Il terzino dimenticato

Il terzino dimenticatoMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 11 ottobre 2010, 08:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

Nell’ultima sessione di calciomercato il Milan ha imbastito una campagna acquisti che ha portato rinforzi e rincalzi in quasi tutti i ruoli. Amelia si è collocato alle spalle di Abbiati e giornalmente, negli allenamenti a Milanello, prova a soffiargli il posto da titolare. Yepes e Papastathopoulos compongono l’ipotetica coppia centrale di riserva, alle spalle degli intoccabili Nesta e Thiago Silva. In mediana, Boateng ha portato fisicità, freschezza atletica e duttilità tattica, consentendo ad Allegri di poter sopperire senza troppi affanni all’infortunio di capitan Ambrosini. In avanti, Ibra e Robinho, i botti del mercato milanista, rappresentano due frecce importanti nella faretra a disposizione del tecnico rossonero anche se, il brasiliano, è ancora alla ricerca della miglior condizione fisica.

Tutto questo escursus vuole evidenziare come si la società ha agito bene sul mercato ma ha anche trascurato uno dei ruoli fondamentali del calcio moderno, ossia quello del terzino. Nei suoi primi giorni da timoniere del Milan, Massimiliano Allegri, in una cena estiva con Galliani, aveva chiesto all’Amministratore Delegato rossonero uno o due terzini in grado di fare sia la fase difensiva che quella offensiva vedendosi recapitare, per tutta risposta, l’uruguagio Bruno Montelongo, attualmente relegato nella rosa della Primavera a disposizione di Giovanni Stroppa. Dovendo fare di necessità virtù, l’allenatore del Diavolo ha puntato sull’eterno Zambrotta sulla destra, visto che a sinistra giostra il fondamentale Luca Antonini. Le voci di mercato alimentate in questi giorni, con oggetto Kakà, non hanno fuorviato i tifosi che vorrebbero vedere, nel mercato di gennaio, un intervento deciso da parte della società su un esterno difensivo che possa fare la differenza. In Italia, purtroppo, i terzini di qualità scarseggiano e si è costretti ad andare a fare la spesa all’estero ma si spera che, dal cilindro di Galliani o Braida, esca il giocatore ideale per rendere, forse, completa, una rosa già competitiva ma orfana ancora, come detto, di qualche tassello.