Sacchi: "Il Milan non deve prendere la sfida del Tardini come se fosse una passeggiata"

Sacchi: "Il Milan non deve prendere la sfida del Tardini come se fosse una passeggiata"MilanNews.it
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Oggi alle 20:00News
di Lorenzo De Angelis

Nel corso del consueto appuntamento con la rubrica "Il tema del giorno" per La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Arrigo Sacchi ha parlato anche di Milan, soffermandosi su Allegri, Leao e l'importante sfida in programma questa sera al Tardini contro il Parma

"[...] Non penso soltanto a Leao, sia ben  chiaro, anche se sto notando notevoli progressi da parte del portoghese, e questa crescita è un merito che va attribuito soprattutto ad Allegri, bravissimo a gestire psicologicamente i giocatori e ottenere da loro il massimo. Tuttavia il Milan non deve prendere la sfida del Tardini come se fosse una passeggiata. Siano di monito le partite contro la Cremonese e contro il Pisa: un solo punto conquistato, nonostante i rossoneri giocassero a San Siro. Ciò significa che la squadra non ha ancora raggiunto la perfezione, se mai si possa arrivare a un tal livello: e, tutto sommato, è giusto che sia così, perché Allegri è arrivato da quattro mesi e ci vuole tempo per disegnare e poi costruire un progetto. Quello che mi sembra evidente è che i rossoneri sono tornati a essere protagonisti sul campo, tutti i giocatori sanno quello che devono fare, a volte commettono errori, d’accordo, ma chi è che non sbaglia mai?

L’importante è capire e correggersi in fretta, con umiltà e impegno. Mi pare che Allegri sia in sintonia con tutto il gruppo e sto apprezzando anche la qualità della manovra, a mio avviso esteticamente migliore rispetto a quelle delle ultime squadre diretto dal tecnico toscano. Sono curioso di vedere come il Parma vorrà affrontare la sfida. Alcuni amici parmigiani mi assicurano che la squadra di Carlos Cuesta imposterà una tattica basata sull’attesa e sul contropiede. Può essere una strada percorribile a patto che si faccia molto pressing e non si concedano spazi ai rossoneri, perché se quelli partono non li fermi più. Bisogna essere compatti e attenti in fase di non possesso e poi, una volta riconquistato il pallone, ripartire subito con improvvise verticalizzazioni. Per Cuesta, giovane che sto seguendo con curiosità, è una specie di esame [...]".