Capello mette in guardia il Milan: "Stai attento al posto Champions. Allegri a Riad non mi ha convinto..."
Intervistato dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore del Milan, fra le altre, Fabio Capello ha parlato della formazione di Massimiliano Allegri e del momento che sta attraversando, mettendola in guardia per il futuro e presentando anche la delicata sfida di domani contro il Verona in campionato.
Domani ci sarà Milan-Verona, ci dà un ricordo e un’interpretazione dell’attualità da allenatore?
"I ricordi portano ovviamente alla Fatal Verona ma io nel 1973 ero dalla parte fortunata della storia: con la Juve, vinsi lo scudetto grazie a quella partita. E poi il Milan stavolta giocherà in casa, è un altro mondo".
Allora, il campo. Il Milan ha perso 7 punti in casa contro le neopromosse. Ora arriva un’altra squadra da zona retrocessione. Un allenatore, in questi casi, che fa?
"Partiamo da un presupposto: queste cose non si possono allenare, è solo questione di testa. Bisogna trovare un leader che ti aiuti a stimolare la squadra e a tirare fuori quello che i compagni hanno".
Nemmeno un paio di urli pre-partita?
"Si urla semmai durante la partita, ai primi errori o scelte sbagliate".
Il Milan a Riad ne ha sbagliate parecchie di scelte…
"Sì, l’ultimo Milan è da resettare e, se prende così tanti gol, non può nemmeno battere squadre alla portata. Facciamo un’analisi. È mancato un centravanti: troppo spesso non c’è stata pericolosità in avanti. Poi vanno evidenziati soprattutto il calo di Modric e quel periodo di assenza di Rabiot: la squadra ha fatto molto meno filtro. Prima vinceva per corto muso, ora sta subendo troppi gol perché manca protezione a metà campo e i difensori si perdono un po’".
Che cosa l’ha colpita di Napoli-Milan?
"I giocatori mi sono sembrati non convinti, come se volessero liberarsi di questo impegno per lavorare sul campionato. Non mi è piaciuto. Il Milan è secondo, non ha le coppe e può programmarsi. Anche Allegri non mi ha convinto, non ha messo in campo la formazione migliore. È vero che un allenatore vuole far sentire tutti coinvolti, però...".
I milanisti sono sospesi. Da un lato, il sogno dello scudetto. Dall’altro, la Juve rimonta e si fa largo l’idea che il quarto posto potrebbe non essere scontato.
"Sì, ora il Milan deve stare attento al posto Champions. È un discorso generale: sarà una bella lotta. La Juve delle ultime partite è veloce, aggressiva: vedo cambi di campo, palloni giocati in verticale. E poi ha fantasisti che fanno la differenza. Alla Roma manca il centravanti però, se prendesse Zirkzee, potrebbe risolvere. Ha convinzione, forza, voglia, anche contro la Juve ha dimostrato di giocare alla pari. Gasperini sta stimolando la squadra e i giocatori gli stanno rispondendo".
Torniamo al Milan perché ha aperto il mercato con Fullkrug. Acquisto approvato?
"Vediamo come si esprimerà. È un giocatore di esperienza ma ci vuole cautela, perché sappiamo che San Siro è uno stadio difficile anche per chi ha fatto una montagna di gol. In generale, in attacco è mancata la velocità di palla: il Milan recentemente è tornato a essere un po’ lento".
Che cosa chiedere al mercato?
"Ci vorrebbe un difensore, per avere maggiore equilibrio e solidità. Finora il Milan è stato salvato tante volte da Maignan. I difensori di garanzia però ormai possono andare in Arabia e in Inghilterra. Un club italiano deve essere bravo a trovare il giocatore giusto a un prezzo più normale".
Due domande finali, su una sorpresa e una delusione. Quanto è stato colpito da Bartesaghi?
"Molto. Sono stato uno dei primi a parlarne bene perché mi ero informato con Tassotti. Mi aveva detto che ha personalità, tecnica, fisico. Ha tutto. Deve migliorare un po’ la fase difensiva ma è giovane".
Gimenez non segnava, poi non giocava, ora si è operato. Lei in passato aveva invitato a dargli fiducia. Ora che effetto le fa vederlo fuori a lungo?
"Mi fa venire brutti pensieri. Quando ho sentito dire che si sarebbe operato in Olanda, mi è venuto in mente Van Basten. A Marco avevamo detto dinon operarsi e se ci avesse ascoltato...".

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