Rebic, un osso croato per il Milan: la cattiveria che mancava per innescare le idee di Giampaolo

Rebic, un osso croato per il Milan: la cattiveria che mancava per innescare le idee di GiampaoloMilanNews.it
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martedì 3 settembre 2019, 14:30Primo Piano
di Matteo Calcagni

"E' un bell'osso". Così si è espresso Marco Van Basten, uno che di attaccanti se ne intende, a riguardo di Ante Rebic, durante l'intervista rilasciata ai microfoni di Carlo Pellegatti per Tiki Taka. Il Cigno di Utrecht non poteva scegliere un termine migliore per descrivere il croato, su cui il Milan si è fiondato, a sorpresa, per completare il suo reparto d'attacco. Un calciatore duttile, capace di giocare in tutti i ruoli offensivi del (nuovo) 4-2-3-1 di Marco Giampaolo, che però stupisce soprattutto per la sua propensione allo sforzo, all'aggressività e alla tenacia: caratteristiche che non sono certo comuni all'interno della rosa milanista.

LA CARRIERA - Ante Rebic è un classe '93, come Suso, quindi nel pieno del suo potenziale calcistico: compirà 26 anni il prossimo 21 settembre, ma di strada ne ha già percorsa parecchia. Il nativo di Split ha già avuto esperienza in Italia, seppur con poca fortuna, con la maglia della Fiorentina: prima nel 2013, acquistato dal RNK Spalato, poi nel 2015, di ritorno dal prestito al Lipsia. Lo spazio in viola fu pochissimo (solo 4 presenze in Serie A), tant'è che a gennaio si spostò al Verona, giocando dieci partite prima di rientrare in Toscana. Da lì il doppio prestito all'Eintracht Francoforte, il secondo con obbligo di riscatto fissato a due milioni di euro: due annate senza troppi acuti da parte del croato, ma il club tedesco dovette comunque acquistarlo, confermandolo in rosa anche per la stagione successiva. Una scelta rivelatasi saggia, considerando il contributo di Rebic nell'annata 2017/18 (6 gol e 3 assist, più 3 reti in Coppa) e soprattutto le prestazioni al Mondiale russo, dove il croato giocò sei gare su sette (tutte da titolare), segnando anche all'Argentina. Un palcoscenico che ha maturato ulteriormente il calciatore, tant'è che nell'ultima annata i gol sono stati 13 (in tutte le competizioni), per il record realizzativo della carriera. Un biennio che ha fatto salire a dismisura la valutazione del croato rispetto alla cifra irrisoria concessa alla Fiorentina, che ha però mantenuto il 50% sulla futura rivendita del calciatore.

DOVE E COME AL MILAN - Passiamo all'aspetto tattico, e non solo. Già detto che Rebic può giocare in tutti i ruoli d'attacco dell'attuale 4-3-2-1, bisogna aggiungere che potrebbe tranquillamente agire come esterno puro in un 4-3-3, oppure come seconda punta se Giampaolo decidesse di tornare al 4-3-1-2. Inoltre, cosa importantissima, l'ex Eintracht potrebbe eventualmente sostituire Piatek come centravanti se ci fosse la necessità, fermo restando che il tecnico abruzzese dispone anche di Leao come alternativa al Pistolero. Il croato probabilmente non avrà la tecnica di Correa, noto primo obiettivo dell'estate rossonera, ma dispone di una caratteristica che è rara all'interno del pacchetto calciatori agli ordini di Giampaolo: la cattiveria. E' un giocatore che dà tutto e di più in campo, come testimonia un episodio risalente allo scorso gennaio, quando Rebic segnò contro il Werder Brema: preso dalla foga dell'incontro, il croato andò in black out, pensando di giocare contro il Lipsia, sua ex squadra, tanto da non esultare. Un episodio certamente bizzarro che però dimostra come l'ex viola pensi solo a quello che accade sul terreno di gioco. Fondamentale anche in fase di non possesso, Rebic è un giocatore utilissimo per legare i reparti e la sua buona attitudine al gol potrà sicuramente essere utile anche ai suoi colleghi di reparto, i quali potranno godere di maggiore libertà d'azione rispetto in precedenza. Pensiamo a Suso ma soprattutto a Piatek, spesso raddoppiato o triplicato dalle retroguardie avversarie: con l'osso croato anche per il polacco la situazione dovrebbe migliore.