Bentornata panchina lunga, il Diavolo riscopre la profondità in ogni ruolo

La tempesta è passata. Dopo un autunno ai limiti della realtà sportiva, con più infortuni rispetto ai gol, il Milan abbraccia la dolce (non più) chimera della serenità di spogliatoio. Fatta eccezione al caso Bonaventura, out per tutta la stagione, il solo presente in infermeria è Cristián Zapata. Un unicum nella gestione Gattuso, con tutto il gruppo a disposizione in vista dello sprint finale.
Contro l'Empoli si è rivisto Lucas Biglia, regolarmente convocato Ivan Strinic, presto Mattia Caldara effettuerà il suo secondo esordio con la maglia rossonera ed anche Pepe Reina è tornato al lavoro a Milanello. Tutti presenti, tutti sugli attenti, regalando a Rino quell'utopia tanto accarezzata di due pedine (o più) per ruolo: ora si può, ora non è più solo un pensiero stupendo.
Tra i pali, alle spalle dell'intoccabile Donnarumma ecco pronti all'eventuale chiamata di necessità tutti i portieri sotto contratto: Reina, Antonio Donnarumma ed Alessandro Plizzari.
In difesa, superato il momento orribile nel quale Rino doveva inventarsi centrali e fare la conta, ora i titolari raddoppiano: a destra si giocano una maglia Calabria e Conti, in grandissima crescita; Romagnoli e Musacchio al centro sembrano intoccabili, ma alle loro spalle è pronto Abate che ha dato enormi margini di affidabilità e prossimo al rientro Caldara, ormai in gruppo; a sinistra addirittura la ricchezza abbonda, con tre atleti come Rodríguez, Laxalt e Strinic per una maglia.
Kessié-Bakayoko-Paquetá come una filostrocca, inamovibili dalla mediana milanista. Attenzione però, perché la crisi di uomini è finita: Biglia c'è e lo ha dimostrato contro l'Empoli, Mauri se interpellato ha sempre lottato, infine Bertolacci e Montolivo a disposizione, in attesa di una chiamata difficile fra situazioni di contratto e scelte societarie.
Qualche metro più avanti e tutto funziona ad incastro, in attacco c'è una riserva per ogni ruolo. Quando manca Çalhanoglu, Borini allaccia gli scarpini e mette in campo tutto quello che ha. Con Suso out, Castillejo ha dato certezze assolute per fantasia, assist e gol. Per il ruolo della punta centrale poi, quando Piatek vorrà far riposare le sue pistole, scalpita un certo Patrick Cutrone che, con il gol, ha un feeling innato.
Bentornata panchina lunga, il Diavolo riscopre la profondità in ogni ruolo nella corsa decisiva per la Champions.

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