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Repice: "De Paul super, Giroud scelta intelligente. Romagnoli? Fossi in lui andrei via"

ESCLUSIVA MN - Repice: "De Paul super, Giroud scelta intelligente. Romagnoli? Fossi in lui andrei via"MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 3 giugno 2021, 18:00ESCLUSIVE MN
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha contattato il giornalista Francesco Repice. Con la storica voce di Radio Rai abbiamo parlato di Donnarumma e Calhanoglu, ma anche dei due principali obiettivi di mercato del Milan, ovvero De Paul e Giroud. Ecco l'intervista.

Via Donnarumma, dentro Maignan: il Milan ha fatto bene ad agire così?
"Se il Milan si è reso conto di non poter venire incontro alle richieste di Donnarumma e del suo procuratore, evidentemente ha fatto la scelta gusta. Ha preferito virare su un altro portiere, peraltro affidabilissimo, con richieste più compatibili con la situazione del club. Non ci vedo nulla di strano. Se un dirigente come Maldini ha deciso una cosa simile vuol dire che ci ha lavorato molto e quindi tenderei a fidarmi. Stiamo parlando di Paolo Maldini: ricordo sempre a tutti, a me stesso per primo, che si era parlato di Rangnick che aveva fatto grande il Lipsia, ma sinceramente non so cos’abbia fatto di così particolare rispetto a uno che ha vinto Coppe dei Campioni e ha fatto la storia del calcio. Penso che la strategia della società debba essere stata per forza quella giusta".

Da Donnarumma ci si aspettava comunque un comportamento diverso?
"No, sinceramente no. Non ci sono più Totti, Del Piero, Maldini... Queste cose sono finite. Per quanto possa essere doloroso ammetterlo, sono finite, chiuse. Non giriamo attorno alla questione: Donnarumma è rappresentato da una persona che fa i suoi interessi, dobbiamo pensare così e basta. Quelle storie sono il passato, non sono il presente e ne tantomeno saranno il futuro, quindi togliamocele dalla testa".

Altra grana per il Milan: Calhanoglu! Meriterebbe la conferma?
"Secondo me, per quello che ha fatto vedere meriterebbe di restare. Lui si è reinventato anche nella partecipazione al gioco, da mezzala, non circoscrivendo la sua azione in quell’ambito limitatissimo che è il trequartista, un luogo dell’anima, come più volte ho avuto modo di dire, dove uno aspetta la palla tra le linee, spalle alla porta, poi si gira e la da alla punta. Non se lo può permettere nessuno. Oggi bisogna fare le mezzali, correre dietro all’avversario, farsi trovare liberi e prendere il pallone, saltare l’uomo, darla all’attaccante, concludere... Insomma, un sacco di cose, tutte quelle che deve fare un centrocampista. Per me Calhanoglu meriterebbe di restare, poi non vado a sindacare. Dobbiamo essere fino all’ultimo sinceri e spietati con noi stessi: se ci offrissero un ingaggio talmente alto da sistemare la nostra famiglia per tre generazioni, cosa faremmo? Io ci penserei. Poi noi siamo tifosi ed è un’altra storia, ma lui non è un tifoso, fa quello di mestiere".

Eppure, per Calhanoglu e Gigio pare non ci siano grosse offerte sul tavolo.
"Donnarumma ne ha una dalla Roma, un club ricchissimo che può fare quello che vuole. Poi non so se accetterà, ma so che c’è questa proposta. Per Calhanoglu si parla del Qatar e lì le cifre bisogna moltiplicarle per tre".

Vero, ma parliamo di un giocatore di 27 anni...
"Sì, ma 27 anni con 8-10 milioni di ingaggio a stagione... Non so nemmeno come si scrivono certe cifre, mi perturbano un po’ l’anima (sorride)".

De Paul sarebbe un salto in avanti per il Milan?
"Sì. Io gli argentini li faccio giocare sempre e comunque, in qualsiasi ruolo. Hanno una marcia in più, sono giocatori fantastici che danno l’anima. Anche quelli tecnicamente meno eccelsi che sono venuti nel nostro campionato hanno comunque fatto la differenza. De Paul sì, tanto sì. Un giocatore super, che ha già militato in Serie A e sa come comportarsi, conosce tutto. Sarebbe un passo avanti anche rispetto a Calhanoglu: ha più fisico, più possibilità, più duttilità e più "garra" del turco. A me piace da morire. Se fossi un dirigente, per il centrocampo andrei subito a prendere De Paul e Paredes insieme".

Dalla trequarti all’attacco: Giroud è l’uomo giusto?
"Instant Team: bisogna arrivare più lontano possibile in Champions League. I giovani cresceranno, nel frattempo ci sono Ibrahimovic e Giroud, che è una valida alternativa a Zlatan. E c’è Rebic, che sappiamo quanto possa essere utile alla causa. Per me la scelta di Giroud è azzeccatissima: un giocatore di sicuro affidamento, uno che là davanti crea sempre tante opportunità per la squadra. Parlando di centravanti, con questa storia degli "astrofisici" assunti da Guardiola mi sono fatto un cruccio e posto tante domande. Quando chiedevano a Guardiola chi fosse il suo centravanti ideale, lui rispondeva "lo spazio". Ecco, ho capito che lui vuole andare a giocare proprio nello spazio (sorride). Io sono attaccato alle cose basilari, non faccio voli pindarici verso lo spazio e sono convinto che quando una squadra ha una punta forte ha risolto metà dei problemi. Prendiamo Dzeko: ogni anno deve andare via, ma alla fine resta sempre. Se hai quello forte lo tieni anche a 40 anni, gioca 20 minuti ma sono 20 minuti che possono cambiare le partite. Al calcio si gioca per vincere, non per fare filosofia. Quella di Giroud mi sembra una scelta molto intelligente".

Chiudiamo con Romagnoli. La sua esperienza al Milan potrebbe essere ginta al capolinea.
"Fossi in lui cambierei aria. Non ha fatto quello step che tutti ci aspettavamo. Da enfant prodige viene venduto a una cifra importante e riesce a conquistarsi il ruolo di capitano in un Milan che stava emergendo dalle sabbie mobili. Ha fatto bene, prendendosi tante responsabilità, ma quando il livello si è alzato non è riuscito a fare il salto. Se fossi Romagnoli cercherei di ricostruirmi altrove, perché al Milan la strada mi sembra abbastanza ostruita. Ha perso gli Europei, gli sono stati preferiti Acerbi, Mancini e altri giocatori, per cui qualche domanda me la farei. È ancora giovane, fossi in lui ricomincerei da un’altra parte".