Passano gli anni, le scuse cambiano. Dal "Se c'era Nedved", passando per "Era fallo su Sanchez" fino al "A portieri invertiti"

Passano gli anni, le scuse cambiano. Dal "Se c'era Nedved", passando per "Era fallo su Sanchez" fino al "A portieri invertiti"MilanNews.it
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di Manuel Del Vecchio

Prendiamo in prestito una massima semplice, ma assolutamente veritiera, che mister Stefano Pioli ha tirato fuori qualche anno fa. Nel calcio chi vince festeggia, chi perde spiega. Quando poi c'è di mezzo una rivalità importante come quella cittadina il fenomeno è moltiplicato per mille. Una vittoria che fa godere in modo incontrollato, una sconfitta che proprio non va giù: ogni situazione è vissuta con un trasporto e un'intensità difficili da replicare, il tutto accompagnato dalla speranza (o dal timore), che il calcio è ciclico e che un domani le situazioni si ribalteranno. Fa parte dell'ordine naturale delle cose.

Prima dei social c'era il "Se c'era Nedved" dei tifosi bianconeri, consapevoli che la notte di Manchester del 2003 li perseguiterà, sportivamente parlando, a vita. Una finale di Champions League tutta italiana che ha visto i rossoneri vincitori: estasi. I tifosi della Juventus si appellano alla mancanza di Nedved, squalificato per dopo l'ammonizione presa in semifinale contro il Real Madrid. Un tormentone che nel tempo è diventato uno sfottò da parte dei tifosi rossoneri e non più un desiderio di rigiocare la finale con Nedved a disposizione.

Con l'arrivo dei social tutto si è amplificato a dismisura e tutto viaggia ad una velocità supersonica: quello che è virale ora tra mezz'ora rischia di non esserlo più. Nonostante questo alcuni refrain sono rimasti impressi nella mente dei tifosi, ma per i motivi differenti. "Era fallo su Sanchez", anche se non lo era assolutamente, è il lamento degli interisti dopo il derby del febbraio 2022 che ha ribaltato le sorti di un intero campionato, poi vinto dal Milan di Stefano Pioli. Giroud va spalla a spalla a centrocampo su Sanchez e, recuperando palla, dà il via all'azione che porterà al pareggio, qualche minuto prima della famosa "girata" per il 2-1 finale. Una frase che simboleggia la non accettazione del tifoso nerazzurro verso uno scudetto, il diciannovesimo della storia milanista, strameritato sul campo. Non ci sono spallate o Radu che tengano.

E arriviamo a ieri, al derby vinto per 1-0 dal Milan anche grazie ai miracoli di Mike Maignan. Come se fosse una colpa avere un portiere forte e decisivo si è sollevato in coro il "A portieri invertiti...". E allora perché non ad attaccanti, a centrocampisti, o a difensori invertiti? È un discorso che ovviamente non ha senso, quasi come se l'estremo difensore fosse un corpo estreaneo alla squadra. Gli attaccanti segnano e indirizzano le partite, i portieri parano ed indirizzano le partite allo stesso modo. Aveva proprio ragione Stefano Pioli: chi vince festeggia, chi perde spiega. O inventa scuse più o meno fantasiose.