SEEDORF CREA, DIDA CONSERVA

SEEDORF CREA, DIDA CONSERVAMilanNews.it
domenica 12 aprile 2009, 01:47Vista dalla Curva
di Davide Bin

I tifosi rossoneri aprono l'uovo di Pasqua e trovano gradite sorprese: una vittoria su un campo storicamente insidioso (la fatal Verona...) contro una squadra ostica e in gran forma; un gol di pregevole fattura realizzato da Seedorf; addirittura una parata prodigiosa di Dida che ci ricorda il gran portiere che fu e che pensavamo di non rivedere mai più; il terzo posto consolidato e il secondo lontano ormai solo due punti; la difesa imbattuta per la seconda partita consecutiva e per la quarta nelle ultime cinque sfide, statistica identica a quelle delle vittorie della squadra (seconda consecutiva e quarta nelle ultime cinque). Insomma i numeri sono tutti positivi e rallegrano un po' questa Pasqua triste per noi italiani per motivi extra-sportivi, ma le buone notizie sono finite qui, perchè se si va ad analizzare la prestazione si può vedere che il Milan ha stentato per lunghe fasi dell'incontro anche a Verona, ha faticato a creare gioco ed occasioni da gol e, una volta in vantaggio, ha sofferto il veemente ritorno del Chievo e ha rischiato di farsi raggiungere. Comunque in questi casi il risultato è sempre la cosa più importante, anche perchè la stagione volge al termine ed è inutile ormai andare a ricercare il bel gioco o prestazioni spettacolari in un campionato che ormai è stato inferiore alle attese e nulla di ciò che potrà accadere da qui alla fine potrà cambiare questo giudizio, nemmeno un filotto di prestazioni convincenti o un eventuale secondo posto che non soddisferebbe più di tanto chi sognava lo scudetto e dovrà rassegnarsi a vederlo ancora cucito sulle maglie nerazzurre. Comunque quella di Verona era una tappa molto importante nel cammino che porta verso l'Europa che conta, le insidie non mancavano ed essere usciti dal Bentegodi con i tre punti in tasca è motivo di soddisfazione e, dal punto di vista pratico, è fondamentale per mentenere invariato il vantaggio su Genoa e Fiorentina che non mollano.

Ancelotti sembra in vena di esperimenti e bisogna capire se lo faccia per trovare tattiche e schemi funzionali per la singola partita da affrontare o se stia cercando nuove soluzioni per il futuro, laddove con la parola futuro si intende non il finale di questa stagione ma la prossima, il che vorrebbe dire che il tormentone sulla sua permanenza o meno sulla panchina rossonera è effettivamente finito e il nuovo allenatore del Milan in realtà è...quello vecchio almeno per un'altra stagione. Ancora una volta il tecnico allarga Pato a sinistra, quasi in posizione di esterno di centrocampo, costruendo uno schema che ondeggia fra il 4-4-2 con Inzaghi e Kakà punte e il 4-2-3-1 con Inzaghi punta centrale e un terzetto alle spalle composta da Pato, Kakà e Seedorf; il centrocampo è completato da Pirlo e Ambrosini, mentre in difesa Senderos sostituisce l'infortunato Maldini e forma la coppia centrale insieme a Favalli, con Zambrotta e Jankulovski esterni. Ancora panchina per Ronaldinho, Shevchenko e, soprattutto, Beckham, costretto a fare la riserva per la seconda volta consecutiva dopo essere stato quasi sempre titolare; anche Flamini gode di un turno di riposo dopo tante partite giocate consecutivamente, anche perchè lo schema scelto da Ancelotti è più offensivo e qualche centrocampista è fatalmente costretto a restare a guardare, ora che c'è un po' più di abbondanza e meno infortuni. A Verona c'è il sole a fa caldo, c'è un discreto pubblico, ma la curva rossonera rimane in silenzio e non fa il tifo per una forma di rispetto e di condivisione del dolore provato in questi terribili giorni dagli abitanti dell'Abruzzo, colpiti dal terremoto che ha distrutto L'Aquila e le zone limitrofe; come già sapete la Curva Sud si è anche data da fare per raccogliere beni di prima necessità da destinare alle popolazioni terremotate, a dimostrazione che anche gli Ultras sono prima di tutto uomini con dei sentimenti e con un grande cuore e non solo delinquenti come a volte vengono dipinti. Struggente il minuto di raccoglimento in onore delle vittime del terremoto: raramente in Italia il minuto di silenzio è davvero tale, perchè spesso viene "rovinato" dagli applausi, ma in questo caso non si sentiva volare una mosca, a dimostrazione che c'era tanta partecipazione e commozione da parte di tutti. Poi, come sempre in questi casi, "show must go on" e bisogna pensare a giocare; qualcuno avrebbe preferito non farlo, io lo trovo giusto, fosse anche solo perchè molti degli incassi delle partite di questo turno pre-pasquale sono andati in beneficenza, mentre se questa giornata fosse stata rinviata e giocata chissà quando, magari non ci sarebbe stata tutta questa solidarietà economica.

Il Chievo è lo stesso che ha bloccato la Juve sul pareggio una settimana fa e Pellissier prova subito a spaventare il Milan con un diagonale insidioso; dall'altra parte Pato conferma di essere in un buon momento e tenta di sgusciare via in velocità agli avversari, ma i difensori clivensi scelgono le maniere forti, il papero rossonero prende un po' di botte e assaggia spesso l'erba del Bentegodi, ruzzolando a terra sui frequenti falli subiti. Pirlo sfiora il palo su punizione ma l'occasione più pericolosa del primo tempo è la traversa colpita di testa da Pinzi a Dida battuto; la dea bendata sembra benevola nei confronti dei rossoneri e questo, come si sa, non guasta certo. Luciano reclama un rigore (inesistente) per un uscita di Dida, Ancelotti reclama per la posizione troppo arretrata dalla quale l'arbitro Saccani fa battere una punizione e viene espulso; un autentico evento, visto che si tratta della prima volta da quando siede sulla panchina del Milan, ma anche la dimostrazione di un eccessivo nervosismo, forse perchè non gli piace la scialba prestazione dei suoi, o forse perchè ha troppi pensieri per la testa in questo periodo e le sirene che risuonano da Londra non lo fanno riposare bene...
Una volata di Kakà, un guizzo di Zambrotta, Pato che tenta di slalomeggiare fra i difensori avversari; in mancanza di vere e proprie occasioni da gol ci si accontenta di poco, ma ci vuole ben altro se si vuole vincere una partita fino a questo momento brutta e con poche emozioni.

Nella ripresa il copione non cambia molto ma c'è un piccolo-grande particolare che, a conti fatti, fa la differenza: dopo pochi minuti l'ennesima percussione di Pato permette ad Jankulovski di pennellare un cross per Inzaghi che per una volta lascia da parte l'egoismo della punta di razza, vede e serve l'accorrente Seedorf, che con una rasoiata rasoterra fulmina Sorrentino. Una grande giocata collettiva, un inedito Inzaghi in versione uomo assist e, soprattutto, il bel gol da parte di uno dei giocatori più in ombra della squadra. A questo punto lo scenario deve necessariamente cambiare: ti aspetti un Milan guardingo e sornione, pronto ad innescare ripartenze fulminee e letali negli spazi fatalmente lasciati liberi e larghi da un Chievo che deve sbilanciarsi e, invece, cè solo da soffrire, perchè i veronesi si gettano all'assalto, il Milan si fa schiacciare, fatica molto ad uscire dalla propria trequarti e Ancelotti corre ai ripari inserendo Flamini al posto di Inzaghi. Brividi davanti alla porta di Dida per qualche pallone spiovente in area, con gli avversari come sempre lasciati troppo liberi; chiusure ed interventi spesso in ritardo, come quello che costa un'ammonizione "pesante" ad Jankulovski (era diffidato); palle perse banalmente e una rete molto simile alla prima di Inzaghi ad Atene annullata perchè Bogdani imita SuperPippo ma è (per fortuna) in posizione di fuorigioco millimetrico al momento della fortuita deviazione; Pellissier sfugge via e fa gridare al gol ma fortunatamente si tratta solo di un'illusione ottica, mentre il Milan riesce a rompere l'assedio raramente e Sorrentino trema solo per una sciagurata deviazione di un compagno che manda il pallone a spiovere sulla traversa. Dida ci fa spaventare quando non trattiene un tiro tutt'altro che imparabile, ma poi ci fa esultare come per un gol quando respinge miracolosamente di piede un tiro di Colucci da breve distanza che sembrava destinato in rete; prima una "Didata", poi una prodezza da Dida dei vecchi tempi, quello che rivaleggiava in bravuta con Buffon e poi si è smaterializzato per tanto, troppo tempo, al punto da perdere il posto in squadra, ritrovato solo per l'infortunio di Abbiati. Lo spavento più forte è anche l'ultimo e non succede più nulla, anche perchè a poco servono gli ingressi di Ronaldinho e Shevchenko al posto di uno spento Kakà e dello stanco Pato.

Massimo risultato con il minimo sforzo; tre punti d'oro in chiave Champions conquistati con sofferenza e determinazione più che con merito e superiorità tecnica; al Chievo restano gli applausi per la prestazione, al Milan la vittoria conquistata con armi da provinciale e viene da pensare che i ruoli per una volta si siano ribaltati. Si sapeva che ci sarebbe stato da soffrire e se il Chievo fosse stato più preciso in fase realizzativa, forse ora starei commentando un risultato diverso, ma questo Milan lento, compassato, con poche idee, senza lucidità e fantasia, non può certo coniugare risultati e bel gioco, soprattutto fino a quando uomini solitamente decisivi come Kakà e Seedorf rimarranno spenti e in ombra; il brasiliano non ha mostrato grossi progressi rispetto alla gara contro il Lecce, l'olandese ha il grande merito del gol decisivo che nobilita una prestazione scialba e mediocre; il Milan ha fatto poco per vincere ma quel poco è bastato, però non bisogna illudersi che potrà sempre andare bene; bisognerebbe ritrovare un gioco più veloce e produttivo, con maggiore ritmo e più fantasia, ma gli uomini migliori sono fuori forma, Ronaldinho si immalinconisce in panchina e lo stesso Beckham è stato accantonato; forse in questo scenario già di per sè deprimente, gli esperimenti tattici di Ancelotti hanno aggiunto confusione al disorientamento e in questo scenario a tinte fosche c'è da salvare davvero solo il risultato, la sorpresa più gradita in un uovo pasquale che rischiava di essere amarissimo e, invece, è dolce e gustoso grazie alle prodezze di due fedelissimi della "banda Ancelotti", ovvero Seedorf, che ha creato i presupposti per la vittoria e Dida che l'ha conservata in modo miracoloso, completando la sua resurrezione proprio nella settimana più appropriata!