Polverosi: "Era il ritorno in panchina di Allegri 464 giorni dopo la finale di Coppa Italia. Peggio di così, non gli poteva andare"

Intervenuto questa mattina sulle colonne del Corriere dello Sport, Alberto Polverosi ha detto la sua sul deludente esordio in campionato del nuovo Milan di Max Allegri, titolando il suo commento "Le amare sorprese":
"Prima giornata, primo capolavoro, prima sorpresa e prima lezione. In ordine: il capolavoro è di Federico Bonazzoli, la sorpresa è la vittoria di una neo promossa a San Siro, la lezione è quella che prende il Milan dalla Cremonese davanti alla sua gente. Aspettavamo tutti Modric, unico Pallone d’Oro della Serie A, al debutto in campionato, e invece siamo balzati in piedi per il gol in rovesciata di Bonazzoli: la reazione di San Siro è stata identica a quella dello Juventus Stadium quando un po’ di tempo fa Cristiano Ronaldo, con la maglia del Real, realizzò quel popò di gol in rovesciata, prima silenzio, sbigottimento, occhi sgranati, poi ammirazione e qualche applauso anche milanista. Aspettavamo la risposta di Allegri a Conte e invece è arrivato il colpaccio di Nicola. Aspettavamo la conferma del Milan dopo il buon primo passo in Coppa Italia contro il Bari e invece è arrivata una fragorosa smentita.
Quando Allegri ha sostituito Modric con Ricci, probabilmente fra i pensieri di Luka c’era anche quello un po’ sconsolato “ma dove sono finito...”. E non si riferiva a San Siro, che di storia ne ha quasi quanto il Bernabeu, ma ai colori che ora indossava. Poi, siccome il calcio è la magia più assoluta, i giocatori più in difficoltà, ovvero Estupiñan, (tormentato da Zerbin e infatti rimasto negli spogliatoi) e Pavlovic (responsabile principale del gol di Baschirotto), hanno riportato il Milan sull’uno a uno un attimo prima dell’intervallo e Luka forse ha creduto di ribaltarla. Illuso.
Era il ritorno in panchina di Massimiliano Allegri 465 giorni dopo la finale di Coppa Italia, ultimo trofeo della Juventus. Peggio di così, non gli poteva andare. Già il primo gol della Cremonese non era arrivato per caso, ma alla fine di un periodo di pressione e di superiorità tecnica. Sì, tecnica. Quelli del Milan sbagliavano passaggi e posizioni (Pavlovic sul colpo di testa di Baschirotto), quelli della Cremonese costruivano in velocità, e con una certa precisione, a destra con Zerbin, a sinistra con Pezzella e al centro con Bonazzoli. E a proposito di Baschirotto, se Gattuso fra le sue idee ha anche quella di una difesa che sappia marcare a uomo, che abbia forza fisica, temperamento ed elevazione, gli dia un’occhiata, non butterà via il suo tempo.
Modric era al centro del Milan, regista puro. Da lui, nessun errore, anzi. Ma fino a due anni fa aveva al fianco l’uomo che non sbagliava un passaggio, Toni Kroos, così il croato poteva pennellare, illuminare e dipingere la manovra del Real; qui invece doveva badare al sodo, più sostanza che eleganza, il Milan aveva bisogno di assistenza continua, di un’idea, di un movimento corale che si era intravisto in Coppa Italia contro il Bari e si è perso ieri contro la Cremonese. Il nuovo Milan, nuovo nella testa, sembrava riapparso a inizio ripresa, grazie soprattutto a quel ragazzino di quarant’anni che era sempre più dentro alla squadra. E quando la sua palla non è arrivata a destinazione, la colpa era di chi non ci aveva creduto, come è capitato a Loftus-Cheek. Ma è durato un quarto d’ora, non di più. Poi anche quelle buone intenzioni sono evaporate, la Cremonese stava meglio in campo e stava preparando la prodezza antologica di Bonazzoli. Quella rovesciata era degna di San Siro".

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