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Hubner: "Crisi Piatek? Non solo colpa sua. Sì alla coppia con Leao, ma ad una condizione"

ESCLUSIVA MN - Hubner: "Crisi Piatek? Non solo colpa sua. Sì alla coppia con Leao, ma ad una condizione"MilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
martedì 5 novembre 2019, 17:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Dario Hubner. Con l'ex capocannoniere della Serie A abbiamo parlato delle difficoltà mostrate dal Milan nelle prime undici partite di campionato, dei nuovi acquisti, del momento di Piatek e della possibile coesistenza con Leao dal primo minuto.

Le difficoltà del Milan nascono esclusivamente da una mancanza di esperienza e personalità, oppure c'è anche una questione di natura tecnica?
"Penso che ci sia un mix delle due cose. Trovare una sola cosa che non va è troppo semplice. Sicuramente al Milan mancano dei giocatori di esperienza internazionale, che fungano da garanzia. Si sente la mancanza di giocatori che davano sicurezza e carica, i Gattuso e i Maldini. Ognuno nel Milan di oggi cerca di fare il proprio compitino e non ce n'è uno che prenda in mano la situazione. Son tanti giocatori 'buonini' e ognuno pensa per se stesso. Nel Milan di adesso sono tutti sotto esame, per cui non c'è un giocatore che gioca tranquillo di rimanere nella prossima stagione. Il fatto che ogni giocatore che scenda in campo debba sempre dimostrare in ogni partita, va a discapito del gioco di squadra".

Per la prima volta, contro la Lazio, si sono visti in campo contemporaneamente i sei nuovi acquisti: chi l'ha convinta di più e chi di meno in queste prime undici partite?
"Theo Hernandez mi piace tantissimo: un esterno veloce che spinge nel modo giusto sulla fascia, ma che sa anche difendere abbastanza bene. Leao è uno che fa una partita buona e una così così, però nelle partite prima aveva dimostrato di avere i colpi. Quando non gira è difficile fare bene, servirebbero 2-3 vittorie di fila per rasserenare l'ambiente. Bennacer è un giocatore, così come tutti gli altri, che avrebbe bisogno di continuità e fiducia. Servirebbe far fare loro una decina di partite di fila per capire quale sia il loro reale valore. Mi viene sempre l'esempio di Coutinho all'Inter: il brasiliano faceva una partita e poi andava in panchina un mese. E' andato a giocare fisso in altre squadre ed è diventato un grande giocatore. Mi rendo anche conto, però, che la posizione del Milan non consente di aspettare il giocatore e quindi c'è meno pazienza".

Leao esclude necessariamente Piatek o i due possono coesistere anche dall'inizio della partita?
"Bisogna vedere il modulo che vuole fare Pioli e l'avversario che incontra. A due punte si può giocare, a patto che aiutino la squadra entrambe. Questa domanda l'hanno fatta a Sarri riferita a Dybala, Higuain e Ronaldo. Sarri ha risposto che fa fatica a far giocare tutti e tre in contemporanea, perchè si fa fatica, pur in una squadra di livello assoluto come la Juventus, se tre giocatori non tornano a dare una mano. Figuriamoci una squadra come il Milan".

Nonostante il gol da subentrato con il Lecce e la deviazione decisiva nell'autogol di Bastos, Piatek sembra la controfigura dell'attaccante che ha incantato la scorsa stagione fino a marzo. Qual è il vero Piatek?
"La verità credo che stia sempre nel mezzo. Non è il fenomeno che sembrava l'anno scorso, ma non è nemmeno il brocco di quest'anno. La colpa e la ragione stanno sempre al 50% secondo me: lui deve essere bravo a liberarsi in area e a crearsi l'opportunità di ricevere il pallone, ma se la squadra gli fa avere un pallone a partita non si può pretendere che segni ogni gara".