Alessio Romagnoli, il capitano che non vuole (e non deve) abbandonare la nave

Alessio Romagnoli, il capitano che non vuole (e non deve) abbandonare la naveMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 8 aprile 2021, 20:00Primo Piano
di Redazione MilanNews
fonte Fabio Montesanti

Alessio Romagnoli ha cominciato la sua stagione dai box, ricordiamo infatti i problemi muscolari che ha dovuto affrontare quest’estate: una lesione muscolare al polpaccio che lo ha costretto a restare fuori dal campo per 87 giorni. Nonostante ciò, appena è tornato arruolabile, la coppia formata insieme a Kjaer è rapidamente diventata una certezza per la formazione di Mister Pioli. Altre complicazioni fisiche e l’approdo a Milanello di Tomori (che come biglietto da visita ha presentato ottime prestazioni) sembrano aver messo in discussione il futuro rossonero del capitano, tanto da alimentare voci di mercato poco attendibili.

ROMAGNOLI-TOMORI, UNA POLTRONA PER DUE? - In un Top club, è necessario avere a disposizione in rosa almeno quattro centrali difensivi di valore assoluto. È questo il punto di partenza di qualsiasi ragionamento di Maldini e Massara quando si passa ai radar il pacchetto arretrato a disposizione di Pioli. È un dato di fatto che il rendimento di Tomori, sbarcato a Linate come riserva a tempo determinato o poco più, abbia impressionato un po' tutti; i mugugni iniziati quasi subito da parte dei tifosi Blues lasciavano percepire che la sua partenza potesse rivelarsi dolorosa, e adesso iniziamo a capirne le motivazioni. A Tomori è bastato poco, pochissimo tempo, per mostrare tutte le sue qualità: accelerazione, aggressività, pressing a tutto campo sul portatore di palla, caratteristiche che effettivamente mancavano alla fase difensiva del Milan. Aggiungiamo che le recenti uscite di Romagnoli hanno fatto storcere il naso, probabilmente perché ci si aspetterebbe un salto di qualità nelle sue prestazioni, troppo spesso limitate allo svolgimento del compitino, ed ecco che il “caso” Romagnoli rischia di scoppiare.  Ad ogni modo quando Romagnoli sta bene è considerato dall’intero ambiente di Milanello come un titolare, e in accoppiata con Tomori potrebbe costituire una coppia difensiva di alto livello per il Milan del futuro; ha totalizzato 20 presenze in serie A e gode della totale fiducia di Pioli, che in una stagione tribolata dagli infortuni come questa, può trarre un insegnamento fondamentale: più giocatori importanti si hanno a disposizione negli stessi ruoli, meglio è, soprattutto se teniamo in considerazione che degli stop fisici per l’esperto Kjaer, sono preventivabili nel corso di una lunga stagione, e la rotazione più che una scelta, è un obbligo. Ben venga la competizione sana fra giocatori di livello nella stessa posizione del campo, soprattutto in un club che ambisce a giocare ogni 3 giorni, ritornando finalmente a sentire la musichetta della Champions League.

RAIOLA E RINNOVO: BINOMIO (DA SEMPRE) PERICOLOSO - Il capitano rossonero ha un contratto che scadrà il 30 Giugno 2022 e la trattativa per il rinnovo, guidata da Mino Raiola, sembra tutt’altro che una formalità. La Gazzetta dello Sport ha riferito che per firmare il prolungamento, la richiesta si aggira attorno ai 6 milioni di euro netti a stagione, praticamente il doppio del suo ingaggio attuale, cifra difficilmente raggiungibile dal club di via Aldo Rossi, che si appresterà a sedersi al tavolo della trattativa. Al momento Romagnoli è nuovamente ai box per un infortunio al polpaccio e vive i rumors di mercato lontano dal campo; l’ultimo in ordine cronologico, è rappresentato da un improbabile scambio fra scontenti con Federico Bernardeschi (anche lui appartenente alla scuderia Raiola). La voce non sta trovando riscontro effettivo, ed è probabilmente destinata a restare tale, nel frattempo Romagnoli scalda i motori per dimostrare che questo è ancora il suo Milan, e un periodo poco brillante combinato all’aumentare della concorrenza, non può cancellare così facilmente quanto di buono fatto per la squadra, che gli ha consegnato la fascia al braccio e ripone in lui la massima fiducia, anche per il futuro.

Di Fabio Montesanti