Milan, per abbassare il passivo avanti con la razionalizzazione dei costi e riduzione monte ingaggi

Milan, per abbassare il passivo avanti con la razionalizzazione dei costi e riduzione monte ingaggi MilanNews.it
sabato 10 ottobre 2020, 07:45News
di Antonio Vitiello

Il Milan deve fare i conti con un passivo in bilancio negativissimo a causa della pandemia globale. Ieri il consiglio d'amministrazione ha approvato il progetto di Bilancio per l'esercizio chiuso al 30 giugno 2020, con una perdita record di 195 milioni di euro. Risulta evidente che il forte impatto sul bilancio derivante dallo stato di emergenza sanitaria, sia dovuto ai mancati ricavi per la chiusura degli stadi, con conseguente riduzione delle attività commerciali e per i minori introiti dall’ambito retail come Museo, Store, Casa Milan e altre componenti.

Da tempo il Milan ha avviato una politica di razionalizzazione dei costi, anche attraverso una rilevante riduzione del monte ingaggi dei giocatori e dei salari del top management sta cercando di ottenere dei risultati pratici. Ecco perché in questi mesi il club ha investito solamente su giocatori di un certo target, giovani con ingaggi contenuti e non spese che potessero gravare sul bilancio. Non è un caso che il Milan abbia la formazione più giovane del campionato e che in estate si è decisi di prendere giocatori in prestito.

Ma come verranno gestiti i rinnovi onerosi di Donnarumma e Calhanoglu? Nonostante il deficit in bilancio la proprietà Elliott non ha mai smesso di finanziare il club e anche per il portiere rossonero è disposta a fare un sacrificio economico ed aumentare l’ingaggio di Gigio. Si parla di miglioramento sensibile rispetto ai 6 milioni netti annui che attualmente percepisce il portiere. Ci sarà da trattare con Mino Raiola e non sarà facile, ma Gazidis conta anche su Paolo Maldini che in quest’avventura svolgerà un ruolo importante per convincere giocatori e procuratori. Stessa situazione con Hakan Calhanoglu, la cui richiesta per rinnovare si aggira sui 5 milioni netti, mentre attualmente ne percepisce la metà. Servirà capacità manageriale per trovare un punto d’incontro, perché il club oltre una certa soglia non può spingersi, e la politica dei giovani con un tetto d’ingaggio sui 2-3 milioni lo fa ampiamente capire.