MN - Falci racconta Allegri: "Ha diviso il calcio in due come Berlusconi fece con la politica"
"A corto muso. Max Allegri e gli altri. Il calcio diventa politica" è il nuovo libro di Giuseppe Alberto Falci, penna de Il Corriere della Sera, fra le altre cose, che in esclusiva ai microfoni di MilanNews ha raccontato retroscena dietro la scelta di dedicare un libro all'allenatore del Milan, molto spesso oggetto di critiche, secondo l'autore anche ingiuste.
Come le è venuta l'idea di scrivere un libro di Allegri?
"L'idea nasce perché ritengo che nei suoi confronti è stato fatto un processo politico ingiustamente. Cioè lui è stato a un certo punto considerato l'appestato del mondo calcistico italiano, al punto che tutti hanno cominciato a sfilarsi dalla categoria di "allegriani", sono rimasti in pochissimi. E in questo processo, in cui c'era una pubblica accusa e una pubblica difesa, Allegri è stato abile nel difendersi nel processo e non dal processo".
Cioè?
"Allegri ha una caratteristica ben precisa che ne connota la politicità della sua azione: ha diviso il mondo del calcio in due come in passato su un altro frangente Berlusconi ha diviso il mondo della politica. Ha un tratto ironico che è molto simile a Matteo Renzi e poi ha quella caratteristica dei grandi leader della prima Repubblica italiana, ovvero di inabissarsi di tutte le volte in cui viene accompagnato, cacciato alla porta in maniera violenta nelle società in cui lui è stato. Nel "secondo governo" della Juventus, cioè nel suo secondo mandato, aveva i tifosi contro, ha dovuto incarnare più ruoli, presidente, direttore sportivo ombra, amministratore delegato, eppure nonostante questo per gran parte del campionato stette lì al passo dell'Inter. Poi gli fecero la campagna acquisti che fece ridere e poi la Juventus crollò, ma comunque arrivò in Champions. E quindi c'è stato questo processo ingiusto perché poi c'è tutta questa moda del calcio propositivo, "guardioliano"....".

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