L'altra faccia di Olivier Giroud, il leader difensivo che non ti aspetti

L'altra faccia di Olivier Giroud, il leader difensivo che non ti aspettiMilanNews.it
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domenica 12 marzo 2023, 17:00Primo Piano
di Redazione MilanNews

Il centravanti del Milan è un ruolo tra i più chiacchierati dell’ultimo periodo, con Ibrahimovic, che ha superato i 40 anni, e con Divock Origi, arrivato a parametro zero e purtroppo ben lontano dall’essersi reso utile alla causa rossonera come ci si aspettava a inizio estate. Ci sarebbe anche Ante Rebic, impiegabile come prima punta, ma che tra infortuni e discontinuità non riesce a garantire al Milan quell’apporto che, invece, ci si aspetta dal terminale offensivo rossonero. Chi resta? Olivier Giroud, l’unico e il solo; l’uomo che a 36 anni suonati “tira avanti la baracca” e che tra gol pesanti, gol bellissimi e gol decisivi, offre prestazioni che spesso vanno al di là della mera finalizzazione. Anzi, talvolta si esalta anche senza metterla dentro.

DECISIVO SENZA SEGNARE

Il doppio confronto contro il Tottenham ha messo in mostra un Malick Thiaw in grande spolvero, migliore in campo all’andata e tra i migliori in campo anche al ritorno. Ma è tutta la difesa o, meglio ancora, la fase difensiva ad essere stata impeccabile. Una fase difensiva che, per essere fatta bene, richiede il coinvolgimento di tutti, a cominciare dagli attaccanti. Ed è qui che si esalta il centravanti francese: paradossalmente uno dei leader difensivi nella fase di non possesso, dal momento che se corre e pressa l’attaccante centrale, perché non dovrebbero farlo tutti gli altri? L’esempio, dicono, che sia la forma di comunicazione più efficace. E in effetti è vero: le azioni parlano con una voce più forte delle parole e Olivier Giroud è un esempio. Di abnegazione (correre e pressare non sono le sue caratteristiche principali) di umiltà (a 37 anni da compiere e col palmares più ricco della rosa), di dedizione (lo fa come se da come interpreta la fase difensiva dipendesse la sua vita, o quasi) e di coinvolgimento (perche questa attitudine ce l’hai solo quando credi fermamente nel progetto e nell’allenatore).

COME AI MONDIALI

Del resto, che “Oliviero lo sparviero” non fosse soltanto un attaccante d’area di rigore lo si sapeva. Chi lo ha visto trascinare il Montpellier al titolo in Ligue1 lo sa, come lo sa chi lo ha visto giocare con l’Arsenal e col Chelsea. Sponde, assist e passaggi chiave; coinvolgimento tattico e tanta predisposizione a giocare con gli altri (e spesso “per” gli altri). Come ai Mondiali russi, quando Giroud, da centravanti titolare della formazione di Deschamps, ha vinto il trofeo non solo senza segnare, ma senza nemmeno tirare nello specchio della porta una singola volta. Per come partecipa alla manovra, alla costruzione e alla rifinitura, il 9 di Chambéry è ben più di un terminale offensivo al quale affidarsi per la finalizzazione. Un attaccante funzionale, un bomber d’area, un rifinitore d’eccellenza e, adesso, anche leader difensivo. L’unico difetto di Olivier Giroud è non essere in grado di fermare il tempo, perché un giocatore così sarebbe bello averlo per sempre.

di Luca Vendrame