Bega: "Non sarà facile contro un Milan concreto che gioca un bel calcio"

Titolare a Roma contro la Lazio il 3 ottobre, poi di nuovo titolare domenica, nel pari in bianco con il Genoa, il match che ha segnato l'invocato ritorno alla difesa a tre. Nel mezzo due scampoli con Inter e Lecce, e tanta panchina. Poco meno di due mesi di vita lontano dal fronte, che Francesco Bega ha vissuto con fastidio. Fastidio per quella che il difensore del Brescia, nel dopo-Genoa, al «Rigamonti», ha definito «panchina a prescindere».
Bega, fastidio per cosa?
Il fastidio di stare fuori. La panchina si accetta, ma è normale che dia fastidio finché ci si sente calciatori, altrimenti è meglio fare un altro mestiere. Comunque, quelle frasi non erano rivolte all'allenatore, con cui ho un ottimo rapporto. Certe cose andavano chiarite.
Se non con Iachini, con qualcuno della società?
Qualcosa da chiarire con qualcuno ce l'avevo. L'ho fatto di persona, com'è mia abitudine.
Dal Genoa al Milan. A un mese dall'1-1 con l'Inter si torna a San Siro, ma Bega potrebbe non esserci. Come va la caviglia destra?
Domenica, su quel campo innevato, ho rimediato una bella distorsione. Ma stringerò i denti.
Ottimista?
Se non dovessi essere in condizione, avanti un altro.
Difesa a tre o a quattro?
Nella mia carriera ho quasi sempre giocato a 4, ma mi trovo bene pure nella retrogiardia a 3. L'importante è che si torni alla svelta a fare punti.
Farlo in casa del Milan capolista però non sarà semplice, anche se il Brescia con le grandi diventa grande. È con le piccole che i conti non tornano. Perché?
A volte abbiamo cercato a tutti i costi di vincere e siamo rimasti fregati. Soprattutto con le piccole, bisognava gestire diversamente alcuni momenti chiave. Le prestazioni comunque sono sempre state positive.
Prestazioni positive, ma punti pochi: 3 nelle ultime 10 giornate. Eppure Coroni ha confermato la fiducia a Iachini.
Perché lo conosce bene, sa che è una persona seria. E poi a volte cambiare produce l'effetto contrario.
Il presidente ha fiducia nell'allenatore. E la squadra?
La fiducia del gruppo c'è e c'è sempre stata.
Tornando al Milan, che partita sarà quella di San Siro?
Le gare bisogna sempre provare a giocarle, ma non sarà facile contro la capolista.
Una capolista che vive dei guizzi di Ibrahimovic. Palla lunga e poi ci pensa lui.
Vero solo in parte. Il Milan gioca un bel calcio ed è molto concreto. L'obiettivo nostro? Fare punti a Milano e vincere in casa con la Sampdoria.
Se si giocherà. Che ne pensa dello sciopero?
È definito vergognoso, ma pocchi sanno bene di cosa si tratta. La disponibilità dei giocatori è stata totale. Ci sono in ballo i destini di tanti colleghi, di serie A, ma anche di serie B, C1 e C2. Si continuano a esprimere giudizi senza entrare nel merito.
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