Gatti sullo scontro Oriali-Allegri: "Non dovrebbero essere le parti coinvolte a scatenare il polverone"
Nel corso del consueto appuntamento con il suo commento per Il Corriere dello Sport, il collega Cristiano Gatti ha parlato di Massimiliano Allegri, protagonista di quell'episodio a bordocampo con Gabriele Oriali che ha addirittura portato il Napoli a pubblicare una nota di denuncia sui propri canali uffiicali:
"Evidentemente Allegri non ha ancora adottato l’antilabiale, quella sofisticata apparecchiatura che la moderna tecnologia Fifa definisce “Hand”, meccanismo a conchiglia davanti alla bocca capace di criptare sugli schermi qualsiasi espressione personale, casti schemi di gioco o torrenziali nefandezze da camionisti baltici. D’altra parte, Allegri va considerato a pieno titolo il discendente naturale di Monsignor Della Casa, titolare con garbo livornese di un Galateo tutto suo, chiaramente ispirato alla poetica del “Vernacoliere”. Non va neppure dimenticato che resta pur sempre il detentore del record di lancio della giacca griffata, stabilito nella magica notte della Coppa Italia contro l’Atalanta, miglior prestazione di sempre a livello del mare, in totale assenza di vento.
Nessuno stupore: la piazzata contro Lele Oriali fa soltanto curriculum. Piuttosto, bisognerebbe capire come il calcio moderno, così pronto a tingersi righe rosse sul viso contro il sessismo o a inginocchiarsi per le cause più nobili, intenda magari mettere un argine a questa deriva camalla, non proprio esclusiva di Allegri. Almeno chiedersi cosa inventare oltre alla scontata indignazione farisea di facciata.
Al momento, il sistema usa ancora a piene mani la foglia di fico dell’antichità, quella frase “sono cose di campo, poi finisce tutto lì” che da sempre serve a minimizzare, sminuire, insabbiare anche le guerre mondiali più truci. In tempi moderni, le vere sentenze moraliste vengono affidate alla feroce Inquisizione social, tu pensa da che pulpito. Invece, sarebbe il caso di darsi una mossa, chiarendo una volta per tutte se sono davvero innocenti evasioni, folkloristiche sbroccate e amici come prima, oppure se sono una pessima e diseducativa abitudine da stroncare. Il calcio punto cinque o sei dispone ormai di uno spiegamento di uomini e tecnologie, occhi e orecchie piazzati ovunque, strumenti persino più evoluti della “Hand”, che sembra davvero malafede l’atteggiamento apatico e omissivo. Anche stavolta: non è bello che a svergognare l’Allegri-show sia la denuncia (ascendente delazione) del Napoli.
Non dovrebbero essere le parti coinvolte a scatenare il polverone. Basterebbe che le regole funzionassero in automatico e che fioccassero le pene. Non so perché, torna subito d’attualità il caso Folorunsho, dieci secondi cronometrati di insulti animali alla madre di Hermoso, con la togata giustizia che ne viene fuori solenne spiegando “l’articolo 61 non prevede la prova tv per questi casi”. Fantastico. Vai a sapere, prima o poi usciranno dalla caverna. Ma intanto, come finirà Allegri? Attesa febbrile. Quanto prima, i pronunciamenti istituzionali. Capaci di tutto. Capaci persino di adottare la sentenza esemplare, punirne uno per educarne cento, non si fanno prigionieri, infliggendogli una multa di 35 euro, pagabili a rate, con la condizionale. Sul fair play sono inflessibili".
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