Milan, che pacchetto difensivo: il più “vecchio” ha 27 anni e il futuro è roseo

Milan, che pacchetto difensivo: il più “vecchio” ha 27 anni e il futuro è roseoMilanNews.it
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venerdì 3 marzo 2023, 17:00Primo Piano
di Redazione MilanNews

Il Milan è uscito dal suo periodo negativo dopo esser stato risucchiato in un vortice che ne aveva minato fiducia, certezze e autostima. Il mister Stefano Pioli ha reagito con umiltà e intelligenza ai problemi nei quali si era impantanata la squadra, trovando in Thiaw l’uomo della svolta che, contestualmente al cambio modulo verso una difesa a 3, ha aggiunto alla difesa rossonera le caratteristiche che mancavano per tornare a blindare la porta.

GENERAZIONE D’ORO

Una porta, quella dei rossoneri, tornata ad essere difesa da Maignan, il grande assente di questa stagione. Con il ritorno di Magic Mike, col suo carisma, la sua capacità di far stare alta la difesa, la sua abilità a giocare il pallone e con la personalità che va a infondere fiducia ai compagni, dal Milan ora è lecito aspettarsi un ulteriore salto di qualità. Intanto, l’ex portiere del Lille, indiscutibilmente tra i migliori portieri della Serie A, ha solo 27 anni, che a luglio saranno 28: per un portiere è ancora molto giovane. Davanti a Maignan si compone una difesa tanto giovane quanto impressionante: potenzialmente, volendo schierare Kalulu (21 anni) terzino a destra, con Theo Hernandez (25) terzino sinistro e la coppia centrale composta da Thiaw (21) e Tomori (25), l’età media della linea difensiva del Milan sarebbe di 23 anni. Una media che si alza leggermente se si volesse aggiungere Maignan, andando ad esaminare tutto il pacchetto difensivo rossonero: 23,8 anni. La particolarità, inoltre, è che sono tutti giocatori blindati dal club con contratti lunghi fino al 2026 e 2027, perchè il Milan vuole creare con loro un ciclo vincente.

PAZIENZA, TEMPO, FIDUCIA E ANCORA PAZIENZA

Questi numeri sono assolutamente straordinari e favolosi, che testimoniano della grande capacità manageriale del terzetto Maldini-Massara-Moncada. Un team coeso, competente, lungimirante e che, nel nome del buonsenso e della sostenibilità, non si piegano a forzature in termini di dispendi economici (tanto nei rinnovi contrattuali, quanto nelle commissioni per gli intermediari e per i cartellini dei giocatori) che talvolta tifosi e appassionati di calcio faticano a comprendere, ma che in termini di visione a lungo termine sono scelte che pagano. E se pagano, succede perché l’ambiente rossonero è finalmente diventato quello che gli inglesi chiamerebbero un “safe place” per i giocatori giovani che devono crescere e fare il salto di qualità, andando a mitigare la portata dei loro errori. Perché sbagliano e sbaglieranno, fa parte del loro percorso di crescita e in quanto difensori i loro eventuali futuri errori potrebbero costare alla squadra più caro rispetto agli errori di un attaccante, per questo servirà tenere bene a mente che gli errori l’investimento a lungo termine della dirigenza, per non destabilizzare un ambiente che tutto vuole, tranne che regredire a livello tecnico e mentale.

UN FUTURO ROSEO TRA CAMPO E BILANCI

Del resto, la visione a lungo termine della gestione rossonera non si vede solo a livello tecnico, ma anche economico: come riporta Calcio & Finanza, infatti, nell’ultimo anno il Milan ha dimezzato ulteriormente le proprie perdite, con un passivo che potrebbe concluidersi verso i 25 milioni. E con uno stadio di proprietà, che si vuole fare senza se e senza ma, i bilanci non potranno che migliorare, con la conseguenza di poter trattenere i giovani che esplodono e che ricevono offerte dall’estero e di aumentare il budget nelle future finestre di mercato. A testimonianza di come questo progetto sia virtuoso a tutto tondo e che sostenibilità e lungimiranza non siano necessariamente incompatibili con competitività e successo.

di Luca Vendrame