unica soluzione possibile sarebbe quella (più volte paventata) di una risoluzione del contratto fra Kakà ed il Real, con il giocatore che potrebbe abbracciare il Milan e gli spagnoli che potrebbero risparmiare un ingaggio importante.

Allo stesso tempo, però, Ricardo dovrebbe accettare un sostanziale ridimensionamento dell’ingaggio o, quantomeno, di spalmarlo in più anni, per permettere alla esangui casse rossonere di sostenere l’arrivo di colui che fu il trascinatore del 2007.
Tutto ciò premesso, resta da stabilire quanto la piazza sia disposta ad accettare un ritorno così importante. I cavalli di ritorno non hanno mai avuto grande successo nel Milan, basti pensare a Shevchenko ed alla sua stagione tutta tribune e pochissime soddisfazioni del 2008/09. In più c’è da convincere i tanti tifosi che in qualche maniera si sono sentiti “traditi” da quell’addio improvviso (quanto atteso) dopo la straziante scena da libro cuore del gennaio precedente. Da ultimo, ma non per importanza, c’è da vagliare il reale valore del giocatore, utilizzato con il contagocce da Mourinho negli ultimi due anni, incisivo solo a tratti e sempre con avversari di caratura inferiore (vedi Apoel Nocosia, partita splendida di Kakà, ma contro un vero e proprio sparring partner). Sicuramente Kakà non è più quello del 2007, i tanti, troppi infortuni ne hanno minato lo scatto e la velocità che ne facevano un giocatore unico, oggi appare diverso, forse più maturo, ma probabilmente meno incisivo.
Il ritorno di Kakà resta quindi sospeso fra realtà ed impraticabilità, fra il ritorno del figliol prodigo ed il più classico dei cavalli/bidoni di ritorno , fra chi lo accoglierebbe a braccia aperte e chi lo lascerebbe a “marcire” sui comodi seggiolini del Bernabeu, di certo c’è che la storia è intrigante e, probabilmente, animerà l’estate rossonera ed i discorsi pallonari sotto l’ombrellone.