Albertini: "Il senso di appartenenza è fondamentale, i giovani vanno accompagnati altrimenti non c'è crescita"

Albertini: "Il senso di appartenenza è fondamentale, i giovani vanno accompagnati altrimenti non c'è crescita"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 8 maggio 2020, 18:01News
di Matteo Calcagni

Demetrio Albertini, ex centrocampista rossonero, è intervenuto in una diretta Instagram sul canale di Mauro Suma per parlare di passato ed attualità:

Su Berlusconi: "La mia prima confessione con Berlusconi fu nell'88. Lui mi volle conoscere, quegli stronzi dei miei compagni più anziani mi dissero di mettermi a posto cravatta e giacca, mettendomi ancora più pressione. Mi voleva conoscere e mi ha fatto un po' di confessionale, puoi immaginare la tensione a 17 anni appena compiuti. Lui è sempre stato un estimatore del settore giovanile, sognava una squadra di lombardi, di milanesi. E ci siamo andati vicini".

Sul derby di Hateley: "Tutte le volte che rivedo la foto di Mark che fa gol, facevo il raccattapalle, ricordo il boato. Dietro di me c'erano i distinti, erano tutti in piedi. Sembrava che anche solo con la voce volessero entrare in campo".

Sullo stadio: "Non sono né un ingegnere né un dirigente delle due squadre, mi dispiace avere un nuovo stadio insieme all'Inter, ma posso immaginare che avranno studiato tutto e che i conti debbano tornare. Sarebbe bellissimo riqualificare San Siro, adesso non è all'altezza dei nuovi canoni".

Sull'attaccamento alla maglia: "Ho vissuto la mia professione in due situazioni, una quando sono stato al Milan ed una quando sono andato nelle altre squadra. Ho sempre fatto il professionista ma il Milan me lo portavo a casa, non è solo senso di responsabilità ma senso di appartenenza. Per rendere competitivo un gruppo bisogna costruire un senso di appartenenza, ti fa superare i limiti quando ci sono le difficoltà. Quando è arrivato Shevhchenko, Galliani ha chiamato me e Billy, gesticolavamo ma ce lo siamo portati in vacanza in Sardegna insieme. Sei del Milan 24 ore su 24".

Sulla difficoltà dei giovani: "Da noi gioca il giocatore di calcio, per diventare un giocatore di calcio serve un po' di esperienza. Non c'è crescita di un giovane se non c'è qualcuno che gli toglie responsabilità, va accompagnato. Io sono stato accompagnato, Billy, Paolo... Sono stati accompagnati da chi c'era".

Sugli anni 97, 98 e 99: "Abbiamo giocato una stagione in cui c'è stato il cambio della vecchia guardia, poi è arrivata la legge Bosman, c'è stato un cambio di tanti stranieri e un po' di scossone ce l'hai. Non abbiamo fatto bene, negli ultimi tre mesi, per andare al Mondiale del '98, prendevo sempre l'Aulin per allenarmi. Zaccheroni mi chiama, gli spiego il dolore e mi presento una settimana prima rispetto agli altri Nazionali. Abbiamo cercato di costruire un rapporto con la vecchia guardia, lui si è fidato di me, Maldini e Costacurta. Abbiamo dato tutto noi stessi, anche quando le cose andavano male, per costruire qualcosa per il Milan. Ci siamo ritrovati secondi e quando vinci con la Sampdoria pensi che è l'anno buono".

Sull'addio al Milan: "Ho sempre detto che il mio sogno era chiudere la carriera al Milan, ma andando altrove le mie esperienze sono cresciute. Quel mese prima di lasciare il Milan è stato molto intenso, ci sono stati dei momenti belli tosti sia con la società che con l'allenatore. Nella nostra vita, quando uno vede una cosa negativa, ricorda solo quella. Dentro di me ho fatto un'analisi più approfondita, con Galliani ho vissuto tanti momenti meravigliosi, in quel momento c'è stato un dissidio ma non posso ricordare solo quello. Con Ancelotti c'è stato dissidio ma non posso soffermarmi solo su quel momento negativo. E' stato il mio maestro e lo ricorderò sempre".

Su Tonali: "Credo moltissimo nell'italianità, la prima Juventus che inizia a fare il filotto ha Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo... E' una forza e una struttura importante. Tonali è un grandissimo giocatore di grandi speranze, come sempre va inserito di una squadra. Io lo prenderei subito per costruire qualcosa che possa aiutarlo a crescere. A me piace molto, non so quanto costerà, mi piace anche Locatelli, io lo riprenderei...".