Mercato, stato di forma e presunti errori: è un momento difficile che deve far riflettere

Mercato, stato di forma e presunti errori: è un momento difficile che deve far riflettereMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
lunedì 13 dicembre 2021, 21:00Primo Piano
di Fabrizio Tomasello

Due vittorie nelle ultime sei partite di campionato, per altro contro le ultime della classe Genoa e Salernitana, dopo un inizio sensazionale contrassegnato da 11 successi e un pari nelle prime 12 partite: è il certificato ufficiale del momento complicato in casa Milan. Niente di irreversibile, per carità, e nemmeno di impronosticabile alla vigilia, ma a questo punto è impossibile negare l’evidenza dei fatti. Specialmente se alla luce di una serie di analisi attente, puntuali e soprattutto pacate si vuole provare a risollevare il capo e tentare realmente la caccia al diciannovesimo.
Ho volutamente sottolineato l’aggettivo “pacato” perché nelle ultime 48 ore ho letto di tutto: accuse - anche pesanti - a questo o a quel calciatore rossonero, strali contro il mister reo di aver commesso le peggiori nefandezze, apoteosi di disfattismo dilagante frutto di un pessimismo cosmico francamente inspiegabile etc. etc.
La verità è che questo Milan è a un punto - leggasi 1 - dalla vetta e sta tenendo dietro corazzate come Napoli, Juventus, Atalanta e anche Roma e Lazio. La conferma inoppugnabile che qualcosa di buono nell’ultimo anno e mezzo tra via Aldo Rossi e il centro sportivo di Carnago è stato fatto, con buona pace di coloro, milanisti, o presunti tali, che non aspettano altro che una battuta d’arresto per sparare sul pianista di turno.
Fatta questa doverosa premessa, impossibile però negare le difficoltà attuali, conditio sine qua non per poterle superare e venirne fuori.
Partiamo da quello che si è visto a Udine. Al netto dei tanti, troppi infortuni che stanno drammaticamente caratterizzando questa stagione (anche l’anno scorso è stato un bagno di sangue, vale la pena ricordarlo), tra gli abili e arruolati ci sono diversi i rossoneri sotto la soglia di una condizione accettabile: gli imprescindibili Theo Hernandez, Brahim Diaz e Saelemaekers, ma anche i vari Bennacer, Bakayoko, Florenzi, preziosi nell’ottica del turn over. E i risultati si vedono. Quando gioca “da squadra”, il Milan può far fronte alla partita sbagliata di uno o due interpreti senza pagare dazio, ma se si parte con un approccio sbagliato e almeno 6-7 rossoneri giocano da 4, il pareggio rimediato in extremis a Udine va derubricato senza discussione alla voce “benedizione”.
A proposito di approccio, arriviamo alle questioni relative a mister Pioli. Leggendo i commenti social dei tifosi milanisti nel post Udinese-Milan, al tecnico rossonero vengono imputate le scelte iniziali di formazione. La voce del popolo urla che oggi il Milan non può rinunciare a Kessiè e soprattutto a Tonali, e nello stesso tempo non può continuare a puntare sugli irriconoscibili Bennacer e Bakayoko. Probabilmente è vero, però è l’allenatore che lavora con la squadra tutti i santi giorni e meglio di tutti sa su chi puntare e quando puntarci. Senza dimenticare che tra un paio di settimane, quando l’algerino e l’ivoriano partiranno per giocare la Coppa d’Africa, accanto a Sandrino nostro resterà solo l’ex Chelsea. Fondamentale quindi rimetterlo in condizione in fretta. Che poi Timù non sia più il giocatore affidabile visto a Milanello ormai 3 anni fa, potrebbe anche essere vero, ma in rosa lui abbiamo.
Chiudo su Pioli per evidenziare quello che invece potrebbe, a mio modesto avviso, essere un limite del nostro mister: la capacità di infondere le giuste motivazioni alla squadra anche in presenza di avversari non blasonati. Questo Milan ha dimostrato che se entra in campo con il piglio giusto e la concentrazione necessaria, può affrontare - e battere - qualunque avversario. Ma nello stesso tempo va in difficoltà contro chiunque se l’approccio è molliccio e l’atteggiamento indolente. Qui, a mio avviso, entra in gioco il carisma dell’allenatore, che deve essere bravo a motivare i suoi ragazzi anche se di fronte c’è una squadra più debole. Da questo punto di vista forse Pioli può ancora migliorare.
Chiusura sul mercato. Il precario stato di forma di Brahim Diaz conseguente al Covid ha certificato l’esigenza di correre ai ripari a gennaio. In estate, nell’ultimo giorno utile, si è puntato tutto su Messias, ma ad oggi Pioli lo vede esterno alto a destra, in alternativa a Saelemaekers e al posto di Castillejo destinato a lasciare Milanello. Questo vuol dire che un trequartista di ruolo al Milan serve. Che si torni su Faivre, si acceleri per imbarcare Adli o si punti su altro, l’importante è che si faccia qualcosa.
Sulla necessità di un sostituto di Kjaer non credo valga la pena soffermarsi vista l’oggettività del problema, così come sull’esigenza di fare una valutazione serena sul reale apporto che può offrire Bakayoko. Piuttosto forse è il caso di iniziare a guardarsi attorno in cerca del centravanti del futuro. Vlahovic è un sogno, ma non un miraggio. Se si vuole far fare al Milan il definitivo salto di qualità verso l’Europa dei grandi, un investimento del genere è necessario.

di Fabrizio Tomasello.