acmilan - La dinastia Maldini continua

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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 5 febbraio 2020, 19:12News
di Manuel Del Vecchio
fonte App Ufficiale AC Milan

Una dinastia storica, magica, presente all’interno di questo libro chiamato Milan. Non ci sono castelli fatati, draghi o demoni. O meglio, un Diavolo c’è. La dinastia è una storia epica, di quelle che entrano in punta di piedi e diventano protagoniste del libro in un gioco magico, tanto che all’interno della parola Maldini sono presenti le lettere della parola Milan. Jacob e Wilhelm, stiamo parlando dei fratelli Grimm, fondatori della fiaba e del racconto popolare, non hanno potuto assistere alla storia più bella, iniziata nel lontano 1954, quando arrivò la prima gara ufficiale di Cesare Maldini con la maglia del Milan, contro la Triestina. Dodici anni da calciatore del Milan, sette da capitano del Diavolo, un pezzo di stoffa diventato pezzo di storia, un pezzo di carta diventato libro, un racconto divenuto leggenda. 412 pagine scritte da Cesare, altrettante partite ufficiali in rossonero: 3 gol, 4 scudetti, 1 Coppa Latina e una Coppa Campioni. Prima italiano ad alzare la prima Coppa Campioni per il primo club italiano; il primo dei Maldini. Intorno tutto passava, lo sfondo cambiava in maniera rapida come in un timelapse in cui tutto scorre veloce, ma davanti, in un morphing durato 70 anni, la famiglia Maldini era in posa, in primo piano: braccia conserte, sguardo fiero ma elegante, silenzioso e sublime. Stile e raffinatezza, con un fuoco rossonero che ardeva dentro. Siamo passati dal boom economico del dopoguerra agli anni di piombo, la Guerra Fredda, la crisi economica, dalla prima programmazione TV in Italia, proprio nel ’54, all’Olivetti 45, l’avvento di Internet, i telefoni portatili, la stampa 3D. La bandiera continua a sventolare alta.

Il 20 gennaio 1985 si volta pagina, stessi colori stesso racconto: quel ragazzino, Paolo, ha tecnica, gioca di destro e di sinistro ed è molto elegante. Papà Cesare il giorno prima del suo esordio era lì, nascosto in macchina, schivo ed elegante. Non voleva disturbare, voleva essere vicino a suo figlio. Ai giornalisti lì presenti papà Maldini sussurrò: “Paolo è più forte di me. Io a 16 anni ero molto più scarso”. Che consigli dà a Paolo? “Sacrificarsi, studiare, essere obbediente”. Poche parole che lasciano il segno e sintetizzano l’essenza Maldini. Paolo frequentava il terzo anno del Liceo Scientifico, al “Volta”. Cesarone e Maldinino si passano la palla, si stringono la mano, si scambiano la maglia. L’essenza si evince al primo tocco in A, in un campo malconcio a Udine, e quella domanda posta a se stesso la prima notte da esordiente: “Cosa sarebbe successo se quel pallone fosse rimbalzato male sul retropassaggio terraneo?”. 31 stagioni al Milan, una vita nella vita, un’infinità di trofei alzati al cielo con gli occhi del mondo addosso. 902 presenze ufficiali con la maglia del Milan, record assoluto. “Da ragazzo cercavo di guardare il più possibile e di parlare il meno possibile. Le stagioni più belle? ’96 e 2001, gli anni in cui sono nati Christian e Daniel”.

La dinastia si è consegnata al calcio e si sente nitida una brezza fresca che profuma di primavera: Chri e Dani giocano tutto il settore giovanile nel Milan. Il calcio si è fermato per la loro famiglia: era il 3 aprile 2016. Qualche giorno dopo, durante un’amichevole fra le formazioni Primavera di Milan e Novara Christian scende in campo con la fascia da capitano: filo conduttore. L’8 settembre 2018 un Maldini affronta il Milan, un Maldini affronta un altro Maldini. L’amichevole contro la Pro Piacenza vede Christian in marcatura e Daniel, aggregato, giocare uno scampolo di partita. Un po’ come la prima con i grandi. In America, la prima partita tutti ci fermammo un attimo: il numero 98 titolare in avanti è Daniel Maldini, agisce alle spalle di Piatek e Borini. 23 minuti di gioco e subito è Daniel a sfiorare il gol. Quanto tempo è passato dal primo viaggio, da Trieste a Milano di nonno Cesare. Quanta strada ci sarà ancora da segnare per te, Daniel. Il primo piccolissimo passo è stato fatto, elegante e umile come da tradizione. E l’esordio in Serie A, il sogno di una vita, arriva nella gara casalinga più vicina al giorno in cui Cesare Maldini nacque: il 5 febbraio. Un segno della dinastia, più che del destino.