Verso Inter-Milan, nelle ultime otto gare non c'è mai stato un pareggio: i numeri

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Oggi alle 18:40News
di Federico Calabrese

Tutto pronto per il derby tra Inter e Milan. Nelle ultime 8 stagioni dalla stracittadina milanese con i nerazzurri squadra di casa c’è sempre scappato un vincitore. Per 5 volte ad imporsi nel derby è stata l’Inter, in 3 occasioni è toccato al Milan. L’ultimo pareggio? Il 2-2 del 2016-2017. 

Vietato accontentarsi: il derby di Milano è sempre decisivo. Le Kessler e la grande Inter. Quanto pesano Chivu e Allegri. Thiago Silva e Levandowski? Fosse per vincere subito...

Se proiettiamo il pensiero agli ultimi 2 campionati e vediamo il Milan che si presenta a questo appuntamento dopo un'imbattiblità di 5 derby, alle spalle di Inter e Roma staccato di quei soli 2 punti malamente buttati via a Parma, possiamo ben dire che Max Allegri ha bruciato le tappe nel ridare spessore a una squadra che si era sgonfiata come una gomma.  Accontentarsi però è vietato, non solo per una questione di amor proprio, ma per recuperare anche tra i tifosi e in generale nell'ambiente, quell'entusiasmo lentamente, gradatamente, inesorabilmente evaporato dopo lo scudetto del 2022. La parola scudetto non dev'essere un tabù, sia pure con la consapevolezza di guidare un prototipo imperfetto, ancora in fase di studio e di elaborazione. Finché tiene la strada alla velocità dei migliori, è comunque un imperativo quello di restare incollati.

Va riscritta la storia del presente, cercando di arginare questa debordante narrazione per cui sia l'Inter la squadra guida in una Milano che - nel calcio - è la città più vincente del mondo con le sue 2 squadre: abbiamo letto in settimana persino l'improbabile accostamento alle compiante gemelle Kessler, sogno dell'infanzia mia e dei miei coscritti, secondo il quale le star tedesche naturalizzate italiane fossero paragonabili ai nerazzurri degli anni '60... Decennio in cui il Milan vinse 2 scudetti e - prima squadra italiana - Coppa dei Campioni (2), una Coppa delle Coppe,l'Intercontinentale, una Coppa Italia. 

Il derby di Milano è diverso dai derby di qualsiasi altro posto al mondo, perché a Londra le squadra sono troppe, perché a Madrid non conta quasi mai per un trofeo (onore all'Atlerico che negli ultimi lustri ci ha almeno provato) e perché tutti gli altri non hanno lo stesso fascino, se non volando in Sudamerica dove però storia, ambiente e - ultimamente - livello sono un'altra cosa. Ogni derby di Milano è decisivo, per un motivo o per un altro, anche se arriva a novembre e potrebbe sembrare troppo presto. 

La partita inizia con premesse di equilibrio tattico, attenzione, perché l'Inter è rimasta scottata già 3 volte in 11 partite e ripetendo gli stessi errori di Torino e Napoli (in particolare) rischierebbe non poco. Dal canto suo il Milan recupera un equilibratore fondamentale come Rabiot che restituisce sicurezza a Fofana, in primis, e a tutto il pacchetto arretrato prima ancora della prima fila in cui brilla per incursioni. Spesso in queste gare sono risolutorie le giocate dei solisti, stavolta più che mai sarà la compattezza di squadra ad avere un ruolo chiave. Almeno da questo punto di vista, i rossoneri non sono inferiori ai nerazzurri. Grazie soprattutto ad Allegri, alla sua maggiore esperienza rispetto a Chivu e alla sua capacità di ridare nerbo al gruppo già dall'estate.

Nel frattempo si avvicina il mercato di gennaio, rimbalzano i nomi di Thiago Silva (41 anni) e Levandowski (37) per le scuderie di Milanello. Cavalli di razza, magari un po' bolsi: se l'obiettivo è colmare due buchi per vincere subito, può avere un senso anche per il carisma che porterebbero nello spogliatoio. In prospettiva, però, servirebbero solo a rimandare la soluzione di problemi che si trascinano da troppo tempo e che - in verità - andrebbero risolti definitivamente e con lungimiranza. Questione di scelte, di programmazione, di necessità a medio e lungo termine.