Allegri, gli inizi con il Milan non sono positivi 

Allegri, gli inizi con il Milan non sono positivi MilanNews.it
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Oggi alle 22:10News
di Antonio Vitiello

Max Allegri è tornato al Milan a distanza di undici anni. L’ultima panchina del tecnico livornese fu in un Sassuolo – Milan del 12 gennaio 2014, quando i rossoneri vennero superati 4 a 3 dagli emiliani trascinati da un superlativo Berardi, autore di tutte e quattro le reti dei locali. Il giorno seguente il tecnico fu esonerato. 

Sabato sera il tecnico ha fatto il suo secondo esordio sulla panchina del Milan, ma la stagione non è iniziata nei migliori dei modi, anzi, la Cremonese è riuscita nell’impresa di espugnare San Siro per la prima volta da quando esiste la Serie A. Un KO per 2 a 1 che ha fatto tornare subito in mente i fantasmi della scorsa stagione, quando all’esordio di Fonseca, il Milan pareggiò in pieno recupero contro il Torino.

Max sa che dovrà lavorare ancora di più sugli errori dei suoi giocatori, con la speranza che la società gli regali un centrale difensivo affidabile e che sappia guidare i compagni e soprattutto un attaccante capace di segnare (come successe lo scorso anno al Napoli che perse 3 a 0 a Verona all’esordio, ma Conte venne accontentato dal mercato negli ultimi giorni, vincendo poi lo Scudetto). Vedremo che succederà con l'arrivo del giovane Harder, ma è chiaro che al Milan, senza Leao, serva un nove d'esperienza capace di buttare dentro il pallone.  

Vedendo le statistiche delle prime di Max Allegri sulla panchina del Milan, notiamo che solo nella sua prima stagione (2010-2011) vinse all’esordio: a San Siro in quella occasione il Lecce fu schiantato con un netto 4 a 0. La stagione seguente, la Lazio andò sul 2 a 0, ma i rossoneri riuscirono a pareggiare e portare a casa un punto.  

Nel 2012-2013 contro la Sampdoria, il Milan perse 1 a 0 fra i fischi a causa del goal di Costa a inizio ripresa, mentre nel 2013-2014 sul campo del Verona, dopo l’illusorio vantaggio di Poli, gli scaligeri rimontarono con una doppietta di Luca Toni. 

articolo di Valentino Cesarini