Vocalelli esalta Modric: "Per giocare così a 40 anni in mezzo al campo non bastano l’esperienza e i piedi buoni. Serve tanto di più"

Alessandro Vocalelli, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ha parlato così di Luka Modric: "E la priorità oggi, a 40 anni, è di essere ancora vincente con il Milan. A cui evidentemente si è promesso con quella dedizione, quella voglia, quell’energia che aveva da ragazzo. Che gli ha permesso di sfondare un muro apparentemente invalicabile, fatto di tanti pregiudizi. Già perché — ce lo possiamo dire? — nessuno immaginava di vederlo ancora lì, a seminare calcio per una partita intera. Vedrete, sarà importante nell’ultima mezz’ora, magari utile in panchina anche per essere d’esempio ai più giovani, quelli che si sentono incompresi se non vanno in campo ogni domenica. Alzi la mano chi non lo ha pensato, quando Tare — come aveva fatto già con Klose e Lucas Leiva — ha intuito di non essere davanti a un ex Pallone d’oro ma a un genio che si era messo alle spalle i suoi successi, per immaginarne altri.
Nel ruolo, pensate un po’, più faticoso. Perché puoi essere un grandissimo portiere a 40 anni, puoi sfruttare il senso della posizione a quell’età per comandare la linea di difesa, puoi accendere la luce al limite dell’area. Ma per farlo lì, in mezzo al campo, non bastano l’esperienza e i piedi buoni. Ma serve tanto di più. Serve prepararsi per una vita intera. Perché è l’ampiezza, la profondità, a determinare i tuoi confini, allargandoli pericolosamente e rovesciando anche le mode. Perché — lo ha detto benissimo Del Piero — lui, Modric, è la risposta a chi pensa che siano sempre muscoli e centimetri il lasciapassare per questo “nuovo” calcio. Mentre la leggerezza e l’eleganza della corsa, a testa alta, è una bussola molto più importante. Al Milan, insomma, bisogna riconoscere di aver fatto una scelta con la testa. E a Modric di voler ripagare — con il cuore — questo pieno di fiducia. Mettendo il rossonero davanti a tutto, per continuare a essere un vincente, un protagonista. Con quella sua caratteristica che non è assolutamente un vezzo. Quella capacità di accarezzare il pallone con l’esterno — una, cinque, dieci volte a ogni partita — non solo perché quello è il suo stile inconfondibile. E quella è la sua firma. Ma perché serve ad anticipare gli avversari. E a sorprendere. Come in fondo è stata tutta la sua storia".

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati

Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso ad A.C. Milan