Gilardino, quel violino che al Milan non ha mai suonato

La storia d'amore tra Alberto Gilardino e il Milan é iniziata con i migliori auspici. Il centravanti, ex Parma, aveva guadagnato la stima della dirigenza rossonera, la quale mise sul piatto 24 milioni di euro per il suo cartellino. L'attaccante di Biella, nella prima stagione al Milan, mise a segno ben 17 reti, senza però convincere troppo l'ambiente. La sfiducia generale, unita ad uno scoramento sempre più persistente dei tifosi, portarono Gilardino ad una progressiva regressione.
Nelle seconda stagione, anno della gloriosa vittoria di Atene, Alberto trovò meno spazio, segnando con meno regolarità: 12 i gol dell'attaccante piemontese. Il vero calo, vertiginoso, fu registrato nell'ultima stagione in rossonero, quella del 2007/08, quando Gila venne scavalcato da tutti gli attaccanti in rosa: Ronaldo, Inzaghi, Pato e, per finire, l'esordiente Paloschi. Il capolinea era oramai giunto: nell'estate 2008, Alberto fu ceduto alla Fiorentina del suo vecchio maestro Prandelli; costo dell'operazione: 15 milioni di euro. Alberto, in viola, ha ritrovato convinzione e fiducia, ricominciando a segnare con continuità, siglando anche gol decisivi, qualità che gli era purtroppo mancata in rossonero, quando il famoso "violino" non ha mai potuto suonare.
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