Il calcio italiano deve ripartire da Milano... con uno stadio di proprietà

Il calcio italiano deve ripartire da Milano... con uno stadio di proprietàMilanNews.it
venerdì 19 marzo 2021, 21:00Primo Piano
di Nicholas Reitano

Sarà un'altra settimana di marzo da dimenticare per il calcio italiano. Per l'ennesima volta il mondo del pallone del Bel Paese fallisce nei confronti europei. Cinque squadre su sei sono state eliminate dalle competizioni continentali. L'uscita della squadra di Pioli è giustificata... da molti fattori. In primis, dal fatturato (il Manchester United mette in conto quasi 700 milioni di euro l'anno, quasi quattro volte quello del Milan). Poi, dalla conseguente mancanza di strutture adatte, in particolar modo gli stadi, che in Italia sono vecchi e poco funzionali. Recentemente proprio mister Pioli ha ricordato quanto sia stato importante per i rossoneri giocare su un manto erboso perfetto all'Old Trafford, campi che agevolano le squadre con un tasso tecnico più elevato. 

STRUTTURE DI PROPRIETÀ - Il problema è essenzialmente questo. Sono poche le squadre di Serie A che possiedono uno stadio di proprietà: la Juventus, che ha costruito l'Allianz Stadium da zero, Sassuolo, Udinese e Atalanta, che hanno acquistato la struttura dal rispettivo Comune di riferimento. Quattro su venti. Un dato molto preoccupante. E pensare che all'appello mancano le cinque big: le due milanesi, le due romane ed il Napoli. Il calcio italiano deve assolutamente ripartire da questa falla, e dovrà farlo soprattutto con le quattro potenze di Milano e Roma che per anni (essenzialmente dopo i due boom economici) hanno trainato il carro dentro e fuori dal paese. Sia per motivi finanziari, e dunque per il conseguente aumento del fatturato, sia per l'importanza del brand.

INVESTIMENTI - In secondo luogo, quando si parla di investimenti bisogna soprattutto citare quelli relativi al settore giovanile. La dimostrazione è lampante. Dal 2013 ad oggi, di fatto, in Youth League, nessuna squadra italiana ha vinto o partecipato ad una sola finale della competizione. Un dato che riflette lo scarso e limitato impegno che le squadre italiane hanno prestato al settore giovanile locale (sia per il mondo maschile che per quello femminile). È un Paese che, dunque, dopo l'ennesima figuraccia, deve iniziare ad alzare la testa e a pensare seriamente al futuro - come nelle idee filosofiche e tecniche di Elliott e Gazidis, che stanno spingendo molto per la realizzazione del nuovo stadio ma che devono fare i conti con una burocrazia stagnante. Il Milan si augura di tornare grande, ma per farlo deve assolutamente risolvere questi problemi tecnici per la costruzione del nuovo stadio: dicesi, l'obiettivo numero uno per la rinascita.