Il Milan di Firenze assomiglia tantissimo a Gattuso: l'impronta di Ringhio

Vincente e sfinito al traguardo, dopo averlo a ogni costo. È la fotografia del Milan che esce con i tre punti dal Franchi di Firenze, aggrappato con le unghie e con i denti a quella Champions League che sembrerà pure lontanissima, ma sarebbe essenziale per il nuovo corso Elliot. È un Milan che assomiglia tantissimo a Gattuso. Forse non è quello che il tecnico calabrese vorrebbe, perché a un certo punto della stagione i rossoneri hanno anche espresso un buon calcio. Ma è un Milan che dal suo tecnico ha preso alcuni tratti distintivi: l'agonismo, anche eccessivo (leggi caso Bakayoko, oggi tra i migliori peraltro). La capacità di difendersi e correre più degli altri.
La grinta per sopperire a limiti tecnici, e in questo caso probabilmente anche tattici, piuttosto evidenti. È un Milan che non è favorito per arrivare quarto né tantomeno quarto: troppo bella, l'Atalanta vista nel pomeriggio, per sperarci davvero. Però una cosa è certa: il Diavolo ci crederà fino all'ultimo, con tutti i suoi innegabili difetti. E questa è forse la miglior impronta che Ringhio potesse dare alla sua squadra. A prescindere da quello che succederà.
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