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Colombo: "Squadra in ritiro? Segnale forte. Rino, vorrei un Milan più offensivo"

ESCLUSIVA MN - Colombo: "Squadra in ritiro? Segnale forte. Rino, vorrei un Milan più offensivo"
giovedì 2 maggio 2019, 19:00ESCLUSIVE MN
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha intervistato Angelo Colombo, storico ex centrocampista rossonero (con questa maglia ha vinto praticamente tutto, sia in Italia che in Europa e nel Mondo). Con lui abbiamo parlato del recente caso Bakayoko e della situazione della squadra di Gattuso a pochi giorni dal match contro il Bologna.

Bakayoko arriva in ritardo e Gattuso punisce tutta la squadra: in ritiro fino a lunedì. Condivide questa scelta?

"Avrà avuto le sue ragioni per farlo. È un segnale forte. L’allenatore deve decidere e ci sta, visto il momento: i risultati non vengono, il gioco non c’è e nelle ultime gare ci si gioca una stagione. Prima dipendeva solo dal Milan, adesso dipende anche dai risultati degli altri. Gattuso ha preso una decisione molto forte".

A proposito di Bakayoko, lei lo riscatterebbe dopo questo episodio? Ricordiamo che per acquistarlo dal Chelsea serviranno 38 milioni.

"È un giocatore di grande qualità, secondo me non si sta esprimendo al massimo delle sue potenzialità. Un po’ come tutta la squadra. C’è delusione perché c’erano delle aspettative. Per il riscatto serviranno tanti soldi e questo episodio potrebbe influire, ma dipende dalla società e dalle scelte che farà. E anche dall’allenatore - che sia Gattuso o un altro - in base ai giocatori che chiederà e al tipo di gioco che vorrà fare. Ci sono tante cose da valutare".

Pare che questo episodio sia solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma cosa può essere successo?

"Prima del derby c’erano risultati e gioco. Non vivo dentro, ma sicuramente è successo qualcosa sotto l’aspetto psicologico. Il Milan si gioca la stagione in poche partite, andare in Champions sarebbe importantissimo: peccato che ci siano questi problemi. Bisogna risolverli e trovare una soluzione, perché così non si va da nessuna parte".

Gattuso può trovare la chiave?

"È l’allenatore e ha il potere decisionale, quindi deve trovare una soluzione. Lui decide chi convocare e far giocare. Può individuare i problemi e poi risolverli".

Il futuro del tecnico sembra tuttavia segnato. Come giudica il lavoro di Gattuso?

"Fino a poco fa il Milan era quarto, quindi era in linea con l’obiettivo prefissato a inizio stagione, poi abbiamo visto cos’è successo dopo il derby. Lui ha fatto il suo lavoro, alla fine dell’anno si vedrà, la società prenderà una decisione. Se si arriva all’obiettivo bene, in caso contrario il club farà l’analisi degli errori e le percentuali. Le colpe vanno però divise, non sono sempre del tecnico o dei giocatori: anche la società ha le sue responsabilità".

Molti tifosi accusano Gattuso di essere troppo "rinunciatario". Lei è d’accordo?

"Questo è vero, l’ho notato anch’io. E in campo si vede: le punte sono sempre da sole, troppo isolate là davanti. Io personalmente sarei per un gioco più offensivo".

Il quarto posto è ancora alla portata e mancano quattro gare: lei crede ancora alla Champions?

"Adesso è difficilissimo, perché non dipende più solo dal Milan. Bisogna comunque cercare di vincerle tutte, ma bisogna cambiare qualcosa: la mentalità, la voglia, l’impegno, tutto. La gara col Torino l’abbiamo vista tutti... Gattuso ha i poteri per farlo, perché è lui a decidere su tutto".

Si parla già del successore di Rino: Antonio Conte può essere l’uomo della svolta?

"Sotto l’aspetto caratteriale, credo che Gattuso sia come Conte e forse più di Conte. Rino lo conoscevamo da giocatore, è uno che trasmette il suo carattere e la sua personalità. È proprio questa la delusione più grande: vedere i giocatori che sembrano svogliati in campo. il contrario di quello che era lui e che trasmette lui: anche durante al partite è sempre in piedi e presente. Quando arriva un allenatore nuovo porta sempre delle novità e delle motivazioni, ma questo in generale".